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Cronache della “legalità alla catanese”, ufficio stampa comune, il consigliere Notarbartolo denuncia: “rapporto di lavoro in nero fra l’istituzione e un professionista”. Chi? Il Presidente del consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti di Sicila
Pubblicato il 17 Aprile 2015
Cose belle dalle ultime espressioni del “latifondo rossazzurro”…
di iena del Terzo Stato
Un “abominio giuridico”, una “questione che rasente quasi il ridicolo”: non ha usato mezzi termini, ieri sera, a Palazzo degli Elefanti, il consigliere comunale Niccolò Notarbartolo (Pd), intervenuto dopo i colleghi Manlio Messina, Sebastiano Arcidiacono e Giuseppe Castiglione che avevano trattato il tema dell’ufficio stampa del comune. Una realtà che solo una città ridicola e falsa, abituata per cultura ad applaudire gli “sperti” e a rendere omaggio al classismo più becero, Catania poteva produrre.
Da quasi due anni, la realtà la conosco in tantissimi: c’è una sorta di ufficio stampa “parallelo”. Con quale incarico formale?
Lo ha scritto – in solitudine- questa testata, in particolare lo ha scritto Ignazio De Luca. Contro di lui, in coincidenza di questo, si è scatenata una specie di presunta “reazione morale”, in realtà una canea di “difensori d’ufficio”. Spirito corporativo, spirito di casta, si chiama, in italiano. In difesa di chi sta in alto, contro chi sta in basso: riflessi classisti. E di omaggio allo status sociale, al Potere.
A parte questo passaggio, continuiamo a raccontare quanto accaduto ieri sera.
“Ci sono tutta una serie di passaggi -ha spiegato Notarbartolo- che in qualche modo non stanno facendo altro che produrre un abonimio giuridico, sostanzialmente un gravissimo problema per la trasparenza di questo comune e per il sistema della comunicazione e la funzione che essa dovrebbe svolgere”. Questo l’esordio di Notabartolo, che ha aggiunto: “dalle carte che ho potuto vedere e che sono state prese dal consigliere Messina è chiarissimo “. Cosa? “C’è un rapporto continuativo-ha affermato Notarbartolo- e svolto con una grande professionalità e non per una persona, non per una singola istituzione, ma che viene svolto in funzione di più soggetti che in questa sala seggono, componenti della giunta, consiglieri comunali compresi”.
Notarbartolo ha ricordato, altresì, che “questa scelta in qualche modo è frutto anche di quelle che sono state scelte anche sbagliate, secondo me, dello scorso consiglio comunale -molti membri che oggi siedono nella maggioranza lo decisero- quella di tagliare la figura del portatavoce del sindaco”. Di qui, la richiesta di “una modifica del piano di rientro” e di “cercare di regolarizzare una situazione che oggi diventa imbarazzante”. Quale?
“La continuità del rapporto che emerge chiaramente, è chiaro a tutti -chi vuole vederlo lo vede, non c’è bisogno di avere chissà quali nozioni giuridiche- c’è un rapporto di lavoro e pare anche un lavoro subordinato per il tipo di tenore, della continuità, della costanza e la professionalità con cui questo è svolto. Un lavoro che non è inquadrato all’interno di nessun tipo di rapporto giuridico formale, non è inquadrato quindi in tutto e per tutto non fa altro che -questo tipo di rapporto- essere un rapporto in nero che l’istituzione comune tiene con un professionista. Una cosa che è di una gravità assoluta”.
Ma non è finita! Ha aggiunto Notarbartolo: “mi dicono, ma io non ho nozione certa di ciò, che in realtà questo professionista ha anche un contenzioso giuslavoristico con lo stesso comune, quindi in qualche modo ci sono due tipologie di rapporto che sono del tutto incompatabili tra di loro, a parte che il lavoro nero è sempre deprecabile, sbagliato, perchè di fatto parliamo di un lavoratore che, in questo modo, nonostante il proprio lavoro, non ha nessun tipo di tutela che quel lavoro dovrebbe garantirgli, ma d’altra parte però abbiamo anche un contenzioso giuslavoristico che crea un problema notevole.
Se a questo aggiungiamo in questo grande clima di confusione che questo stesso professionista ha un rapporto con una partecipata del comune, un rapporto che ha una certa continuità da due anni, il problema continua a intrecciarsi, peraltro avendo un contenzioso col comune non so se può avere un incarico dal socio unico del comune…”Insomma, secondo il consigliere Notarbartolo, siamo di fronte ad una “abominio giuridico”.
Dettaglio: il professionista in questione è Giuseppe Lazzaro Danzuso, presidente del consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti di Sicilia.
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