Quando si dice: mai dire mai!
di iena disordinata marco benanti
A Pyongyang, nell’Asia orientale, parebbe che non l’hanno presa bene: sentirsi superati è sempre un po’ uno smacco. Anche per i cantori delle “prodezze” di Kim, il “leader supremo” della Corea del Nord. Perché, nel mondo, esiste chi riesce a fare di meglio: basta sfogliare “Catania comunica”, periodico di informazione comunale di Palazzo degli Elefanti, già oggetto di un comunicato di “Catania Bene Comune” http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=6473
Oggi, finalmente, l’abbiamo avuto in mano e abbiamo provato a leggerlo: ma niente da fare! Quando si arriva a queste “vette”, si resta quasi senza parole. Trentadue pagine di propaganda allo stato puro, “prima” con “apertura” a firma “il sindaco Enzo Bianco” per annunciare “326 cose fatte in 2 anni”.
L’ “attacco” del podestà (ritratto in foto nel suo ufficio a Palazzo) è da brividi…di “verità”: “comincia a prendere forma, fra mille difficoltà e resistenze, la Catania che amo…” E poi la descrizione di come sarebbe stata la città due anni fa: “la città che ho preso in mano era in ginocchio. Una condizione finanziaria sull’orlo del disastro, personale demotivato, illegalità diffuse, non solo tollerate ma alimentate; manutenzione delle strade, dei parchi, degli edifici, zero; pochissimi autobus in giro; navi da crociera scappate, rari turisti; asili nido in procinto di essere chiusi, tagli di risorse micidiali, emersione di debiti fuori bilancio; scarsissima raccolta differenziata e molta sporcizia a causa di un contratto per la nettezza urbana antiquato e inefficiente che potremo cambiare, finalmente, dal marzo 2016 (abbiamo già migliorato il servizio nei mercati e avviato la rccolta porta a porta nel quartiere di Santa Maria Goretti); impossibilità di procedere a uno svecchiamento del corpo dei Vigili Urbani –con un’età media di ben 56 anni-, pur avendolo reso più efficiente con le nuove moto e i nuovi scooter. La risalita non è facile…” Questa sarebbe stata, secondo il podestà, la città del 2013 quando lui arrivò a Palazzo: ma non assomiglia forse di più alla città del 2015?
Ma più avanti –ad Onore del Vero- il podestà dice una cosa che noi sottoscriviamo con Lui: “…la collaborazione delle istituzioni cittadine è sempre più incisiva, tra Comune, forze di polizia, magistratura, sindacati, società civile, forze politiche, mondo produttivo, associazioni: tutti insieme lavoriamo per lo sviluppo della città, per la legalità a tutti i livelli, per difendere gli interessi dei più deboli..”Siamo assolutamente d’accordo: attorno al podestà c’è una sorta di “grande concertazione”, lo vediamo e lo scriviamo da anni. Veramente, un’ “orchestra” che lavora –disinteressatamente- per il bene e soprattutto la legalità. Mai verità più vera fu.
Ma le emozioni più forti “Catania comunica” le offre al suo interno: una miriadi di foto del podestà in tutte le salse. In versione” pittore” del lungomare, con i ragazzi, con i bimbi, con gli artisti, con il direttore di Frontex, con Renzi, da presidente del consiglio nazionale dell’Anci, con i suoi amici di “Libera”. E ancora, sobriamente: a Palazzo con gli assessori, al Castello Ursino all’inaugurazione di Cub, con l’arcivescovo, a tagliare nastri, con Crocetta. Insomma, una carrellata di immagini. E… Kim, fatti più in là!
Insomma, un delirio di propaganda. Qualcosa che a confronto la propaganda berlusconiana è roba da “mocciosi”. Due anni e mezzo di amministrazione fatta di veline, di flash, di foto, di un Palazzo ridotto ad un palcoscenico cinematografico.
La sostanza vera dell’azione di questa giunta è in larga parte eredità dell’amministrazione Stancanelli, quella della “città in ginocchio”.
Questa è la Catania di oggi: mi raccomando, non smettete. Malgrado quelli che si girano dall’altra parte, malgrado quelli che si mettono il prosciutto sugli occhi, la realtà tragica di una città è sotto gli occhi di tutti.Ma voi, per favore, continuate.
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