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Cronache del regime catanese: con il solito “stile britannico” il democratico capo D’Avola risponde al vicepresidente del consiglio Arcidiacono
Pubblicato il 07 Dicembre 2016
arrivata da poco…
Dichiarazione di Giovanni D’Avola a commento delle affermazioni di Sebastiano Arcidiacono
Probabilmente quando era assessore della giunta Stancanelli il consigliere Sebastiano Arcidiacono non si era mai occupato di allerta meteo e di Protezione Civile. Peraltro sembra ancora essere legato a quel ruolo piuttosto che a quello di vicepresidente di maggioranza dell’attuale Consiglio comunale di Catania.
Arcidiacono sa benissimo – o dovrebbe sapere – che è obbligo dei sindaci chiudere le scuole solo se c’è un codice rosso. Vero è che il sistema degli allerta non è ottimale ma è anche vero che il sindaco Bianco, in tutte le occasioni e in tutte le sedi istituzionali, ha posto il problema sollecitando chi di dovere a provvedere a rendere più pratica la procedura. Sono state anche avanzate proposte precise. È stato proprio Bianco che per primo ha sollevato il problema discutendo a Catania con il capo della Protezione Civile.
Il consigliere Arcidiacono insomma – forse nervoso per il ricordo di un ruolo del passato che probabilmente trovava più appagante dell’attuale -, ha perso di nuovo il senso della realtà e ha parlato invano, per usare un eufemismo.
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stamane queste le parole del vicepresidente del consiglio
Chiusura Scuole. Arcidiacono: ”Il Sindaco Bianconon esercita il coordinamento della Città Metropolitana”.
L’inverosimile balletto delle ordinanze dichiusura delle scuole rimesse ai sindaci del singolo comune, ripropone l’assenza di un efficace coordinamento dell’area vasta provinciale che la Città Metropolitana e il sindaco Bianco ancora una volta non hanno esercitato. La totale mancanza di una visione unitaria e complessiva del problema meteorologico e della corrispettiva sicurezza delle scuole causa disagi alle famiglie, agli alunni e al personale scolastico sia per la carenza di univocheinformazioni e per l’illogicità di rimettere alla singola discrezione dei comuni la scelta di chiudere o meno le scuole. Non ha alcun senso, infatti, chiudere quelle dei comuni limitrofi e lasciare aperte quelle del capoluogo, come ancora una volta è accaduto, tanto più che nella città di Catania hanno sede gran parte degli istituti scolastici provinciali che costringono alunni e personale scolastico ad affrontare lunghi trasferimenti con le intemperie, a rischio della sicurezza della viabilità e degli edifici scolastici. Tempo addietro proprio il sindaco Bianco aveva annunciato iniziative di interventi coordinati che in realtà, ancora una volta, si sono rivelati solo annunci ad effetto poiché, di fatto, egli omette l’assolvimento dei compiti dicoordinamento e direttiva dell’area vasta che gli derivano dalla guida della Città Metropolitana.
Per rimuovere questo stato di immobilismosuggeriamo che siano i sindaci stessi ad autoconvocarsi in assemblea per imporre, finalmente, quel necessario coordinamento metropolitano ed evitare il ripetersi dell’irrazionale scaricabarile delle competenze, poiché è di tutta evidenza che il problema ambientale e meteorologico ma anche della sicurezza scolastica va gestito in ottica sovracomunale e di area vasta.
Sebastiano Arcidiacono
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