Mai dire mai: il Palazzo “preoccupato” per l’incolumità pubblica. Lo faranno per il bene delle venti famiglie (nella foto alcuni componenti delle stesse stamane in conferenza stampa) a rischio di finire in mezzo alla strada?
di iena antitruffa marco benanti
Un confronto con l’assessore ai lavori pubblici Luigi Bosco, un’interrogazione di “Area Popolare” (che chiede il differimento dello sgombero e una sistemazione per le famiglie coinvolte),
una conferenza stampa per denunciare il rischio “speculazione sulla zona”: questi gli ultimi sviluppi della surreale vicenda dell’immobile di via Furnari 31. Cose di Catania. Per 50 anni è andato tutto o quasi bene (per chi dice oggi di preoccuparsi della incolumità pubblica), poi all’improvviso…una sorta di “emergenza legalità e salute pubblica”. Proprio in coincidenza con l’apertura di un cantiere alle spalle del palazzo. Per realizzare parcheggi e altro.
A Catania, a causa del destino, i più deboli sono spesso assai sfortunati: un pericolo di crollo, un rischio incolumità e…zac, cascono ponti (vedi alla voce Gioeni) e si diffidano le famiglie a lasciare immobili. Sullo sfondo -inopinatamente- ci sono sempre imprese o soggetti imprenditoriali che vengono fuori, nel loro splendore. Coincidenze.
Il catanese, frattanto, “tifa” -come sua cultura sollecita- per il più forte: chi ha più soldi a Catania è sempre omaggiato. Perchè è l’ unica vera “religione” che praticano gli abitanti del centro pedemontano dell’Etna.
Poi ci sono le minoranze: stamane in via Furnari è arrivato Matteo Iannitti (” ‘u carusu”) di “Catania Bene Comune” ad appoggiare la lotta di venti famiglie (è stato evocato persino il “diritto alla casa” in linea con la “cultura conservatrice” che anima -a differenza del centrosinistra “smart”- quel che resta della Sinistra) a rischio sgombero dopo la notifica del comune di una diffida. Il Tar (insomma, la legalità) ha dato torto ai residenti, che hanno fatto ricorso al Cga (anche se gli è stato negato il gratuito patrocinio): e il comune intima loro lo sgombero. Anche in pendenza di un giudizio amministrativo?
Sono davvero preoccupati quelli del comune dell’incolumità di queste famiglie. E di tutti, in modo ecumenico. Lo fanno per il loro e il nostro bene. Il rischio incolumità è troppo forte: il palazzo crollerà? Sembra quasi di rivedere quanto accaduto al Tondo Gioeni: anche lì una sincera preoccupazione del comune per un possibile crollo del Ponte. E, a distanza di mesi, i catanesi “ringraziano” ancora l’amministrazione per gli ingorghi sulla circonvallazione scaturiti dall’abbattimento del cavalcavia. Un abbattimento a fine di bene, si direbbe. E a nessuno venga in mente che alla fine c’abbia guadagnato il privato (vedi alla voce impresa) e perduto il pubblico (vedi alla voce abitanti di Catania). Che non è vero. Lo dicono i comunisti.
Gli stessi che mettono in guardia i possibili scenari “imprenditorial-politici” dietro le “preoccupazioni umanitarie” del Palazzo. Peccato che lo pensino anche le venti famiglie che non vogliono finire in mezzo alla strada, assieme ai loro figli. E proprio sotto il Santo Natale. Avevano resistito in Agosto, ora nuova “puntata” a dicembre, a poche settimane dalla “Sacra Festa”: la tempistica del comune segue orientamenti davvero singolari. Ma sarà tutta una coincidenza anche questa. Di certo, i residenti non sono “occupanti abusivi” perchè altrimenti non si capisce perchè il comune recapita loro avvisi per pagare le tasse, come la Tarsu-Tari e altro. Che, per caso, si potrebbe pensare che pur di drenare soldi si fanno pagare i “fuorilegge”? Giammai! Legalità, legalità, legalità.
La protesta delle famiglie è giunta anche in consiglio comunale, in tarda mattinata. Registriamo che il gruppo “Area Popolare”, a firma di Manlio Messina, Tuccio Tringale e Salvo GIuffrida, ha presentato un’interrogazione. E un gruppo di residenti ha fatto sentire la propria voce all’amministrazione. Che si preoccupa di loro. E solo di loro. Davvero “natalizi” questi dell’amministrazione Bianco. Bisogna accendere un cero per loro: sono buoni.
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