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Cronache del Regime: Catania affonda e Bianco se ne fotte
Pubblicato il 03 Dicembre 2018
di iena dissestata marco benanti
Alla fine gli stipendi sono salvi, ma dal “pozzo senza fondo” del dissesto del comune di Catania salta fuori un dato enorme che conferma le responsabilità dell’ultima amministrazione:
sulla base dei dati contenuti nella delibera del rendiconto, il risultato definitivo della gestione in conto residui e in conto competenza dell’esercizio finanziario 2017, determinato sulla base del conto del bilancio e in applicazione delle misure correttive ai documenti disposte dalla corte dei conti, recepite lo scorso mese di settembre da una deliberazione del consiglio comunale indica un valore negativo di 641,923 milioni di euro (vedi foto).
Insomma, un “buco”: i catanesi ringraziano per l’ennesima volta l’amministrazione “progressista” di Enzo Bianco. Quella chiamata ad “arginare il fascismo” secondo l’apposita sinistra della finta opposizione. Lui, il consigliere comunale ex sindaco assente, mentre la seduta è in corso, celebra sul suo profilo facebook il fondamentale seminario nazionale dei Liberal Pd. A Pescara. Proprio così: 10 e lode in comunicazione. E la serata a Palazzo degli Elefanti?
Finisce con gli applausi dei dipendenti comunali in attesa la seduta urgente di consiglio comunale: 26 su 26 e il conto consuntivo della gestione finanziaria dell’anno 2017 passa. Il M5s si tira fuori dalla votazione: la sua artigianale opposizione prende qualche punto. Del resto, il fallimento della città va ascritto -lo scriviamo da qualche decennio- alla consociazione centrodestra-centrosinistra, i compari finti oppositori, due forze complementari che hanno distrutto una delle più belle città d’Italia, con il fondamentale contributo di mistificazione di buona parte(tranne poche eccezioni, come Matteo Iannitti) della “sinistra radicale”.
Nel frattempo, la delibera di stasera serve per poter attingere al saldo del contributo di solidarietà del Ministero dell’interno, pari a circa 29 milioni di euro, così da garantire il pagamento delle spettanze arretrate alle migliaia di famiglie dei dipendenti del comune, delle partecipate, delle cooperative, rimasti senza stipendio per via dell’assoluta carenza di liquidità delle casse comunali.
Adesso, l’attesa è per la convocazione (dovrebbe arrivare entro il 10 dicembre) della seduta di consiglio per la dichiarazione di dissesto. Il “capolavoro” -per il quale i catanesi ringrazino il centrodestrasinistra, la finta opposizione di sinistra, i sindacati corporativi e consociativi, i professionisti…della pagnotta, la magistratura e la sua “prontezza” nei controlli, la stampa per il passato e il presente (il “sistema Ciancio” e da qualche tempo i suoi “eredi antimafiosi”)- attende l’ultimo “colpo di pennello”. Sulle ceneri di Catania.
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