Cronache del Regime: tv private, a Catania è “guerra santa” tra Ciancio e Russo


Pubblicato il 27 Gennaio 2017

Che “botte”! E sullo sfondo arriva la “Santuzza”…

di iena digitale 

Le tv locali per tanti anni sono state un punto di riferimento per migliaia di persone. Con l’avvento di internet, la diffusione degli smart phone e del digitale terrestre, l’emittenza locale e regionale ha sempre meno appeal. Già diverse le emittenti che hanno subito un drastico ridimensionamento o addirittura la chiusura, ma il processo è ormai avviato e si va verso il declino di massa.  Sono, infatti, sempre meno i telespettatori e ancora meno gli investitori pubblicitari che vanno distinti tra quelli che pagano e quelli che non pagano. Il risultato di tutto ciò, naturalmente, ricade sui lavoratori, diretti e indiretti.

Si dice che il gruppo Ciancio(leggi Telecolor, Antenna Sicilia, Radio Telecolor, Radio Video 3) sia in arretrato con i pagamenti di parecchi mesi. Gli agenti, i pochi rimasti, pare facciano molta fatica a raccogliere pubblicità e ancora di più a farsi pagare le fatture. E questo nonostante siano stati ridotti drasticamente i costi delle inserzioni pubblicitarie. Non va meglio alla nuova nata: Ultima tv.

L’emittente, voluta da Francesco Russo (proprietario della funivia dell’Etna e non solo), nei progetti puntava a diventare la prima tv, ma nei fatti deve accontentarsi di poco o niente, sia in termini di ascolto che di investimenti pubblicitari. Verrebbe da dire: mai nome fu più profetico. Al momento l’unica cosa certa sono i costi sostenuti. Si dice abbondantemente oltre il milione di euro. Poi ci sono gli stipendi che devono essere pagati mensilmente, oltre a luce, telefono, postazioni, assicurazioni e quant’altro. Anche in questo caso la raccolta pubblicitaria è faticosa. I pagamenti ai fornitori(leggi cameraman ad esempio) sarebbero molto bassi e spesso pagati in ritardo.

Quanto alla qualità delle produzioni sia nel primo caso che nel secondo: nulla di nuovo. Anzì: c’è molto di vecchio. Nel gruppo Ciancio vi è stata una involuzione. Il programma “Insieme” è diventato un calderone dove ci si mette di tutto e di più. L’informazione è ridotta ai minimi termini(i tempi d’oro, nel bene e nel male, con la direzione Giuffrida sono molto lontani) e lo sport segue un cliqué ormai antiquato. Che dire poi di pensionati che orbitano ancora nel gruppo, mentre tanti giovani sono stati letteralmente sbattuti fuori.

Sull’altro versante, nell’emittente ospitata all’interno di una concessionaria d’auto,  sembra essere ritornati negli anni settanta-ottanta. Del resto bastava guardare il gala di presentazione con tanto di testimonial(Elisabetta Gregoracci) costata, si dice, 8 mila euro, fuochi d’artificio finali con grondaia in primo piano e passerella di artisti che hanno pubblicizzato programmi su altre emittenti. Una genialata. E’ come inaugurare una nuova macelleria e qualcuno, per proprio interesse, invita i presenti a comprare la salsiccia da un’altra parte.

Ma al momento entrambi i gruppi, da un lato il potente Ciancio e dall’altro il nuovo che avanza, Russo, si preparano per la “guerra santa” a colpi di diretta. Al centro del contendere l’imminente festa di S. Agata, da sempre gestita in regime di quasi monopolio da Ciancio. Quest’anno, però, Russo ha deciso di rompere le uova nel paniere. Ha giocato d’anticipo e si è accaparrato le postazioni alla Cattedrale.

Un sacrilegio per “cianciopoli” che avrebbe addirittura chiamato il fornitore della regia(Videobank) “invitandolo” a desistere. La stessa cosa, si racconta, aveva fatto alcuni mesi prima, sempre con lo stesso fornitore di servizi, invitandolo a non lavorare con Salvo La Rosa.

Per Ultima tv la “guerra santa” e tutto il resto ha un costo. E per il momento c’è il “bancomat Russo”. Sia chiaro: la speranza di recuperare l’investimento in questo settore è fuori da ogni logica imprenditoriale. Ma c’è chi giura che dietro l’operazione “Ultima tv”, da cui si sarebbe tirato fuori per contrasti sul progetto un altro soggetto(socio di un gruppo radiofonico catanese molto affermato), mirerebbe a ben altro. Udite, udite! Con la tv si punterebbe a salvaguardare il monopolio della Funivia dell’Etna.

Al momento, infatti, vi è un contenzioso con il comune di Nicolosi. Il nuovo che avanza(leggi Russo) vorrebbe candidare un suo uomo o donna, questo non è ancora dato saperlo, a sindaco del comune pedemontano. La tv dovrebbe servire da trampolino di lancio. L’obiettivo: ammorbidire la posizione del comune. “Cosi ca mancu a Nicolosi!” E’ solo fantapolitica? Ma qualcuno a Russo gli ha spiegato che la tv locale la vedono solo dei superstiti e degli addetti ai lavori e non ha, ormai, alcun peso specifico?

 


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