Riceviamo dal sindacato Adp:
“LA PARTENZA DELLA SFINGE
La Sfinge è un’entità mitologica, per lo più preposta a funzioni di inflessibile vigilanza di luoghi sacri, che nell’antico Egitto proteggeva da eventuali intrusi la tomba del faraone.
Il suo possente corpo leonino su cui si innesta un volto dalle sembianze umane, ha sempre suscitato, in chi si è ritrovato ad osservarne la rappresentazione scultorea, un’inquietante e rispettosa soggezione.
Altra caratteristica della Sfinge, nella fertile e leggendaria tradizione accumulata nel corso dei secoli, è la sua proverbiale impassibilità dinanzi al corso degli eventi.
Assieme al Questore Salvatore Longo, la segreteria provinciale del sindacato AdP ritiene che, alla volta di Torino, partirà una virtuale sfinge che negli ultimi due anni ha imperversato in seno alla dirigenza della Questura di Catania.
L’impassibilità con cui sono stati, anzi, NON sono stati affrontati i vari problemi cittadini, trova infatti nella sfinge una metafora più che mai emblematica dell’alta professionalità (sic!) con cui il nostro ormai ex Questore si è cimentato nella (ir)risoluzione dei nodi che venivano al pettine.
Se fossimo talmente presuntuosi da atteggiarci a Soloni di perizia professionale, ci permetteremmo di pontificare su ciò che noi, al posto suo, avremmo fatto per affrontare determinate problematiche che hanno visto un’impassibilità istituzionale ai limiti dell’inerzia.
Tuttavia, non reputandoci tali, ci permettiamo di rivolgere a noi stessi un breve e sintetico prontuario di interventi che si sarebbero potuti fare e non sono stati fatti.
1) Risse ai pub. Noi, al posto del Questore, avremmo istituito un servizio interforze con pattuglia cinofila sul quadrante 0/7 presso il centro storico cittadino, nell’ambito del quale il funzionario preposto avrebbe dovuto aver cura di far pattugliare da un’aliquota di non più di dieci uomini (circa tre per ogni F.P.) con cane antidroga, tutto il circondario del Teatro Massimo. Le assicuriamo che le risse si sarebbero pressoché azzerate!
2) Rapine consumate a pochi passi da un Commissariato. In questo caso, al fine di dare una risposta adeguata e severa, previi accordi col dirigente dell’Ufficio interessato, sarebbe bastato mettere a disposizione della persona giusta e in orario tardo serale, per una settimana di fila, una pattuglia automontata con colori d’istituto e una pattuglia motomontata con personale in borghese. Le possiamo garantire, egregio Signor Questore uscente, che la conseguente paralisi dei traffici illeciti derivante dai pattugliamenti intensivi di certe aree di San Cristoforo, avrebbe indotto gli stessi esponenti carismatici di quel quartiere a dissuadere chi di dovere, dal perpetrare IN futuro malefatte a pochi passi da un ufficio di polizia (uno sfregio alle istituzioni).
3) Scippi. In questo caso è anche superfluo soffermarsi sul mortificante spettacolo delle volanti preposte a distribuire depliants antiscippo che lei ha saputo regalare alla Polizia di Stato catanese. Un paio di autopattuglie con colori d’istituto preposte ad effettuare posti di controllo mobili nelle aree di partenza dei potenziali scippatori con largo uso delle luci stroboscopiche durante i vari spostamenti e una pattuglia motomontata sapientemente impiegata avrebbero fatto miracoli!
Non è questa la sede per dilungarci oltre e, anche per questioni di economia espositiva, non infieriamo sulle opzioni operative che avrebbero potuto caratterizzare il suo carente mandato, tuttavia, Egregio Signor Questore, in futuro le suggeriamo di aggiornarsi, prima di sbilanciarsi in ieratiche affermazioni giornalistiche relative a presunti obiettivi che sarebbero stati raggiunti sotto la sua dirigenza della Questura, sui dati statistici che il Sole 24ore pubblica annualmente in merito ai dati sulla criminalità delle città italiane e che nel 2013 ha visto Catania conquistare il record di città italiana in cui avvengono più furti d’auto, nonché di terzo capoluogo italiano per numero di scippi consumati.
Se questi erano i suoi obiettivi da raggiungere le facciamo i nostri complimenti e ci confortiamo illudendoci che le sue strategie abbiano mirato ad impedire che Catania conquistasse il record mondiale per furti d’auto e non salisse oltre il terzo posto per scippi perpetrati (l’arte di vedere il bicchiere mezzo pieno).
Ci aspettiamo adesso che, come al solito, qualcuno dia incarico a qualche sindacalista compiacente di sconfessare il nostro punto di vista tacciandoci di microscopicità sindacale, la qual cosa, ci creda, ci troverà imperturbabili come lo è stata in questi due anni quella metaforica sfinge che ha imperversato ai piani alti di via Manzoni.
BUON VIAGGIO DOTT. LONGO
Catania 22 gennaio 2015
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