Cronache del Regime catanese, affidamento spiagge comunali: legalità, legalità, legaltà. E spunta il rinviato a giudizio per estorsione e intestazione fittizia di beni (con l’aggravante mafiosa)!

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Una storia che dovrebbe fare riflettere molti, a cominciare dalle istituzioni.

Le commissioni antimafia (regionale e antimafia) se ne vorranno interessare?

di iena antibluff Marco Benanti 

L’affidamento della gestione delle spiagge libere comunali e dei solarium si tinge di giallo. E  magari anche di altri colori, piuttosto scuri. Sul piatto c’è un affare da quasi un milione di euro, in tre anni.

I fatti: la gara per l’aggiudicazione ha visto un annullamento –il 5 luglio scorso- contro la ditta “Fraggetta  Giuseppe & C. sas”, che il 13 maggio se l’era aggiudicata.  Al suo posto è arrivata la ditta “Caffè Napoleon  soc coop”. Che gestisce un bar del viale Nitta a Librino.

 Motivo dell’annullamento una serie di contestazioni, risalenti anche nel tempo, contro “Fraggetta Giuseppe & C. sas”,  che l’azienda sostiene avere già ottemperato.

A seguito di questo contrastato epilogo della gara,  è partita una denuncia alla Procura della Repubblica e si annuncia un ricorso al Tar per la sospensiva dell’aggiudicazione. La ditta “Fraggetta Giuseppe & C sas” reagisce così.  E denuncia altri fatti gravi, che sembrerebbe che coinvolgerebbero -in qualche maniera- anche membri della giunta Bianco, che sono al vaglio dell’autorità giudiziaria.

Non è finita, perché a Catania –dove il Palazzo ripete il ritornello “legalità, legalità, legalità”- tutto è possibile.

Accade così che il 28 luglio scorso, “La Sicilia” pubblichi, nella cronaca di Catania, un’intervista ad Alfio Vecchio, presentato come “responsabile” della ditta aggiudicataria, la “Caffè Napoleon”. Niente male: un’ottima intervista, dove il “responsabile” Vecchio descrive tanti aspetti della gestione delle spiagge comunali.

Peccato che Alfio Vecchio, a febbraio 2014, è stato arrestato nell’ambito dell’ operazione antimafia “Prato Verde” contro esponenti del clan Cappello-Bonaccorsi.  Vecchio, la cui misura cautelare è stata annullata dal Riesame, è stato rinviato a giudizio dal Gip del Tribunale di Catania Francesco D’Arrigo per due episodi di  presunta estorsione (in un caso con delitto tentato) e un caso presunto di intestazione fittizia. Le imputazioni sono aggravate dall’articolo 7 (aggravante del metodo mafioso). Il dibattimento è in corso.

E’ da registrare ancora che il signor Vecchio non compare nella composizione sociale della coop “Caffè Napoleon. Livesicilia Catania scrive che è un semplice dipendente. Un dipendente –aggiungiamo noi- che parla con grande competenza di un affidamento importante.

E’ tutto normale, anche questo? Visto le prime reazioni del Palazzo che rassicura tutto sulla correttezza dell’amministrazione, ci si chiede: ma l’assessore Rosario D’Agata non sente di dovere spiegare nulla?

 

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Redazione Iene Siciliane

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