di iena assonnata marco benanti Preso dalle sue quotidiane “direttrici di vita” (il libretto degli assegni e il santino di Sant’Agata) il catanese”sperto” forse non vede alcune cose. Alcune cose evidenti, palesi, e anche un po’ ridicole. Quelle che accadono a Palazzo e nell’amministrazione pubblica. Malgrado la “visione onirica-mediatica”, Catania continua ad essere una “città […]
CRONACHE DELLA “PODESTERIA”: IL “PODESTA’ RAFAENZINOLOMBARIBIANCO” IN “UNITI SI RESISTE”
Pubblicato il 27 Ottobre 2014
Rosso ancora capo di gabinetto: senza vergogna?
di Ignazio De Luca
Di seguito alcune delle tante fatue inutilità proposte questa settimana dalla giunta del “podestà, Rafaenzino Lombaribianco,”in una città dove la gente muore per strada o vi dimora dormendo sotto i portici.
Una città dove la legalità mostra i muscoli a seconda di chi si trova davanti, mentre interi quartieri sono in balìa dell’arbitrìo e del più forte… abbiamo “Augusto e il bimillenario dalla nascita, Malagò e lo sport in scuole pericolanti, il Saie di Bologna, resto al sud per una borsa di studio, una strada intitolatàa mons. Bello, finanche Giovedìa Catania “L’UE torna a scuola”, poveri noi!
Poveri tutti quelli che non possiamo scappare da questa città, condannati a subirne la violenza, il degrado, l’accomodamento, l’AummAummA, “u cuattiamento”, col diritto che diventa favore.
Fino alla illegalità istituzionale incarnata dal mendace e reticente capo di gabinetto Rosso e dal beffardo ghignetto sempre uguale, come fosse ricavato su una maschera di cera del sempiterno “podestà, Rafaenzino Lombaribianco”.
Ebbene in questa città violentata, ma al tempo stesso violentatrice, nobile e miserabile, svergognata e timorata da Dio, corrotta e proba, il “podestà Lombaribianco”, da quasi 18 mesi ci fa girare l’intelletto propinandoci una Catania che non esiste, nemmeno nel libro dei sogni.
Fa declamazioni di legalità e trasparenza e il suo capo di gabinetto è mendace, reticente e senza i titoli di legge.
Sbandiera rinnovamento e cambiamento e nel suo entourage ci sono soggetti (Danzuso e l’ex litografo) che sin dai tempi della buon’anima di Scapagnini, succhiavano risorse pubbliche, con ricchi incarichi esterni per migliaia di euro.
Addirittura, il” podestà Lombaribianco”, dopo averlo fatto fuori, si è dovuto riprendere, Nuccio Molino inteso ex “sindaco ombra” di Stancanelli, al commercio e l’urbanistica.
Questo perché il suo sostenitore, Lino Leanza, artefice e responsabile principale del quarto mandato del “podestà Lombaribianco”, ha voluto così. “Lombaribianco”, non avendo, ancora, pronta un altra poltrona, ha dovuto abbozzare, per evitare che il presidente Crocetta gli mandasse in “podesteria”, un commissario.
Lino Leanza, il politico per tutte le stagioni sempre dalla parte giusta: sia con la destra in concorso con la mafia, Cuffaro (definitivo) e Lombardo (primo grado), ma anche con la sinistra progressista e senza macchia, Crocetta e appunto “Lombaribianco”.
Questo il 19 febbraio 2014, il commento del sindaco Bianco, sulla condanna di Raffaele Lombardo (che con sagace scelta aveva optato per l’“abbreviato”, dall’alto delle sue capacità strategiche) a 6 anni e 8 mesi per concorso esterno in associazione mafiosa: “dal punto di vista umano non può che dispiacermi, ma la decisione dei giudici dimostra come non sbagliassi segnalando gravi preoccupazioni per il sistema di relazioni che si sviluppava attorno all’allora presidente della Regione”.
“Mi spiace –ha concluso Bianco –che la Sicilia per due volte consecutive veda condannati Presidenti della Regione, ma è bene che si faccia piena luce su certe realtà: questa è una terra che merita innanzitutto verità e legalità”.
“Questa è una terra che merita innanzitutto verità e legalità“: certo suona bene per chi non conosce il retroscena del famoso accordo del 2005, che l’attuale “podestà”di Catania aveva con l’allora presidente della Provincia Lombardo, oggi mafioso in concorso, seppure in primo grado.
Poi arrivò Berlusconi col suo fascino irresistibile e munifico che gli sfilò notte tempo la fascia tricolore per lasciarla al compianto Scapagnini.
In altra parte del giornale abbiamo dimostrato che i paninari, ai quali per primo nella sindacatura del 1998, concesse le licenze e che l’entourage del “podestà” ha definito “mafiosi”, votano da generazione per il “podestà”, anche per aver dato loro le licenze.
Di penne vendute abbiamo parlato in apertura, prima con la destra, “sporca, cattiva e mafiosa”, oggi al servizio del “podestà democratico e di sinistra”.
Ebbene in giunta, chi e quanti sono i compromessi col mafioso- in concorso di primo grado- Lombardo?
Marco Consoli, Salvo Di Salvo, Valentina Scialfa, vicina a Giovanni Pistorio ex braccio destro di Lombardo, Angela Mazzola, espressione di Lino Leanza sempre dalla parte giusta.
Spontanea sorge la domanda: “podestà”ma il rinnovamento, la verità e la legalità, sono esercizi di gargarismo verbale?
Lascia un commento