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Cronache della legalità catanese, ordine pubblico e una realtà sotto gli occhi di tutti: gli Autonomi di Polizia rispondono al Siap
Pubblicato il 30 Dicembre 2014
RICEVIAMO DALLA SEGRETERIA PROVINCIALE AUTONOMI DI POLIZIA:
“LE MISTIFICAZIONI DI UN DISPENSATORE DI BUGIE
Sul quotidiano “La Sicilia” del 28 dicembre u.s., è stato pubblicato un articolo di stampa in contesto del quale lo scrivente segretario provinciale dell’AdP ha sollevato il proprio dissenso e le proprie legittime perplessità di sindacalista in merito alle rassicurazioni fornite dal Questore di Catania sulle asserite condizioni della sicurezza pubblica a Catania. Nel comunicato di cui trattasi, l’estensore, senza peraltro mai esplicitare alcun nome proprio di persona, per come è nel proprio stile, ha esercitato il proprio diritto di critica nei confronti dell’operato di un organo della P.A. quale è il Questore di Catania e giammai un attacco ai danni di una persona fisica specificamente individuata.
Per tutta risposta sulla Sicilia del 29 dicembre u.s. si legge che, a seguito della pubblicazione della precitata nota di dissenso emessa dal segretario provinciale dell’AdP nei confronti di alcune dichiarazioni del Questore di Catania, “il segretario provinciale del sindacato siap” recita testualmente l’articolo, “ha emesso un comunicato a difesa dei colleghi e, se vogliamo, del Questore Longo”. In detto comunicato, il precitato segretario siap esordisce con la frase “Non accettiamo critiche sull’operato dei poliziotti catanesi”, lasciando intuire che il redigente abbia mosso critiche nei confronti del rendimento di servizio dei poliziotti operanti nel capoluogo etneo, circostanza, questa, del tutto infondata e non corrispondente al vero.
Nel proseguo delle sue mistificazioni, il precitato segretario siap, dopo essersi avventurato in una raffazzonata analisi sociologica posta a base delle difficoltà operative riscontrate dalle forze dell’ordine etnee, ha affermato altresì che “A Catania è un dato inconfutabile che i poliziotti hanno ben risposto alla delinquenza predatoria, una delle più agguerrite del sud italia, impegnandosi anche nell’operazione Mare Nostrum, nell’ordine pubblico al CARA di Mineo, nella movida. Per non parlare degli abusivi, i controlli alla ristorazione, la prostituzione”.
Il segretario provinciale siap anche in questo caso dovrebbe spiegare quando mai lo scrivente ha messo in discussione il fatto che la Polizia di Stato ha sempre ottimamente risposto a tutte le incombenze che è stata chiamata ad assolvere. Mettere in discussione la politica e la gestione della sicurezza pubblica adottate dalla dirigenza della Questura, non ha mai rappresentato, da parte del segretario provinciale dell’AdP, un modo per sminuire il sacrificio e l’operato delle forze dell’ordine della provincia etnea, a cui anzi è sempre andato il suo plauso professionale, sindacale e anche personale.
Il segretario del siap, all’apice delle sue gratuite e infondate propalazioni, si è poi sbilanciato a dire che “Le affermazioni di un sindacato non rappresentativo (appena 50 iscritti in tutta la provincia), guidato da un segretario che è anche dirigente di commissariato, fanno riflettere sulle responsabilità di conduzione di un ufficio che è stato, nel 2014, il meno produttivo; e non per mancanza di uomini, viste le assegnazioni fatte dal Questore. Al quale, semmai, va contestato il mancato rimpasto di alcuni funzionari che magari non rendono al pari dei loro colleghi che lavorano con ciò che il dipartimento ha messo loro a disposizione”. Premesso che il sindacato AdP, al momento attuale, annovera, in tutta la provincia catanese, il doppio circa degli iscritti rispetto ai 50 attribuitigli dal segretario siap e che di tale contingenza detto sindacalista dovrà dare, a pena di responsabilità civile, doverosa rettifica, le sue successive riflessioni sul fatto che tale sindacato sia guidato, a livello provinciale, dal dirigente di un commissariato, lasciano alquanto perplessi e sbalorditi. L’unica cosa che si può obiettare al riguardo è che non risulta vi sia, né potrebbe esserci, una norma di legge o regolamentare, che precluda l’esercizio dell’attività sindacale attiva ai funzionari di polizia.
Le sue successive valutazioni sul fatto che il commissariato in parola sia stato, nel 2014,il meno produttivo, poi, sollevano qualche curiosità in merito alla fonte di provenienza dei dati di riferimento, sia perché l’anno 2014 non si è ancora concluso, sia perché il segretario del siap dovrebbe sapere che nell’anno solare in corso, il Questore di Catania, eccoci ritornati alla questione della gestione della sicurezza pubblica, ha ritenuto opportuno sottrarre alla potestà direttiva del dirigente del Commissariato San Cristoforo l’intera aliquota di personale della Squadra di Polizia Giudiziaria, talché il vistoso decremento del numero di arresti (più della metà) rispetto all’anno precedente, anno in cui detto dirigente del Commissariato San Cristoforo aveva la piena titolarità dei poteri direttivi.
Rammaricandosi per la circostanza di non poter divulgare quei dati numerici che vorrebbe, il redigente può comunque puntualizzare che oltre la metà dei pochi arresti maturati dal Commissariato durante il corrente anno solare, sono scaturiti dall’attività dei servizi di controllo straordinario del territorio che il dirigente si è ritrovato di volta in volta a coordinare e durante i quali ha avuto a disposizione adeguate aliquote di personale di varie forze di polizia. Se il segretario siap non fosse così oberato dagli impegni sindacali da doversi assentare così ricorrentemente dal Reparto Prevenzione Crimine presso cui presta servizio, si sarebbe reso conto che in più della metà dei casi in cui le pattuglie di tale ufficio hanno operato alle dipendenze funzionali del dirigente del Commissariato San Cristoforo, le relative attività sono sfociate in arresti in flagranza coordinati sul posto dal precitato funzionario.
