Ennesima prova da “stampella” dei “lombardiani”. In un clima da Anni Ottanta
di iena antitruffa marco benanti
Nuova serata anni Ottanta al consiglio comunale di Catania: l’amministrazione Bianco ormai coaguala attorno a sé e vecchi e nuovi democristiani. Sembra di essere tornati agli splendidi tempi di Angelo Munzone e seguenti, i sindaci Dc che hanno lasciato il segno nella storia politica catanese. E dire che c’è ancora chi –mostrando una disonestà intellettuale da guinness dei primati- ha ancora il coraggio di parlare di amministrazione “alternativa al centrodestra”.
Che, infatti, appoggia alla grande Bianco: in prima fila anche stasera “Grande Catania”, il gruppo lombardiano che da mesi ormai è una vera e propria “stampella” di Bianco. Loro, proprio loro i “discendenti” dell’ex Mpa, un partito descritto per anni dalla “Bianco’s band” come il peggio del peggio, guidato -in quest’ottica- dal “Male Assoluto” quel Raffaele Lombardo in relazione al quale, un tempo non troppo lontano, Orazio Licandro celebrava il podestà di oggi (“http://catania.livesicilia.it/2012/11/22/orazio-licandro-bianco-il-vero-anti-lombardo_208049/). Allora l’attuale assessore alla bellezza condivisa, fra l’altro, dichiarò: “… poiché fortunatamente abbiamo una memoria, sappiamo bene chi ha fatto opposizione in questa città, sappiamo chi si è opposto al brutale sistema di potere del centrodestra e in particolare dell’Mpa di Raffaele Lombardo: fra questi, per esempio, Enzo Bianco c’è stato, anzi, certo assai più del Pdl e di tanti altri del Pd. Non è esagerato dire che in questi anni di palude, Bianco nel suo partito è stato il vero anti Lombardo…”
Ecco, infatti, che l’amministrazione Bianco può vantare un “parterre autonomista” di prim’ordine, da Marco Consoli a Salvo Di Salvo da Alessandro Porto all’imminente assessore alle attività produttive Nuccio Lombardo e –in alti i cuori- il gruppo di “opposizione” di “Grande Catania” che anche stasera ha consentito alla “maggioranza” di Bianco di rimanere in piedi in consiglio. Tenendo il numero legale. Con scene al limite della commedia all’italiana: tipo quella del capogruppo Giuseppe Castiglione (figlio di Santo, personaggio storico della Destra catanese) a fare quasi la “spola”…da e per il consiglio. Perché Bianco viene prima di tutto, forse anche prima della dignità politica e della propria storia personale?
Diciamo, siamo, per metafora, ad un’ “unione civile”. Che, in una città normale, avrebbe prodotto pernacchie in quantità industriale. Catania, invece, resta la solita realtà delle finte contrapposizioni (tranne poche e nobili personalità), degli accomodamenti rituali, insomma delle “truffe politiche”. Come lo “scontro” Bianco-Sammartino: una “commedia” che va avanti da mesi e mesi e che sembra ora all’atto finale. Con la “pace”. Come accade a buoni amici (al netto degli “scontenti” che sembrano ancora esserci…)
In queste ore, non a caso, va avanti il “mercato” delle partecipate comunali. In nome della “governabilità”, si sarebbe detto negli anni Ottanta. Forse, allora, era tutto più chiaro. E meno politicamente disonesto.
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