di iena antibluff Marco Benanti (vignetta di Vincenzo Baiamonte).
Alla fine è arrivata anche “Libera” che ha chiesto la rescissione del contratto: perché –secondo loro- è un problema giuridico. Tecnico. Giammai politico.
Testuale: “in una città – dichiarano dall’associazione – nella quale risulta già insopportabile la presenza capillare dei posteggiatori abusivi, suona come una beffa il fatto che un soggetto con tale curriculum possa gestire un parcheggio pubblico, a meno che non si voglia ammainare la bandiera della legalità, ammettendo che a Catania non siamo in grado di garantirne l’attuazione.” Coerenti, anche quando mostrano di “criticare” l’amministrazione.
Coerenti, fino a fondo, invece, sono quelli di “Cittàinsieme. Perché la vicenda dell’appalto delle spiagge comunali -che “puzza” e non poco di mafia- è emblematica di quali sono le dinamiche reali delle forze che compongono il “sistema Catania”. Una delle componenti di questo sistema è da tempo “Cittàinsieme”. Come la quasi totalità delle presunte forze d’ “opposizione” che ogni tot anni si “cambiano d’abito” e recitano le loro parti: tu vai al governo ed io all’opposizione. Ma non è vero niente.
Il “monopartito” che comanda a Catania, con i suoi collegamenti imprenditoriali, giudiziari, “intellettuali”, trova sempre il suo equilibrio. Una città di accomodamenti come questa necessita sempre di gente che sa come va il mondo: insomma, mai “estremismi”, che poi alla fine tutto s’aggiusta.
Ora che volete? Volete che l’amministrazione Bianco, votata da quasi tutti i Poteri che contano a Catania, possa mai essere messa in discussione? Da chi? Dalla società civile e affini (comitati democratici o sedicenti tali, ambientalisti, verdi, rossi, gialli, sindacalismi vari ed eventuali, antimafiosi di corte ed altro)? Ma questi si mobilitano solo quando scatta l’”allarme destra”, ovvero quell’artificio propagandistico utilizzano -da decenni- per “squalificare” ogni voglia di cambiamento che non passi dalle bandierine pseudoideologiche (buone per “depistare” gli ingenui e fare il gioco delle “vecchie volpi”del consociativismo imperante) e reclami di guardare la realtà in faccia.
Che volete allora? Che “Cittàinsieme” chieda a Bianco e compagnia di spiegare –sul serio- la vicenda di un bene pubblico come la spiaggia finito nel vortice di una storia che “puzza” un miglio? Che “Cittàinsieme” faccia il suo dovere, che agisca secondo una logica di cittadinanza e non di comparaggio? Ma perchè il resto della “Catania perbene” dov’è?
Da tre anni, la società civile è in “coma politico”: dalla caduta della “destra di Stancanelli (oggetto per cinque anni di attacchi di ogni tipo dagli stessi soggetti che oggi abbassano i toni) al passaggio alla “sinistra di Bianco”-un megabluff politico ormai palese anche ai sostenitori di un tempo- è stato una sequela di silenzi, ritardi, omissioni, mezze parole, tolleranze, giustificazioni.
Fino all’ “apoteosi” dell’appalto sulle spiagge: con ritardo sono arrivati anche “Addipizzo” e “Libera”. Ma loro, quelli della parrocchia che più parrocchia non si può, no. Perché non conviene, non è “intelligente” politicamente, perché gli amici non si trattano male, perché poi…sapete potrebbe “tornare la destra”. Si sussurra. Ma la destra –scriviamo noi da anni- governa con Bianco e Bianco governa grazie alla destra. Grazie a Firrarello, a Lombardo, quando occorre anche a Pogliese, la loro “giunta progressista” resta in piedi.
Resta in piedi il loro appoggio all’amministrazione delll’assessore alla legalità Rosario D’Agata (che di professione fa l’avvocato penalista, un penalista forse distratto visto quello che passa sotto i suoi occhi), storico grande amico di “Cittàinsieme. Politico di riferimento. Esattamente come avviene per tanti altri ambienti catanesi.
Ma non solo: i toni bassi servono, servono a non creare tensioni, a non “accendere” mai il clima di una città che deve restare sonnolente, pigro, qualunquista nel vero senso della parola. E’ questo il vero qualunquismo che dovrebbe fare paura: il qualunquismo delle piccole convenienze. E dell’eterno accomodamento. Anche “antimafioso”.
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