Cronache del Regime catanese: Bianco governa grazie al centrodestra. E il “M5S” è un fantasma


Pubblicato il 21 Giugno 2016

Il quadro di una città immobile: dove quel che accade in tutt’Italia nemmeno si avverte

di iena politica marco benanti

Grazie al centrodestra Enzo Bianco resta a “governare” Catania.  Nulla di nuovo sotto il Sole, ma certo più passano i mesi di questa tragicomica stagione politica sotto l’Etna e più viene fuori, in tutta la sua miseria, la finta opposizione che fa teatro a Palazzo degli Elefanti. Consentendo ad una delle peggiori amministrazioni degli ultimi trent’anni di tirare avanti. Fino al prossimo annuncio.

Di parola in parola, di dichiarazione in dichiarazione, di velina in velina, prosegue, così senza autentici scossoni, il governo di un notabile di provincia alla ricerca di un riposizionamento nazionale. Che prima o poi arriverà. O magari, se non arriverà, arriverà la rielezione a sindaco, o meglio a Podestà. Con il voto dei catanesi, anche -in buona parte- di coloro che- a parole- dicono di non volerlo più. 

Bianco sta utilizzando Catania come prima e più di prima.

Questo lo hanno capito ormai anche le pietre: sembra, però, non interessare alla cosiddetta “parte migliore” della città (questo è ormai un dato acquisito, con le correlate responsabilità politiche della società civile, nelle sue variegate espressioni, assolutamente complice di questo Regime, che non lesina riconoscimenti a chi obbedisce).

Non interessa alla sedicente “parte migliore” della città, non interessa alla cosiddetta “opposizione”, una farsesca rappresentazione che quel che resta del centrodestra catanese, tranne rarissime voci, interpreta al meglio. Giorno dopo giorno. A sinistra, a parte Matteo Iannitti, resta poco o nulla. Il resto è il solito tran tran, nel collaudato “professionismo dei cazzi propri” in cui i catanesi danno il meglio. Certo, ci sono gli intellettuali, i professori e i professorini: su di loro pesa una responsabilità enorme. Loro lo sanno, ma fanno finta di niente. Si tira a campare.

Al netto delle panzanate del Regime, il centro -quell’insieme di ex dc, ex mpa, ex leanziani, “firrerelliani” vecchi e nuovi, transfughi vari  e umanità assortita e assopita al “Potere per il Potere”- comanda. E comanda con i soliti metodi.

Il resto serve alla “macchina della propaganda” per rappresentare, ogni giorno, una città inesistente, la “città virtuale”. Chi lo ha fatto e lo continua a fare si sta assumendo una responsabilità politica e morale che ad altre latitudini sarebbe oggetto di riflessione autentica. Qui, tutto questo passa in cavalleria o peggio procura apprezzamenti: uno stipendio è uno stipendio, anche questo tipo di lavoro.

Sin qui, tutto o quasi già visto: basta leggere cosa ha scritto –per oltre trent’anni- il presidente del Tribunale dei Minorenni Giambattista Scidà. Ovvero la consociazione del Potere “destra-sinistra” analizzata e denunciata per i suoi effetti: la deprivazione di un pezzo di città, “rapinata” socialmente e “giustiziata” con il carcere. In nome anche dell’antimafia o di altre simili amenità. In realtà, si chiama giustizia di classe. Che a Catania è anche giustizia di status: i poveracci sono sempre “cattivi”, anche perché sono nati in quartieri “cattivi”. Il resto è convegno. O salotto.

Ma il “sistema Catania”, quell’intreccio politico-economico-giudiziario-informativo tenuto insieme da una rete di interessi particolari- sta riuscendo a superare sé stesso: sta riuscendo a rendere politicamente ininfluente il “Movimento Cinque Stelle”. E’ un’operazione titanica, visto che tutt’Italia vive ben altri scenari, scenari dove, magari confusamente, si tentano vie diverse. A Catania, no. Sarà tutta una coincidenza, sarà tutto da verificare, ma di fatto il “M5S” sul territorio  non esiste. In consiglio comunale non si vede. Di fronte ad  un’amministrazione da operetta, l’azione d’opposizione appare incerta, occasionale, sostanzialmente innocua.  Passano i mesi, ma di fronte a questo stato di cose non ci resta che pensare: siamo di fronte alla solita “partita truccata”? Eppure, il campionato di calcio è finito. In questo quadro, la prospettazione di una lunga vita del “sistema Catania” è quanto mai attuale.

Vedremo se la “città coperta” con i suoi “avversari da operetta” (la “destra” contro la “sinistra”) riuscirà a “ingoiare” anche le ultime speranze di non morire sotto il Regime di un pugno di notabili di provincia. Che lasceranno (se mai dovesse abbandonare la poltrona) macerie. E di “innocenti” in giro ce ne sono pochi: i “coinvolti” sono tanti. La maggioranza.

 


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