Considerazioni irriguardose sulla scia della vicenda di Riccardo Orioles
di iena disordinata marco benanti
Insomma, le “ultime” dicono che l’ordine dei giornalisti non vuole radiare Riccardo Orioles. Anzi no: deve pagare le quote annuali mancanti. Questione di vile denaro? O c’è altro? Vedremo.
Come “spettacolo” finora siamo veramente al top, o quasi. Grandi complimenti.
Comunque, al centro di questa vicenda c’è lo splendido ordine dei giornalisti: un “frutto” fecondo dell’Italietta post-fascista, non antifascista. Combattuto da pochi, in particolare dai radicali.
Un grande giornalista italiano Indro Montanelli (a lungo “fascista” per la sinistra, poi non più “fascista” in quanto “antiberlusconiano” sempre per la sinistra) ne aveva parlato in un libro di qualche anno fa, sull’ Italia delle corporazioni, una delle identità più forti e vere di un paese provinciale, familista e ridicolo come questo.
Riportiamo quanto dichiarava (pag 80-81) Indro Montanelli ad Antonio Galdo nel libro “Guai a chi li tocca” (Mondadori 2000):
“…in compenso, abbiamo l’ordine dei giornalisti: dobbiamo difenderlo?
“Assolutamente no. Non ha alcuna funzione, se non quella comune a tutti gli ordini professionali: difendere mafie di interessi corporativi”.
Montanelli, la prego, non prendiamoci una querela.
“Se lei è preoccupato, li chiami privilegi, ma la sostanza non cambia. Scavo ancora nei ricordi, e vado all’albo dei giornalisti che esisteva al tempo del fascismo, come organizzazione di controllo sul nostro lavoro. Io venni espulso, per i miei articoli dalla Spagna, durante la guerra civile, che non piacevano al Duce….”
Con la fine della dittatura, che cosa è cambiato per la categoria?
“Ho alle spalle settant’anni di giornalismo sul campo, e ignoro l’indirizzo dell’ordine dei giornalisti. Dove sta? Lei conosce la sede? Io no”.
Guardi che l ‘ordine dei giornalisti tutela la libertà di stampa.
“Ma lo vada a raccontare a qualcun altro, non a me! Non ho mai sentito il bisogno di essere iscritto a un albo per sentirmi un giornalista libero di scrivere ciò che penso e pensare ciò che scrivo. Gli ordini sono la muffa di un paese che non riesce a modernizzarsi. Aspetto da sempre un governo con gli attributi, capace di eliminarli in blocco”.
Parola di Indro Montanelli, classe di ferro 1909.”
Cari centrosinistri e sinistri diffusi mi raccomando: tutti a difendere l’ordine dei giornalisti. Bravi! In nome della vostra libertà. In attesa sempre che l’Italia degi “stranieri in patria”, l’Italia autenticamente laica, libertaria, socialista non autoritaria, un giorno torni a farsi sentire.
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