“Questo non è amore”. Il motto della campagna permanente di sensibilizzazione promossa dalla Polizia di Stato ha scandito i diversi momenti di riflessione programmati dalla Questura di Catania per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Questa mattina, nell’Aula delle Adunanze del Palazzo di Giustizia, la Polizia di Stato e l’Ordine […]
Cronache del Regime catanese, M5S: diecimila euro di pubblicità per il culto dell’immagine. E sui conti…
Pubblicato il 07 Ottobre 2016
due comunicati che ritraggono la situazione a Palazzo…
Bianco: diecimila euro di pubblicità per il culto dell’immagine
Il culto dell’ego del sindaco Enzo Bianco è arrivato ad un limite non più tollerabile. Ormai siamo alla follia.
Con una città in pre-dissesto e con le casse comunali depredate fino all’ultimo centesimo, la sua ultima trovata di stanziare 10mila euro più Iva per “veicolare e pubblicizzare, sull’intero territorio nazionale, l’immagine della Città di Catania” in una pagina del Corriere della Sera è, a dir poco, scandalosa.
Nella delibera, firmata dal nuovo capo gabinetto del sindaco Giuseppe Spampinato, l’offerta del quotidiano nazionale viene considerata “particolarmente vantaggiosa in relazione alle normali tariffe di mercato” e, addirittura, si precisa che la mancata accettazione “comporterebbe un danno d’immagine certo e grave all’ente derivante dalla mancata promozione del territorio comunale”. Quale territorio vuole propagandare il sindaco Bianco? Quello finto, che esiste solo nella sua immaginazione e nei suoi farneticanti comunicati stampa, o quello reale di una città che è al limite della sopravvivenza?
Quei 10mila e passa euro non rilanciano Catania, ma servono solo a gettare un po’ di polvere sugli occhi, dopo le batoste della Corte dei conti (che ha rilevato imprecisioni e mancanze nelle carte contabili del Comune, dando adito a fondate ipotesi di dissesto) per bluffare sulla vera condizione della città e sono un insulto per tutti i cittadini.
Movimento 5 Stelle Catania.
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Il Comune di Catania, di fatto, è in dissesto. L’ultimatum della Corte dei conti.
La dichiarazione ufficiale è “sospesa”, ma di fatto il Comune di Catania è in pieno dissesto.
Il sindaco Bianco cerca di rigirare le carte ed il suo ufficio stampa emana comunicati farsa per annunciare che la riformulazione del Piano di rientro finanziario avrebbe eliminato le criticità precedenti – come al solito addebitate solo alla passata amministrazione – e che tutto sarà risolto con l’ennesima task force di esperti. Il Piano di rientro è un bluff sotto gli occhi di tutti, un escamotage per non prendere atto della situazione di dissesto.
Nel caos in cui versa la contabilità comunale, l’assessore al Bilancio si dimette. Perché Girlando va via?
Il 5 ottobre, pochi giorni dopo le sue dimissioni e a ridosso dalla presentazione del Piano, viene depositata in segreteria la deliberazione n.185/2016/QMIG della Sezione di controllo per la Regione siciliana, che era stata oggetto di adunanza pubblica il 31 maggio e che non riguarda l’ultimo Piano approvato dal Consiglio comunale la notte del 29 settembre, ma quello precedente.
Si apprende, così, che la Corte del conti ha sospeso il giudizio (di cui all’articolo 243 quater, commi 3 e 6, del Tuel) sulla verifica del Piano di riequilibrio – e quindi sulla eventuale dichiarazione di dissesto – per trasmetterla all’Ufficio di Presidenza della Corte, al fine di risolvere alcune problematiche (relative all’interpretazione dell’articolo 243 quater, comma 7, del Tuel).
Ci sono, infatti, due diverse interpretazioni del comma 7 del Tuel: una, letterale, che per attivare la procedura di dissesto, in sede di verifica del Piano, richiede l’accertamento della gravità e della reiterazione dell’inadempimento degli obiettivi intermedi; un’altra, invece, che valorizza l’obiettivo finale, cioè il risanamento dell’ente con il ripiano delle passività, secondo le indicazioni della Sezione delle Autonomie della Corte.
La Sezione ha pure raccomandato che “il percorso di risanamento deve prevedere il rispetto rigoroso della procedura ed i controlli necessari, per evitare che la misura prescelta possa rivelarsi un artificioso escamotage con il quale si evita la dichiarazione di dissesto, protraendosi indebitamente una situazione nella quale già sussistono i presupposti richiesti dal legislatore per procedere alla dichiarazione prevista dall’articolo 244 del Tuel”, cioè il riconoscimento dello stato di dissesto.
La Corte dei conti ha dato un’ulteriore opportunità al Comune di Catania, sospendendo il giudizio e rimettendo la delibera al Presidente, ma ha anche rilevato enormi criticità nel Piano di riequilibrio: evidente sottovalutazione dell’effettiva consistenza delle passività, maggiore disavanzo di amministrazione, crescente e continuo incremento dei debiti fuori bilancio, difficile definizione dei rapporti con le società partecipate, passività potenziali del contenzioso esistente e maggiori oneri sulle anticipazioni richieste per fronteggiare le carenti disponibilità di cassa. Tutti elementi, questi, che fanno ritenere inattendibili i valori di bilancio e che danno il metro dell’incapacità di questa amministrazione e della poca trasparenza con cui viene gestita la res publica
Movimento 5 Stelle Catania.
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