Cronache del Regime catanese, Festa dell’Unità: “paranoia democratica” , un pomeriggio di “follia del controllo”. Scovati un pugno di “prof. sospetti”!

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di iena “Documenta” marco benanti (nella foto soggetti “sospetti”, notare bene i volti “terribili” delle tipe)

La pornografia del Potere, la sua oscenità più profonda è fatta anche di piccoli grandi gesti. Come quello di voler controllare chi entra in un luogo pubblico per una festa, un evento di un partito che si definisce “democratico”. E’ successo anche questo, oggi a Catania, un città ormai da oltre tre anni “manganellata” dalla macchina della propaganda di un sindaco-podestà, che anche oggi pomeriggio ha dato il meglio di sè.  

Il pomeriggio alla Villa Bellini (a proposito di scelte oscene…) è cominciato con i controlli. Un dispiegamento di polizia da “patria in pericolo”. E chi vanno a controllare? Toh, Matteo Iannitti, una delle poche personalità che sta conservando dignità personale e politica in mezzo ad una marea di soggetti e associazioni varie “in svendita”. Ecco cosa ha raccontato lo stesso Iannitti:

“ero andato alla villa Bellini per vedere come si stesse svolgendo la festa del PD, quali aree della villa fossero chiuse, per vedere, da abitante, da persona che si occupa della città, quali fossero le condizioni della villa.

Ma all’ingresso vengo fermato dalla polizia. “Iannitti aspetti, dobbiamo chiedere al dirigente se può entrare”. Mi fermo, aspetto. Poi la risposta del nuovo dirigente della Digos: no, non può entrare. Sono incredulo. La gente apre le borse agli occhi dei carabinieri, i metal detector scorrono le persone prima di farle entrare, io lì bloccato all’ingresso della villa comunale.

Chiedo spiegazioni, conto e ragione del fatto che non c’è alcun motivo per tenermi fuori. Mi dicono di aspettare, dicono i funzionari di polizia che è il “responsabile della festa nazionale del Partito Democratico” dirigente del PD romano, Daniele Palmisano, che deve autorizzarmi a entrare.

Dopo tempo arriva, mi squadra, e mi dice “va bene, può entrare, benvenuto”. Ma gli domando a che titolo è lui ad autorizzarmi ad entrare in uno spazio pubblico, comunale, il parco della mia città. Gli dico che non risultano nemmeno le autorizzazioni ad occupare il suolo pubblico, che stando ai provvedimenti pubblicati dall’ente comunale nessuna concessione ha il PD per stare alla villa. A quel punto Palmisano minaccia di denunciarmi, per aver detto che non ci risultano pubblicate le autorizzazioni. Lo ribadisco, citando il giornale, Sudpress, che oggi ha fatto uscire la notizia.

Se ne va, confermando la volontà di denunciarmi.”

Ma non è finita: perché come ricorda Iannitti i controlli, o meglio la “follia del controllo” ha riguardato anche dei…prof. “sospetti”. Richiesta di documenti, controlli vari. A chi scrive è stato chiesto di declinare la propria identità (e non ricordiamo cosa avere risposto, forse sì, qualcosa l’abbiamo detta).

Insomma, controlli su controlli. Di cosa? Boh. Avranno avuto in tasca qualche “arma”? Chessò la Divina Commedia o peggio il Decameron? 

Prosegue Iannitti:

“entro. Ma dopo poche ore sono altre le persone bloccate, pericolose insegnanti, alcuni studenti.

Non è accettabile che sia un esponente di partito a decidere chi entra o no dentro uno spazio pubblico, non è accettabile una città militarizzata.

Le Istituzioni assicurino la democrazia e l’uso degli spazi alla città. L’Amministrazione pubblichi immediatamente le autorizzazioni rilasciate al Partito Democratico.

Questa è la città amministrata da Enzo Bianco e non è affatto primavera. E’ mafia, corruzione, regime, istituzioni deboli con i forti e forti con i deboli…ma è anche la speranza e la voglia di cambiare tutto.”

Ma non è finita: perché poi addirittura un pugno di prof. (“sospetti”?) hanno addirittura contestato –con una terribile “arma”, ovvero un pezzo di carta- la “buona scuola” di Renzi, al cospetto dell’on. ministro Del Rio. Apriti cielo!

E, peggio ancora, davanti alla brava gente –sinceramente democratica come, ad esempio, il comunista (molto) italiano Orazio Licandro, l’assessore alla legalità Rosario D’Agata e altra umanità (ben)pensante-  che ascoltava –in silenzio- il “dibattito” in corso. Roba da pazzi! Ma dove siamo: in democrazia? E, infatti, da sincero democratico quale è lui, il sindaco-podestà di Catania è andato su tutte le furie!  

Insomma, questo è lo squallore di questo partito e della sua gente: sono sinceri loro, quando agiscono e parlano si capisce perfettamente cosa vogliono. Il confronto vero –quello che dovrebbe avvenire  in una democrazia appena decente- loro lo evitano o peggio cercano di sterilizzarlo. Vorrebbero una platea sempre sotto controllo, senza mai un sussulto: in sintesi, uno show, una sala cinematografica dove trasmettere qualsiasi contenuto. Senza contraddittorio. 

Lo fanno perché hanno paura: hanno paura del confronto, hanno paura delle loro “soluzioni”, hanno paura perché sanno che il paese reale non è con loro, ma ormai da tempo è contro di loro. Non resta allora che la polizia, o magari evocare qualche “emergenza terrorismo”. Insomma, il preludio alla sconfitta politica c’è tutto: il tracollo c’è già, è nella società. 

Ps: non riportiamo quanto detto dai vari politici sul palco, sono state soltanto una serie di ovvietà e di banalità. Senza contraddittorio.

Questa non è democrazia, questa è una parodia, una tragica parodia della peggiore faccia della borghesia. Quella del centrosinistra italiano.

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Redazione Iene Siciliane

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