Cronache del Regime catanese: il Podestà fa appello a tutti per superare le difficoltà. Dopo anni di intolleranze di tutti i tipi


Pubblicato il 29 Maggio 2016

di iena memoria d’elefante marco benanti 

Ufficio stampa, comunicato 27 luglio 2013, si parla del prof. Maurizio Caserta:

“….Il professore dunque – ha aggiunto Angela Mazzola – ha comunicato la sua intenzione di continuare a fare opposizione. Buon per lui, anche se magari bisognerebbe spiegargli che l’opposizione si fa all’interno delle istituzioni e ricordargli che gli elettori catanesi non hanno giudicato lui e il suo movimento idonei a far parte dell’istituzione Comune. Quanto a quel ‘continuare’, ci sarebbe da ammonirlo che non si fa opposizione collezionando nomine di sottogoverno come ha fatto lui con l’ex presidente della Regione Raffaele Lombardo e con l’ex sindaco Raffaele Stancanelli. Infine, a parte prese di posizione in tema economico degne davvero del signor Lapalisse, stupiscono certe affermazioni assolutamente gratuite sul sindaco Bianco,  giudicato ‘un uomo solo al comando’ quando posso assicurarvi che non lo è affatto e sulla sua squadra: soltanto tre di noi avevano avuto precedenti esperienze politiche, la presenza della società civile è assolutamente preponderante, eppure Caserta parla di ‘scontata e banale continuità con il passato’, oltre che, bontà sua, di assessori ‘inadeguati e insufficienti’. Se non fosse evidente che è piuttosto confuso, ci sarebbe da chiedergli come si permette. Se infine, come dice, intende davvero ‘esercitare un controllo’ sull’Amministrazione, come è diritto di ogni cittadino catanese, siamo a sua completa disposizione. Se ci lascia il tempo di lavorare, però: una cosa è un giudizio, una cosa è un pregiudizio”.  

“Per concludere – ha detto ancora l’Assessore – forse sarebbe bene che, nel perdurare dell’alta pressione atmosferica, il professor Caserta si munisse di un bel panama bianco. Ciò lo renderebbe più elegante proteggendo contemporaneamente i catanesi dai rischi di nuove estemporanee dichiarazioni dopo quelle da candidato sindaco, quando continuava a ripetere che sarebbe andato al ballottaggio”.   

E a dicembre 2013? Ecco cosa scriveva Ienesicule:

dopo la conferenza stampa di stamane del prof. di economia, arriva la replica -in stile anglosassone- dalla maggioranza “bianchista”…eccola:”Dichiarazione di Lanfranco Zappalà sulle critiche di Maurizio Caserta all’Amministrazione Bianco

Fa davvero sorridere che Caserta parli di mancanza di umiltà e approssimazione per l’Amministrazione Bianco, quando lui è un autentico campione in queste specialità. Intanto, con quella sua aria un po’ trasognata, promette un corposo dossier che poi si scopre essere fatto di due paginette dattiloscritte e qualche rapporto bancario di carattere generico. E pretenderebbe pure di attribuire a Bianco il buco di bilancio per via di un rapporto su un decennio in cui solo il primo anno è attribuibile al centrosinistra, e nove al centrodestra di Scapagnini e Stancanelli. Comprendiamo che debba difendere quel centrodestra di cui è stato direttamente e indirettamente sostenitore avendo guidato gli Stati generali di Stancanelli, essendo stato nominato da Lombardo alla Fondazione Banco di Sicilia e a Casa Sicilia New York, ma a tutto c’è un limite. Parlando dei Teatri, per esempio, dovrebbe ricordare che quello Stancanelli di cui lui era consigliere non versò i contributi allo Stabile fin dal 2010. Ma anche, parlando di fognature, che le ultime grandi opere in questo senso furono fatte proprio da Bianco. Quanto al Patto dei sindaci, siamo alle solite illazioni. L’apoteosi, poi, è nelle famose domande sul Tondo Gioeni: gli basterebbe leggere i giornali per avere le risposte.Il fatto è che Caserta continua a sentirsi ancora in campagna elettorale senza voler comprendere – e in questo gli consiglieremmo un bagno d’umiltà – che gli elettori hanno bocciato sia la sua candidatura a sindaco, sia quella dei suoi consiglieri comunali.Insomma, se il Professore fosse sereno, saremmo davvero lieti di accogliere qualche suo spunto stimolante per contribuire alla rinascita della città. Ma continuiamo a non vedere alcuna idea, se non triti slogan e approssimazione”.

 

Ad aprile scorso, invece, la consigliera di circoscrizione di “Con Bianco per Catania” Maria Grazia Felicioli dichiarava, in merito ad affermazioni del prof. Caserta:  “Ci mancava solo che il professor Caserta, scrivendo a ruota libera su Facebook, si facesse venire una crisi di nervi con le conseguenti, inevitabili e ormai consuete, cadute di stile, puntualmente riportate da alcuni giornali on line. Comprendiamo che sia doloroso essere stati bocciati dall’elettorato, ma dopo tre anni sarebbe il caso di farsene una ragione e di metabolizzare. Invece questo non accade e il rancoroso Professorone continua ad insultare e inveire. Ha persino la faccia tosta di attribuire all’Amministrazione ‘pasticci’ e dissesti dopo essere stato, lui, il sostenitore morale e politico del centrodestra di Lombardo e Stancanelli. Con gli Stati generali di cui era stato nominato responsabile, ha sottoscritto il ‘risanamento’ della precedente amministrazione rimasto solo sulla carta. Se fosse intervenuto con la stessa decisione anche in quegli anni forse la città non avrebbe avuto le tasse al massimo, i debiti non pagati e un futuro così incerto“.

