(nella foto l’autore con la passionaria Sonia Messina)
Il ruolo della satira, la sua forza catartica da un lato e la sua valenza didattica dall’altro. I locali di Officina GammaZ erano stracolmi per l’inaugurazione della mostra di vignette satiriche Sacrosante risate e per il padrino che ha tenuto a battesimo l’edizione catanese, Sergio Staino. Il vignettista fiorentino, intervistato da Filippo Giurbino dell’UAAR, si è intrattenuto con la folta platea raccontando la genesi dell’amore per lo sfottò, dovuto alle origini toscane, respirato in casa sin da giovane. Spiegando anche le motivazioni che spingono a fare satira.
“È una risposta al sopruso – ha detto. È la forma meno violenta della ribellione, e forse per questo fa incazzare di più. Prendere in giro vuol dire porsi intellettualmente al di sopra di chi si deride. E questo che dà fastidio della satira, che fa imbestialire i potenti”.
Ma una delle arti più antiche ha anche un risvolto educativo, un ruolo sociale. “La satira è seminatrice di dubbi – ha continuato. Questa definizione mi piace tantissimo e credo che, se il nostro lavoro ha senso, è proprio perché si seminano i dubbi. Il dubbio provoca la conoscenza ed è la base di tutto”.
Domande e riflessioni e sorrisi: Sacrosante risate è questo, ma è anche occasione per vedere quaranta tavole d’autore satiriche, realizzate dai maggiori disegnatori italiani – oltre allo stesso Staino anche Altan, Bandanax, Massimo Bucchi, Stefano Disegni, Ellakappa, Giorgio Franzaroli, Roberto Mangosi, Danilo Maramotti, Alberto Montt e Vauro.
L’esposizione, che proseguirà fino a domenica 29 novembre, arriva in città grazie all’impegno dellUAAR, in collaborazione con l’associazione GammaZ che la ospita, in via San Calogero 29.
Qualche domanda a Staino:
1)E’ una mostra che prende in giro la religione? O il messaggio è un altro?
No, la religione non è il centro della satira, le religioni che conosciamo hanno sostanzialmente tutte un messaggio di fratellanza e di pace. Sono i suoi ministri o i loro adepti che le manovrano per fini terreni di potenza personale. La satira si incentra su loro e in quel senso dà un nobile scopo al suo lavoro.
2)Qual è il personaggio o le situazioni che preferisce disegnare?
Mi diverte molto rappresentare i personaggi della mia famiglia, le nostre emozioni, le nostre indignazioni, e in questo senso sentirmi parte della società italiana più semplice e popolare. A livello politico, una vignetta su una stupidità uscita dalla mia parte politica mi sembra più divertente ed utile di tante vignette fatte sugli avversari.
3)E il personaggio politico che le ha dato maggiori soddisfazioni?
Sono due: Craxi e D’Alema. Si sono arrabbiati spessissimo con le mie vignette e questo dà un senso al mio lavoro. Chi distrugge noi satirici sono gli altri, quelli che non se la prendono, Andreotti prima di tutti.