Cronache del Regime, Catania Bene Comune denuncia: Bianco mette in vendita il patrimonio pubblico della città

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Da Catania Bene Comune:

Bianco mette in vendita Villa Fazio, Teatro Coppola, uffici, Chiese e beni archeologici. Fermiamolo. Il Consiglio comunale non voti il piano di alienazione.

 Il piano di riequilibrio finanziario varato dalla Giunta Bianco lo scorso 10 settembre prevede di vendere nei prossimi sei anni il patrimonio pubblico della città di Catania per circa 47milioni di euro.

L’elenco di beni da mettere in vendita è stato approvato dalla Giunta municipale lo scorso agosto attraverso il Documento Unico di Programmazione 2016-2018 ed è stato integralmente riportato nel Piano di Rientro.

Ci sono luoghi che ospitano attività di enorme valore sociale, beni storici e perfino parte del patrimonio archeologico della città, oltre a decine di appartamenti e palazzi.

In vendita per 167mila euro la settecentesca Chiesa di San Francesco, in via Pietro Verri, resa un piccolo gioiello dal GAR.

Al migliore offerente l’originaria Chiesa di Sant’Euplio in piazza della Borsa, compresa la cripta di epoca romana, considerata luogo della prigionia del Santo.

Villa Curia può essere acquistata per 2milioni 218mila euro. Costruita nel 1635, è uno dei pochissimi patrimoni della città sopravvissuto al terremoto del 1693.

L’ex Monastero di Sant’Agata di fronte l’Arcivescovato su via Vittorio Emanuele II, che ospita gli uffici comunali e gli sportelli turistici, costerà 2milioni 274mila euro.

Sarà invece venduta per soli 130mila euro la Chiesa di San Cristoforo Minore, al centro di piazza Spirito Santo, sopravvissuta allo sventramento di San Berillo ma non alla speculazione della Giunta Bianco.

Tra i beni storici della città in vendita anche le antiche masserie presenti a Librino e San Giorgio: masseria Carcaci, masseria Bummacaro, masseria San Giorgio, masseria Moncada, l’ex villa De Stefani, Casa Castagnola, masseria Bicocca.

Clamorosamente messo in vendita il Teatro Coppola, non solo primo storico teatro di Catania, ma luogo che da anni, occupato e autogestito, ospita tra le più vivaci attività culturali della città. Per acquistare quell’area e privare la città di questa esperienza, agli speculatori, magari amici di Sindaco e Assessori, basteranno 240mila euro.

Nonostante le ristrutturazioni e le attività sociali che accoglie, la Giunta Bianco ha deciso di vendere per 441mila euro Villa Fazio a Librino. Un bene in stato di abbandono fino al 2014 e adesso riempito da ragazze e ragazzi, vero ossigeno per il quartiere. Pure in vendita il villino di via Rametta, sede di numerose attività, l’ex Cinema Concordia di via playa e la villa Gentile Cusà.

La Giunta ha stabilito di vendere l’ex mercato ortofrutticolo dove aveva appena inaugurato la “Cittadella agroalimentare” in collaborazione con l’Università di Catania e il Consorzio regionale per la ricerca e la sperimentazione, il mercato rionale di San Cristoforo, l’ex mercato rionale di Barrieraora adibito a uffici comunali.

Parecchie decine sono gli appartamenti e i palazzi da destinare ad abitazioni in vendita, come se la città non vivesse un’enorme emergenza abitativa. Così come centinaia sono le botteghe di cui il Comune vuole disfarsi.

L’Amministrazione Bianco intende svendere buona parte del patrimonio pubblico della città. Beni di tutte e tutti che fanno parte della storia di Catania.

Tale svendita non ha alcun valore economico e finanziario. Basti pensare che, solo negli ultimi due anni, la Giunta Bianco ha accumulato ulteriori 29 milioni di euro di debiti mentre è riuscita a vendere beni per 197mila euro. L’intera somma ricavabile dalle vendite degli immobili è di 47 milioni, solo il 5% dell’intero piano di rientro.

Per Bianco e i suoi Assessori mettere in vendita questi immobili ha due finalità: tentare virtualmente di far quadrare il bilancio per ritardare il dissesto a dopo le elezioni e permettere a qualche “amico” di speculare sul patrimonio pubblico, impossessandosi per cifre ridicole di beni di altissimo valore storico e sociale.

Non possiamo permetterlo, Catania non si vende!

L’elenco dei beni destinati alla vendita non è ancora definitivamente approvato in quanto, come determinato anche nel piano di rientro, “la delibera di individuazione dei beni da destinare alla vendita deve essere prima approvata dal Consiglio Comunale”.

Chiediamo al Consiglio Comunale di non approvare tale documento, che la Giunta afferma essere già all’esame dell’aula, e di sottrarre alla svendita il patrimonio utile alla città, per oggi e per il futuro, dichiarandolo inalienabile.

Con che faccia qualsiasi consigliere comunale potrà presentarsi a Librino dopo aver approvato la vendita di Villa Fazio? Con quale coraggio potrà un consigliere comunale parlare di cultura dopo aver votato per la vendita del Teatro Coppola o della chiesetta del GAR? Con quale dignità qualsiasi consigliere comunale potrà parlare di legalità e servizi sociali quando avrà messo in vendita le sedi di associazioni, i centri sociali dei quartieri? Come potrà dire di puntare sul turismo un consigliere che ha messo in vendita il patrimonio storico-monumentale della città? Come si potrà dire di guardare alle prossime generazioni quando si vendono spazi e immobili che sono già oggetto di progetti di sviluppo per Catania?

La Giunta ha già indegnamente deciso di sacrificare tutto questo in nome di affari, clientele e favori a chissà quale amico. Per tale ragione non merita di amministrare la città per un solo giorno in più. Il Consiglio Comunale fermi questo scempio.

Noi ci batteremo con ogni mezzo perché nessun bene comune utile alla cittadinanza venga svenduto.

Catania Bene Comune.

 

 

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Redazione Iene Siciliane

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