Considerazione al termine di una giornata dove, in un’altra realtà, i cittadini avrebbero chiesto conto a chi li governa. In questo modo….(nella foto i residenti oggi davanti al Tribunale Amministrativo)
a fine articolo il testo del decreto del Tar!
di iena non pericolante Marco Benanti
“E’ dell’inferno dei poveri che è fatto il paradiso dei ricchi”: diceva, nell’Ottocento, Victor Hugo.
Altri tempi, terribili. Proprio passati?
A Catania, “grazie” al suo “sistema di Potere”, la condizione di chi ha meno è sempre difficile. Sempre a rischio, di “colpi a sorpresa”. Da qualche tempo, tutto è fatto in nome della “legalità” o simile. Insomma, l’ipocrisia del Potere fatta sistema, con il suo bel “volto perbenista” borghese. Gli “avvoltoi benpensanti”, magari con i rituali e la retorica di pseudosinistri, si fanno vedere. La peggiore Italia di sempre.
Come nel caso del palazzo di via Furnari 31, pieno centro, zona appetibile dal punto di vista degli investimenti. All’improvviso, l’amministrazione comunale è stata presa da una “foga emergenziale”: fuori! Fuori! Fuori dall’immobile!
Fuori, emergenza, rischio per l’incolomunità pubblica e privata. Uno “spettacolo legalitario”, con un leggero ritardo: 50 anni.
20 famiglie, decine e decine di persone, di minori, messi in un angolo, con l’ansia di perdere la propria abitazione. Nel mezzo, incontri con rappresentanti del comune, fra “carezze” demagogiche e “arroganze” della “corte dei miracoli e dei miracolati” di cui si circonda il “primo cittadino” rossazzurro.
Il tutto, con un’ordinanza di sgombero con la firma del sindaco Bianco, un testo che anche solo il buon senso rifiutava. Perché? Bastava leggerlo, le prime righe: riprendeva subito una relazione di un tecnico privato, dell’impresa che sta costruendo alle spalle di via Furnari 31. Un enorme cantiere. Un bel bussiness.
Che volete? Che male c’è forse? Chi è interessato ad una cosa volete che faccia? Certo, magari, ci dovrebbe essere l’ente terzo, quello degli interessi generali, che dovrebbe tutelarli. Fino in fondo e integralmente
Niente male. Questo è il modo di procedere dell’ente pubblico, di chi deve fare gli interessi generali. Sotto l’Etna. Ora viene fuori anche da un provvedimento giudiziario, dal decreto con cui il Tar di Catania ha oggi accolto il ricorso degli abitanti di via Furnari, mettendo uno “stop” a questa “bella” operazione.
“…in assenza di adeguati accertamenti d’ufficio che facciano fede della sussistenza di un effettivo peggioramento delle condizioni di staticità dell’immobile, atti a supportare l’adozione del provvedimento impugnato, circostanza questa non smentita dall’organo comunale all’uopo convocato presso questo Tribunale, che si è dichiarato impossibilitato a presentari in data odierna, a rendere i chiarimenti del caso;
che dell’esigenza di tutela dell’interesse pubblico a garanzia della pubblica incolumità cui è ispirata l’ordinanza sindacale qui in contestazione deve necessariamente coniugarsi con gli interessi privati di cui gli istanti sono titolari, interessi che attengono al fondamentale diritto all’abitazione per sé e per le proprie famiglie;
-che, pertanto, in quest’ottica, in assenza di comprovate sopraggiunte situazioni di pericolo, può essere disposta la sospensione del provvedimento contestato; il comune dovrà comunque adottare i necessari ulteriori provvedimenti che si rendessero necessari a seguito degli opportuni accertamenti finalizzati a verificare la sussistenza di sopravvenute situazioni di aggravamento, in concreto, dello stato di pericolo in cui potrebbe versare l’immobile in questione; quali accertamenti dovranno essere effettuati a cura degli organi pubblici a ciò preposti, entro ristretti tempi, e ferma ogni responsabilità in capo al comune di caso di ritardo nei conquenziali provvedimenti d’urgenza ove necessari…”
Questo è scritto, fra l’altro, nel decreto.
Che dire? Che registriamo per l’ennesima volta il silenzio di tanta “società civile”, della “gente perbene”, che, in particolare, da quando il centrosinistra è tornato al governo (al Potere c’è sempre stato in nome della consociazione) continua, più e peggio di prima, a farsi i cazzi propri.
Catania è da tempo una città di “zombie democratici”. Una città che vive di silenzi e di propaganda. Il contesto migliore per fare affari. L’ opposizione rimane di minoranze delle minoranze.
“Un principe non è nulla in confronto a un principio” diceva Hugo. Ecco, nell’Ottocento, forse si vivevano tempi meno ingiusti di questi.
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