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Cronache di una realtà che brucia, o meglio muore di “autocombustione”: fuoco su Catania, fuoco su una città in caduta libera. Ecco le parole di Matteo Iannitti
Pubblicato il 03 Agosto 2015
da “Catania Bene Comune”:
“benvenuti a Catania” non si legge più. Il cartellone ha preso fuoco, è bruciato. Viale Africa. Dietro quel cartello 6×3 affisso dall’Amministrazione Comunale c’era e ci sarà di nuovo tra pochi giorni un rifugio per senza fissa dimora. Improvvisato, pericoloso, a volte violento, indegno, inumano.
Se l’è portato via questa mattina un incendio, come un altro ieri si è portato via un pezzo di campo Rom, come l’altro ieri un altro ha bruciato una parte di Palazzo Bernini, come qualche settimana fa alla Villa Bellini altre fiamme hanno spento la vita di un povero senza tetto.
Eccola Catania, benvenuti. E mentre i turisti bestemmiano per la spiaggia nera di San Giovanni Li Cuti stuprata da una piattaforma mai finita, mentre il porto si allarga con una darsena abusiva costata milioni di euro e che insabbierà gli attracchi, mentre gli affari fioccano da corso dei martiri al PUA, prende fuoco il cartellone che dà il benvenuto in città.
E ridono e festeggiano i farabutti senza dignità, fascistelli razzisti, che osannano le fiamme sui campi dei migranti e dei poveri.
Brucia Catania, di un fuoco senza alcuna passione. Brucia la Catania perbene che lascia le miserie dietro le lamiere. Brucia la più mediocre classe politica che questa città abbia mai visto.
E non potete farci nulla. Il fumo ha riempito il cielo, le fiamme hanno superato le recinzioni e hanno avvolto anche il vostro cartello.
Basta, non potete più girarvi dall’altra parte.
Non avete più neanche il tempo di nascondere il cerino.”
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