dal gruppo con BIanco per Catania arriva quanto segue:
Maria Grazia Felicioli, vicepresidente Quinta Municipalità, risponde al consigliere Arcidiacono
“Notiamo una grande coerenza nelle dichiarazioni di Arcidiacono. Sono quelle di un fiero esponente della giunta Stancanelli, nostalgico di quella esperienza e che, evidentemente, si è candidato nel 2013 con la coalizione a sostegno di Bianco senza alcuna convinzione e magari costretto dalle circostanze politiche, schierandosi guarda caso dalla parte di chi era favorito.
Tralasciando le numerose inesattezze che egli afferma (il nuovo piano si è reso necessario perché quello precedente, da lui stesso politicamente sostenuto, aveva gravi mancanze finanziarie) suggeriamo ad Arcidiacono di studiare meglio la delibera per poter criticare l’amministrazione Bianco in modo più preciso, senza avventurarsi in argomentazioni che dimostra di conoscere poco. Avrà molto tempo dato che nessuno si preoccuperà di concedergli spazi politici che da molto tempo e con insistenza agogna. Quello sì sarebbe un fatto assai incoerente per chi si schiera da mesi in una strenua opposizione all’amministrazione”.
Che dire? Siamo alle solite, un film (e magari forse una penna?) già visto. Questo è il livello politico e culturale dell’amministrazione Bianco. Una risposta emblematica quella riservata al vicepresidente del consiglio Sebastiano Arcidiacono (che aveva scritto quanto segue
Come scriviamo -in quasi totale solitudine da anni- la cultura che pervade questo Palazzo è quella della “democrazia dell’applauso”. Chi non applaude, chi mostra di riflettere e usare addirittura lo spirito critico è trattato in “modo consono”. Consono ad una concezione del dibattito politico in cui c’è uno che parla e gli altri calano la testa. L’amministrazione Bianco -lo scriviamo da anni- è in continuità politica col centrodestra e piena di “ex”. Il resto è propaganda.
La “Catania democratica” -ogni tanto- si faccia sentire: conosciamo gli “strabismi politici” e la “logica da caserma” che la pervade, ma continuando così, un giorno, il “pistolotto antifascista” saranno pregati di andarlo a fare da qualche altra parte. (marco benanti, iena antiRegime)
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