Siamo preoccupati, forse ce la fa…! (vignetta di Vincenzo Baiamonte)
=== ULTIMORA === (ANSAMAI) – CATANIA, 5 APRILE –
Permangono estremamente serie le condizioni di Marco Benanti. Il giornalista è stato trasferito, con un elicottero del 118, all’ISMETT di Palermo dove erano state allertate due equipe di medici altamente specializzate nel trapianto di fegato, affetto da “rosichite subitanea” come avvenuto nel caso del cronista catanese.
L’improvviso aggravamento, che ha generato la crisi e il successivo deterioramento del fegato del giornalista catanese, sembra sia dovuto a quanto preconizzato (e dichiarato) su FaceBook dal “Prof. Condiviso” Orazio Licandro, che in procinto di partire per la sua terza patria, (dopo l’Italia infatti c’era l’URSS, di cui –pare-conservi, riposto in una teca, il passaporto ormai scaduto) ed adesso appunto la Cina;
ebbene, Licandro, a chiare lettere, ha dichiarato che non avrebbe portato con se Benanti nel grande paese asiatico, invitandolo, invece, ad andare a visitare una mostra dal titolo “Ligabue e il Museo della follia”, che, peraltro, ancora non è neanche iniziata.
Benanti, prendendo in parola, il “Prof. Condiviso” è andato alla mostra, ma ha trovato solo un cartellone all’ingresso; non trovando traccia del’esposizione e sentendosi tradito e buggerato ha cominciato a rosicare, …e rosica che ti ri-rosica, il fegato è andato in pappa e adesso il pover’uomo è buttato lì in un fondo di centro trapianti ad aspettare un fegato di seconda mano.
Ma cosa è accaduto? Andiamo ai fatti:
tutto è nato da una inchiesta di Benanti sugli ultimi comunisti rimasti al mondo dove il giornalista, con grande dispendio di energie e risorse, è andato all’Istituto Smithsonian di Washington, passando per la Corea del Nord ed infine, come avrebbe dovuto fare da tempo, è approdato ad Archangel’skaja oblast, una “città chiusa” segretissima e impenetrabile, situata nella parte più interna del Mar Bianco (Bianco centra sempre!).
Finalmente lì ha trovato l’ultimo esemplare di comunista: era conservato in azoto liquido a meno -195,82 °C e quindi non più utilizzabile, solo consultabile.
Scoperto il mistero, Benanti torna in Italia e dandone notizia al mondo svela la truffa del “comunista cinese” ovvero una scadente copia dei quelli veri che oggi vengono prodotti, come le matrioske ad appannaggio dei turisti Alpitour.
Licandro, non accettando questa triste verità, accusa Benanti di essere stato prevenuto contro i comunisti veri (quale lui si professa) e pensando che Benanti sia invidioso di questo status di “Prof. Condiviso” e di Comunista virtuale, lo redarguisce sulla verità scientifica dell’inchiesta.
Benanti, per difendere il suo onore professionale, propone a Licandro di portarlo in Cina dove -a detta di Licandro- ci sono ancora tanti comunisti.
Benanti accossente: “basta ca cce a paci!”, sembra abbia dichiarato; ma alla prova dei fatti, il “Prof. Condiviso” non ha tenuto fede alla promessa e ha lasciato Benanti a Catania.
Il resto è rosicatura nota.
Dalle ultimissime notizie sembra che Licandro abbia richiesto ai cinesi un fegato per Benanti: se non proprio di seconda mano, infatti, andrebbe bene anche quello proveniente da una triglia o da uno scorfano, basta che siano pesci rossi!
Il giornalista, saputo di questa iniziativa, ha risposto, anche se a gesti (non può parlare perché gli stanno somministrando grandi quantità di un farmaco sperimentale, l’“Arancin complex”) che se si salverà da questa terribile rosicatura, invece di andare in pellegrinaggio alla Madonna dello Scoglio, andrà al mausoleo di Stalin.
Che a suo dire, è rimasto l’ultimo comunista degno di tale nome.
LuAbuSIvof/Cronaca/23.00
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