L’Alfa Basket Catania scenderà in campo domani pomeriggio. La squadra rossazzurra, nel campionato di Serie C, sarà di scena al PalaDavolos contro l’Olympia Basket Comiso (palla a due alle ore 18). Sfida che vale il primato solitario in classifica. I due team sono appaiati, in graduatoria, a quota 12 punti (6 vittorie e una sconfitta). […]
CRONACHE DEL REGIME: ROSARIO D’AGATA, UN ASSESSORE LUNGIMIRANTE. SULLA LEGALITA’
Pubblicato il 13 Settembre 2018
Riportiamo le dichiarazioni dell’ex assessore comunale all’ecologia dell’amministrazione Bianco e la notizia Ansa di oggi sul procedimento “Garbage Affair”. Che dire? Ai lettori ogni riflessione.
Nb: il dirigente cui fa riferimento -con garantismo eccelso- l’assessore D’Agata non ha nulla a che fare con l’inchiesta cui facciamo riferimento, anzi la sua vicenda è ancora subjudice e molte delle accuse di allora si stanno sgretolando.
Erano, infatti, ben altri dirigenti a cui l’ottimo D’Agata avrebbero dovuto prestare attenzione. Che grnade figura l’assessore della legalità!
“Non condivido certamente la visione che Notarbartolo ha della città. – ha chiosato D’Agata –. Da quando questa amministrazione si è insediata tante cose sono state fatte: prima fra tutte la denuncia alla ex dirigente Li Destri e la questione dei sorveglianti. …”
Livesicilia catania 29 ottobre 2015
“…Ma l’assessore all’Ecologia Saro D’Agata ha puntuale le sue risposte: “Quando ci siamo insediati – dice – abbiamo trovato grossi problemi all’ufficio Ecologia e Ambiente: l’attuale amministrazione è stata l’unica a procedere col licenziamento prima di un dirigente e poi con quello di alcuni dipendenti che favorivano economicamente altri dipendenti”. Insomma, secondo D’Agata i problemi di presunta illegalità riscontarti in seno all’area Ecologia del Comune, avrebbero immobilizzato ogni buon proposito. “Ci sono stati dei problemi – prosegue – che abbiamo ampiamente superato..” Livesicilia Catania 1 marzo 2016.
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Tre anni e il versamento al Comune di Catania di 9.100 euro, corrispondente al pagamento dell’affitto a Roma della casa della figlia da parte dell’impresa ‘favorita’. E’ la condanna, per corruzione, comminata col patteggiamento all’ex ragioniere generale dell’Ente,
Massimo Rosso nell’ambito dell’inchiesta ‘Garbage affair’ nata da indagini della Dia su un appalto per la raccolta di rifiuti per da 350 milioni di euro. Concordata con la Procura, è stata accettata dal Gup Pietro Nunzio Currò, così come i patteggiamenti di altri due imputati: 4 anni di reclusione per Orazio Fazio, funzionario del Comune di Catania, per turbata libertà degli incanti, corruzione e falso ideologico; e 3 anni e 4 mesi per l’imprenditore Antonio Deodati della Eco.Car srl, per turbata libertà degli incanti e due casi di corruzione.
Davanti al Gup Giovanni Cariolo, nell’ambito della stessa inchiesta, hanno chiesto l’acceso al rito abbreviato l’imprenditore Francesco Deodati della Eco.Car srl, Antonio Natoli, dirigente dell’Ipi e del consorzio Senesi e la società Eco.Car srl. La prima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 15 novembre. Domani proseguirà l’udienza preliminare per gli ultimi due imputati: Leonardo Musumeci, Rup della gara, e Salvatore Catanzaro, dipendente del Comune di Catania,
Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Sebastiano Ardita e dai sostituti Fabio Regolo e Alessandra Tasciotti, le indagini della Dia di Catania, diretta da Renato Panvino, sulla controversa assegnazione dei lavori per la raccolta dei rifiuti a Catania che dopo un intervento del Tar ha sospeso il vecchio appalto valido fino al 2016 e ne ha realizzato uno ‘ponte’ visto che tre gare erano andate deserte Un appalto da circa 350 milioni di euro in tre anni. E su quello, sostiene la Procura, avevamo messo occhi e mani aziende del settore, con passaggi di società, irregolarità amministrative non riscontrate da funzionari comunali compiacenti, che, emerge da indagini della Dia, ottenevano regali costosi, come il pagamento dell’affitto di una casa a Roma, e assunzioni nelle società degli imprenditori indagati. (ANSA).
di iena munnizzara marco benanti.
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