Dovrebbe però ricordare il segretario provinciale siap, che in un raro caso in cui lo stesso si è ritrovato ad operare, unitamente al reparto di appartenenza, nel quartiere Picanello, l’intervento, per come era stato illustrato dal dirigente del Commissariato San Cristoforo, fù finalizzato al rintraccio e controllo di quei teppisti che nel decorso mese di giugno avevano tentato di linciare un innocuo scooterista sessantenne, “reo” di non aver dato la precedenza alla donna di uno dei suoi aggressori. Linciaggio non portato a compimento per il casuale e provvidenziale intervento del citato funzionario dirigente dell’avamposto di San Cristoforo.
E tale tentativo di linciaggio, ritornando sempre al tema della politica e della gestione della sicurezza pubblica a Catania, non venne preso in minima considerazione dai vertici della Questura, oltre che taciuto agli organi di stampa. Le successive indagini espletate per iniziativa personale del dirigente del Commissariato San Cristoforo, portarono ad individuare i responsabili e il consueto loro luogo di assembramento. Sugli stessi, benché il citato funzionario abbia ripetutamente riferito a chi di dovere il loro sordo risentimento per la vittima, a cui avevano sottratto il documento d’identità, nessuno aveva ritenuto opportuno organizzare una parvenza di attività preventiva e di polizia di sicurezza, ragion per cui il dirigente del Commissariato San Cristoforo, dopo diverso tempo dal fatto e per propria iniziativa personale, si assunse la responsabilità di procedere al controllo dell’esercizio pubblico assurto a ritrovo dei facinorosi in parola, procedendo alla loro compiuta identificazione.
Fonte confidenziale degna di massima fede confidò successivamente al surripetuto funzionario che solo dopo quel patito controllo i teppisti in argomento abbandonarono definitivamente il proposito di rivalersi nei confronti dello sfortunato scooterista. Di tale vicenda, peraltro, opportunamente notiziato, S.E. il Capo della Polizia, a quanto ci consta, richiese gli opportuni chiarimenti.
Si potrebbe inoltre ancora menzionare una rapina consumata a pochi passi dai locali del Commissariato San Cristoforo e per i cui accertamenti d’urgenza il dirigente dell’ufficio dovette recarsi personalmente sul posto giacché nessuna facoltà direttiva poteva esercitare nei confronti di quel personale sottratto dal Questore alla sua potestà. Né, tanto meno, detto funzionario venne contattato in quella circostanza da taluno dei vertici della Questura al fine di fornire un proprio punto di vista relativamente alla risposta istituzionale da dare al grave fatto criminoso, risposta che, peraltro, nessuno si prese la briga di organizzare.
A conferma della cattiva gestione della politica dell’ordine e della sicurezza pubblica, in ogni caso, arriva, nella giornata odierna, un ampio servizio pubblicato a pag. 23 sul quotidiano “La Sicilia” in cui, diverse compagini sociali, tanto istituzionali che private, lanciano un accorato appello affinché fenomeni nemmeno tanto difficili da contrastare, quali le c.d. “baby gang”, siano messe in condizioni di non nuocere. Anche in questo caso il dirigente del Commissariato San Cristoforo può a ragion veduta puntualizzare che ogni qual volta si è ritrovato a gestire gli appositi servizi notturni in piazza Bellini, con un’oculata gestione del personale interforze a sua disposizione è riuscito sempre a raggiungere le finalità d’uopo. E, a tal fine, non ha avuto la necessità di impiegare ingenti quantitativi di personale, bensì una decina scarsa di uomini di varie FF.PP. con l’ausilio di una indispensabile pattuglia di cinofili.
Ulteriore risposta alla fondatezza delle perplessità dello scrivente segretario provinciale dell’AdP sulla cattiva gestione della politica dell’ordine pubblico è data dalla semplice constatazione dei gravi tafferugli verificatisi in data di ieri 29 dicembre, presso il CARA di Mineo, a seguito dei quali sono anche stati incendiati degli automezzi. E qualcuno ha ancora il coraggio di dire che Catania, con l’attuale direzione della Questura, è una città più sicura!!!
Tutte queste argomentazioni prescindono da quelle considerazioni negative sul personale delle FF.PP. operanti nella provincia etnea che il segretario siap vorrebbe dare ad intendere che lo scrivente segretario provinciale dell’AdP abbia ingenerosamente formulato, anche perchè la stima che il dirigente del Commissariato San Cristoforo ha sempre nutrito nei propri collaboratori si è peraltro concretata in numerose proposte premiali avanzate pure nei confronti di personale di altri organismi (GdF). Per ultimo,appare d’obbligo evidenziare che il segretario siap, dando prova di soffrire di eccesso di considerazione per le sue mansioni e di una dilatata concezione delle stesse, si permette di “contestare (al Questore) il mancato rimpasto di alcuni funzionari che magari non rendono al pari dei loro colleghi…”.Nel ribadire che il segretario del siap, pur essendo titolare di un inviolabile diritto di critica, non ha la potestà di poter perorare l’avvicendamento di qualunque funzionario, lo scrivente,ancora una volta, rimane sbigottito di come, con questa malaccorta gestione della Questura, si stia assistendo, per la prima volta nella storia della polizia catanese, ad una disdicevole e deprimente lotta intestina.
Catania 30 dicembre 2014 IL SEGRETARIO PROVINCIALE
Dott. Marcello Rodano.”
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