Cronache della “munizza alla catanese”, appalto raccolta rifiuti di 160 milioni di euro: lettera aperta ai commissari Maurizio Cassarino, Carlo Gualdi e Riccardo Tenti


Pubblicato il 29 Dicembre 2014

di Ignazio De Luca

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Stavamo  titolando questo articolo “Bianco il conservatore dei cassonetti della raccolta rifiuti”, ripensandoci abbiamo ritenuto più utile per la comunità catanese, una lettera aperta agli amministratori straordinari dell’appalto da 160 milioni di euro, che fin dall’aggiudicazione èstato sempre al centro di vibrate polemiche, certamente giustificate.

“Raccolta differenziata: Bianco: Svolta straordinaria nel 2015; Nettezza urbana, sindaco Enzo Bianco: Stop a sacchetto selvaggio.” Questi i titoli dei soliti spot-comunicati stampa relativi al settore, che ci hanno sollecitato a scrivere. I soliti “comunicati propaganda”, vetrina di un sindaco autocelebrativo che pare “usare” Catania, come nel passato, per avere risalto mediatico e ritorni personali da giocare sul tavolo della politica nazionale.

Ma quale anima candida puòcredere che 16 ispettori potranno controllare le migliaia di cassonetti e contravvenzionare, chi non rispetta la tipologia del rifiuto? “Sindaco Enzo Bianco: Stop a sacchetto selvaggio ” con una task-force di 16 vigili? “Ma ci faccia il piacere”! Avrebbe esclamato il principe Antonio De Curtis, in arte Totò.

Più volte ci siamo occupati dell’appalto di 160 milioni di euro l’ultima l’11 agosto scorso al link http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=4764&ucom=241, che certamente l’attuale amministrazione conosce a memoria, ma forse ignoto ai signori commissari.

L’undici agosto, senza mezzi termini come nel nostro stile, (dovremo attenderci querele?) scrivevamo che di quell’appalto non si sarebbe potuto sottoscrivere il contratto il 22 dicembre 2010.

Le clausole contenute nel bando, infatti, erano in contrasto con la legge regionale 9/2010, entrata in vigore nell’aprile del 2010, che considerava il rifiuto non più una cosa da sotterrare, ma una risorsa da utilizzare.

Indicavamo i maggiori responsabili di questa anomala aggiudicazione: nel responsabile unico del procedimento, estensore del bando, dottor Marco Morabito, allora dirigente esterno del Comune, il solo che secondo la legge avrebbe avuto l’incombenza del ritiro e dell’aggiornamento del bando; e nella dirigente della direzione ecologia, dottoressa Anna Maria Li Destri, che peraltro appalto, di cui avevamo scritto col pseudonimo di Cacciatore Verde, alla Puntese Diesel, sarebbe stata rinviata a giudizio per turbativa d’asta e anche licenziata dal Comune.

Scrivevamo pure, che per il megaegocentrismo della Dusty, che già gestiva il servizio di raccolta e che aveva voluto essere la capofila al posto della molto più titolata, in termini di fatturato, Aimeri, riuscì, tale e quale a una manna dal cielo, ad aggiudicarselo la IPI-OIKOS.

Scrivevamo pure, che una delle clausole “più strane” della lex specialis, studiata dall’estensore dottor Marco Morabito, riguardava la raccolta differenziata, infatti il contributo Conai non è appannaggio dei cittadini virtuosi, ma viene liquidato cash, in contanti, alla ditta aggiudicataria. Crediamo, a ragione, non in Sicilia né in Italia, ma in tutta Europa caso unico, che più unico non possa essere.

Scrivevamo pure, calcolando e incrociando i dati dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) che ogni anno Catania, rispetto alle altre province, causa le criticità del bando “munnizzaro”, conferisce in discarica, un surplus di rifiuti annuo pari a 6 milioni e mezzo, che a tutto il 2014, sommeranno nel quadriennio 25 milioni di euro, per il maggiore conferimento di rifiuti all’Impianto Meccanico di Trattamento Biologico di contrada Coda volpe.

Scrivevamo pure, che l’ex dirigente della Direzione Ecologia e Ambiente, nonché estensore, come Responsabile Unico del Procedimento(Rup)del bando di raccolta rifiuti, dottore Marco Morabito, da metà del 2013 lavora come dirigente presso la Sicula Trasporti, la societàche gestisce l’impianto Meccanico di Trattamento Biologico, dove Catania conferisce i rifiuti.

Certamente una coincidenza, che il dottor Morabito, Rup  del bando “munnizzaro”, si ritrovi a far parte di una compagine che incassa un surplus annuo di 6 milioni e mezzo, per non aver, come avrebbe dovuto fare doverosamente, adeguato le clausole del bando alla legge regionale 9/2010.

Scrivevamo di tutte le stranezze di questo bando, eppure tranne una tiepida interrogazione in consiglio comunale, che non ha avuto nessun seguito, tutto è filato liscio per le irregolarità. Non ci capacitiamo come l’appalto della Puntese Diesel di 5 milioni di euro, sia finito sotto la lente di ingrandimento dell’Autorità Inquirente, mentre uno di 160 milioni di euro, malgrado le molteplici segnalazioni, malgrado le palesi violazioni di legge, malgrado le anomalie della legge speciale, non trovi adeguata attenzione.

Come mai non si effettuano controlli nel sito dove Catania conferisce le centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti? Sarà sicuramente tutto regolare, senza punto interrogativo, ma un’ occhiata, per vedere se il peso è giusto? Cosa costerebbe? Oppure c’è qualcuno che ostacola i controlli? Confideremo e conteremo sempre di più nell’opera dei commissari!

Scrivevamo pure, che il tempo delle chiacchiere, per l’amministrazione Bianco era finito. Bisognava correre ai ripari per salvare il salvabile, ammenochè, non si volesse continuare ad arricchire, franco domicilio, i gestori dell’impianto di Coda volpe dove Catania conferisce i rifiuti fino alla naturale scadenza dell’appalto previsto per il 28 febbraio 2016?

Scrivevamo pure, che lo scorso mese di luglio, in due tavoli tecnici, si era ragionato delle criticità di questo appalto tra il Comune e l’azienda OIKOS.

Sapevamo da fonte confidenziale affidabile, che l’azienda appaltatrice sarebbe stata disponibile alla revoca senza opposizione.

Purtroppo, allora, con un dirigente ad interim all’ecologia che aveva avallato l’esatto contrario delle previsioni normative del codice degli appalti, come nel caso del rinnovo della refezione scolastica per il biennio 2012/2014, non si poteva” correre ai ripari”, vedi al link http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=5258.

Oggi, con il commissariamento della Ipi Oikos, un altro e sopratutto esperto dirigente a capo della direzione ecologia, ci sono tutte le precondizioni per cambiare rotta e raddrizzare lo sbilanciamento delle clausole appaltizie a favore della ditta aggiudicataria, studiando nuove regole per i 14 mesi che rimangono di questo appalto “munnizzaro”, recuperando risorse per svariati milioni di euro.

Esortiamo gli amministratori straordinari della Ipi Oikos, di non farsi irretire dalle sirene della propaganda: basterà leggerci su Iene Sicule, abbiamo studiato le carte e queste “cantano” senza mentire.

 

 

 

 

 

 

 

 


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