Caserta – continua la Felicioli – campione d’arroganza, non dovrebbe parlare di ‘mani nella marmellata’, proprio lui che è stato nominato da Raffaele Lombardo al Banco di Sicilia. Con il suo fiume di parole in libertà l’ex candidato sindaco ed ex presidente degli Stati Generali denota di aver perso i freni inibitori. Sembra in campagna elettorale e forse sta pensando di ritornare in campo per una nuova netta sconfitta. Si tranquillizzi però: Enzo Bianco, pur avendo ereditato una città allo sfascio, ha fatto riacquisire a Catania ottimismo, reputazione e capacità di scommettere sul proprio futuro. Nonostante qualche professore rancoroso“.

Passando da Caserta a Matteo Iannitti ecco alcuni passi del trattamento riservato ad una delle poche voci di opposizione autentica a Catania:

Cominciamo con un “Iannitti rosica”, luglio 2013, una elegante “produzione letteraria” del prof. Orazio Licandro, assessore alle bellezza condivisa.

Arriviamo al 14 novembre del 2015, ed ecco apparire, nel suo splendore letterario, la consigliera Felicioli che parla di Iannitti:

“Bisogna – ha detto Felicioli – essere coerenti: se l’esponente di Cbc chiede a Enzo Bianco le dimissioni per una semplice telefonata al direttore del principale quotidiano cittadino per ricordargli l’apertura della campagna elettorale, deve trarne le logiche conseguenze. Matteo Iannitti quando era candidato sindaco, come tutti sanno è stato addirittura ricevuto da Mario Ciancio intrattenendosi a lungo con lui nel suo ufficio de La Sicilia dopo una trasmissione tv. Di conseguenza dovrebbe lasciare immediatamente la politica e, forse, la città, dopo essersi opportunamente cosparso il capo di cenere”. Naturalmente, l’episodio di Iannitti da Ciancio è assolutamente diverso –e limpido, a differenza della nota telefonata del podestà all’editore-direttore- da come viene proposto. Dettagli.

Ma tant’è. Pochi giorni prima,c’era stata una nuova “edificante pagina” del trattamento riservato a chi fa opposizione a Catania. Protagonista la consigliera di maggioranza Maria Ausilia Mastrandrea del gruppo “Con Bianco per Catania”: da le una risposta che fece molto impressione. Difendendo  le scelte operate dall’amministrazione,  definì il gruppo di Catania Bene Comune “i 4 + 4 di Matteo Iannitti” in merito alla band che potrebbe suonare in piazza.

Clima prenatalizio, o meglio preCapodanno, come si vede.

Contattata telefonicamente da NewSicilia.it la consigliera spiegò che la risposta era nata sul filo dell’ironia “per cercare di sdrammatizzare la situazione e forse è stata percepita in maniera troppo pesante”. Edificante.

“Ho grande stima di Matteo Iannitti – spiega Maria Ausilia Mastrandrea – e le mie parole volevano testimoniare il bisogno di una città anche di grandi eventi di ampio respiro per poter avere un ritorno economico e d’immagine.” Da conservare.

Bene, con questi precedenti, ieri il podestà di Catania Enzo Bianco ha avuto il coraggio di dichiararare, fra l’altro, nel corso della conferenza stampa sui conti comunali:

“siamo dunque in una condizione di obiettivo miglioramento, per cui dico che con un po’ di sacrifici, insieme e con l’aiuto di tutti, remando nella stessa direzione, riporteremo Catania in una condizione di normalità dal punto di vista finanziario”. E ancora:
“quello di affondare la nave  non è un atteggiamento responsabile. Per questo chiamo a raccolta tutte le forze responsabili, economiche e sociali, il mondo della società civile, per aiutarci a salvaguardare gli interessi della città. E lancio un appello al Consiglio comunale, maggioranza e opposizione, perché è interesse di tutti portare, chiunque la governi, la nostra Catania, che sta faticosamente recuperando reputazione a livello nazionale e internazionale, verso il risanamento in modo che qui possano essere localizzati investimenti importanti”.

Insomma, con la sua proverbiale faccia di bronzo, il podestà tira fuori queste parole. E questo dopo avere praticato per anni l’intolleranza più becera verso chi –sul serio e non coreograficamente- ha rappresentato, pure con umani limiti o contraddizioni, l’opposizione a Catania.

Ci rendiamo conto che la democrazia per un certo tipo di cultura è realtà difficile, quasi indigesta, ma indubbiamente questo “appello” del podestà  fa davvero a pugni con l’incapacità di affrontare il dialogo, il contraddittorio (quello vero, non quello dei comunicati stampa o delle conferenze stampa blindate), il dissenso (quello vero) che, invece, abita nelle democrazie occidentali e che a Catania, in questa stagione di fariseismo dilagante alimentato da “democratici del sabato sera”, vive un periodo buio.

 


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