E PROPONE L’ ESPOSIZIONE AL “LUDIBRIO DEL POPOLO” PER CHI HA IMBRATTATO UN’IMMAGINE DI SANT’AGATA
di iena antishow marco benanti
Non bastava la spettacolarizzazione del sacello di Sant’Agata (vedi link http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=8047) con tanto di foto dall’alto della fila in attesa di entrare in Cattedrale, oggi il faith-show”, la sorta di “spettacolo della fede” messo su dalla macchina della propaganda di Palazzo degli Elefanti mette a segno una nuova indimenticabile. “performance”. Insomma, il podestà, in vista della festa della patrona cittadina, sembrerebbe volere assumere -giorno dopo giorno- le vesti di una sorta di “crociato”, difensore della fede popolare. E dire che trattasi di un laico repubblicano. Spettacolarizzare, spettacolarizzare, spettacolarizzare, sempre.
L’ultimo pretesto è l’imbrattamento da parte di ignoti dell’immagine di Sant’Agata in via Dusmet.
Il finale del comunicato dell’ufficio stampa (quale dei tre?) di Palazzo è d’ antologia: o meglio in un’altra città avrebbe creato più di un imbarazzo. Dopo queste espressioni “un atto esecrabile, blasfemo, che urta e offende la città e la sensibilità di ogni catanese”, arrivano queste parole:
“sono certo che a commettere questo vero e proprio delitto non sia stato il ‘devoto’ catanese e che le Forze dell’Ordine possano presto fare chiara luce sul gravissimo fatto affinché i colpevoli, non solo paghino secondo le leggi dello Stato ma siano anche esposti al ludibrio del popolo di Catania”
Proprio così”esposti al ludibrio del popolo di Catania”: che propone il podestà o meglio il “crociato difensore” della fede? Per caso la gogna medievale o simili?
Immaginate se parole uguali o analoghe fossero state pronunciate da un sindaco leghista o di centro-destra (pardon in questo caso rientra anche Bianco vista la “maggioranza-destrosinistra” che lo sostiene).
Cosa sarebbe accaduto? L’ “intellettualità” centrosinistra o sinistra avrebbe inondato il web di frasi ribollenti indignazione, con ritornelli sulla “becera cultura della destra” o sul “sanfedismo del patrimonio culturale della peggiore destra”. Invece, no, non troverete nulla di tutto questo: perché l’ “intellettuale” sinistro (tranne poche eccezioni) sotto l’Etna resta sempre un “intellettuale di corte”, nel suo tragicomico ruolo di difensore –talora semiocculto- di un “sistema di Potere” che si regge anche sul tradimento politico e culturale dell’intellettualità, in particolare quella di sinistra.
Vi lasciamo, pertanto, con una scena del film “Il Marchese del Grillo”: l’immagine dell’ebanista trascinato in mezzo alla folla. Esposto al ludibrio, insomma.
Ps: caro cortigiano, prima di riferire al tuo padrone queste parole, fai attenzione a quanto segue: noi vogliamo mettere in evidenza la gogna, non il processo-burla a favore del marchese. Questo perché allora la legge era uno strumento dei nobili, oggi, come tutti sanno, la legge è uguale per tutti.
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