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Cronache del Regime Catanese: prosciolto Ciancio, evviva Ciancio. Intitolategli un viale. Davanti al Palazz(accio)di giustizia
Pubblicato il 22 Dicembre 2015
di iena dei “Grandi Catanesi”
Ora basta. Che volete ancora? E’ stato prosciolto perché “il fatto non costituisce reato”.
Quindi, ora che fare? Perché, insomma, non rendergli omaggio? Se il catanese ha già cambiato “posizione” (nella sua straordinaria capacità di non “decidere mai”…da che parte stare, a parte il suo portafoglio), “rimettendolo” sull’altare delle sue giornate e della sua “concezione della Storia”, per lo “zio Mario” è tempo ora di…decidere.
E siccome la legge è uguale per tutti (come rammenta anche Topolino),
ricordiamo che:
lo “zio Mario” è liberale e monopolista;
è liberista e ha incassato fior di quattrini pubblici;
è anticomunista e amico dei comunisti, che hanno, fra l’altro, scritto sul suo giornale, rendendogli anche il dovuto omaggio;
è anticomunista ma ha realizzato un “sistema sovietico” di relazioni politiche, economiche e culturalI;
è per il libero mercato (all’italiana) e ha buoni rapporti col sindacato (all’italiana);
è antimafioso ma attento alle esigenze di giustizia dei mafiosi (vedi caso Ercolano);
è borghese ma anche per la giustizia sociale e lo sviluppo (di chi?);
è per la verità, soprattutto la sua(di verità). Insomma, è un catanese, vero.
E ancora: non pochi suoi dipendenti sono un po’ a sua immagine e somiglianza. Anzi, vogliamo essere buoni, molto peggio: per loro, la “giustizia” (se esiste) si applica agli altri e si interpreta fra di loro. Insomma, una liberale corporazione. Contraddizione? Ma quando mai!
Ma soprattutto Mario Ciancio è Catania. E la sua città –giustamente- dovrebbe conferirgli una sorta di “Awards alla Carriera”: perché non intitolargli il viale davanti al Palazzaccio (cosiddetto) di giustizia? Non “post mortem”, ci mancherebbe, ma “ante mortem”, come imperituro “monumento al liberalismo all’italiana”.
Sindaco, Autorità, Palafrenieri, Vassalli e Valvassori, fatevi avanti: è tempo di viale Mario Ciancio!
La città lo merita.
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