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Cronache di Sicilia: fermi tutti! Adolfo Messina Presidente di “Pubbliservizi”!
Pubblicato il 22 Giugno 2015
di iena un “Gaviscon” in quel di Bronte
Paternò è in festa! E anche Ragalna non è da meno. Hanno vinto lo scudetto? No, di più. Il “loro” Adolfo Messina è il nuovo presidente di “Pubbliservizi” società partecipata della Provincia Regionale di Catania, nata nel 2006, che si occupa di una serie di servizi e occupa circa 400 persone. La nomina è arrivata dal commissario della Provincia Paola Gargano. Oggi Messina è piombato in sede, alle “Ciminiere” del viale Africa di Catania: ha preso contatto con il personale ed è stato salutato dalla vecchia dirigenza, in testa il presidente uscente l’avv. Vittorio Lo Presti. Con Messina, a govenare la società saranno chiamati Chantal Colombrita ed Angelo Castorina nel cda.
Volto non nuovo (è nato nella “vituperata” -ma oggi spesso “rimpianta”- Prima Repubblica, nella Dc), Adolfo Messina alias “Adomex” è personaggio poliedrico: giornalista ed editore di “QtSicilia”, personaggio che non ama l’ipocrisia, come tanti “moralizzatori della domenica” di Sicilia, è amato e odiato. C’è chi ne apprezza le doti, in primis l’esperienza di amministratore (lo è stato a lungo in quella che un tempo si chiamava Usl), c’è chi maligna sulla sua capacità di “navigare” nelle “onde tempestose” della politica sicula, fra squali, squaletti, merluzzi, mazzoni e “pizzi ‘i re”. Lui non nega assolutamente di essere amico di Saro Crocetta, di esserne sostenitore, ma per oggi non vuole rilasciare dichiarazioni di sorta.
Messina è chiamato ad un incarico prestigioso ma anche gravoso, una bella “patata bollente”: risanare un’azienda dove in problemi non mancano. A cominciare da un bilancio in perdita per circa 260 mila euro. E dire che dall’area politica che ha espresso la gestione passata sembrano essere arrivati più di un “mal di pancia”: le critiche sono sacrosante, ma certo ci vorrebbe –aggiungiamo noi- anche il “pulpito giusto”.
Comunque, per chi l’ha presa male, soprattutto in quel di Bronte e dintorni (cara, pardon caro mi fu sempre quest’ermo colle) un bel “Gaviscon” in formato famiglia. E’ quello che ci vuole!
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