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Cronache di “uomini contro”(con tanti obiettivi quanti sono le loro tasche): “io proprio io, impiegato del sindacato, vi spiego l’etica e le ‘scelte di vita’ giuste”
Pubblicato il 07 Giugno 2015
Grande intervista, da portare nelle scuole.
Un ripassato satirico di educazione civica.
di iena fantasindacale
Ienesicule: Buongiorno, è lei il signor Pagnotta, iscritto al sindacato per i giovani?
Pagnotta: Prego, compagno. Noi di sinistra ci chiamiamo compagno. Questo fa la differenza, per noi. Le parole prima di tutto. Poi, le azioni, certo. Ma le parole sono fondamentali,sono il nostro strumento principe di azione politica. Senza le parole, noi probabilmente non esisteremmo.
Comunque, bene sono un giovane del sindacato. Ma guardi, io non mi chiamo Pagnotta, il nome me l’hanno dato quei giovani onesti che, forse attratti dalla destra reazionaria, se ne sono andati da questo sindacato
Ienesicule: veramente c’è gente onesta che lascia il sindacato?
Pagnotta: proprio così, questo è un effetto del berlusconismo. Veramente una disdetta, si direbbe.
Che poi che vuol dire onesti? Mica siamo disonesti noi, siamo semplicemente gente che sa come va il mondo. Un po’ come diceva in qualche opera, non ricordo quale, Alessandro Manzoni, uno scrittore che amo molto. Perché è di sinistra.
Comunque, non voglio divagare, va proprio così: ci sono coscienze libere che ci lasciano. E noi naturalmente che facciamo? Li diffamiamo. Ma, per il bene di tutti, in particolare nostro.
Mettiamo, allora, in giro un sacco di frottole sui veri motivi del loro abbandono. Per la verità, lo facciamo anche con quei giornalisti che non sono abituati all’omaggio al nostro sindacato. Pochi, veramente pochi. Per loro, c’è di peggio: mettiamo in giro una cazzata dopo l’altra cazzata. In genere, fondata o meglio infondata sul denaro. Del resto, noi ce ne intendiamo. Di denari, voglio dire. Ma sempre per il bene, non per il male.
Ienesicule: ma lei dove ha imparato queste tecniche sopraffine?
Pagnotta: guardi io ho una formazione politico sindacale mutevole. Cangiante. In nome delle convenienze del momento. Allora, quando c’è da fare casino, divento populista e per la giustizia, come si dice, giusta.
Ienesicule: ma perché lei crede a questa giustizia?
Pagnotta: ovviamente no, ma questo non è il punto. Insomma, occorre vedere se conviene. Comunque, non mi interrompa con queste frasi banali. Allora, dicevo: poi ci sono momenti in cui divento comunista ortodosso, in genere nelle occasioni importanti. Quelle ufficiali del sindacato. Mi serve per fare la parte dell’oppositore.
Poi, però, bisogna sapere vivere e allora divento riformista.
Ienesicule: ah, il riformismo, la tradizione di Turati…
Pagnotta: chi è Turati? E’ nella segreteria? Non mi pare
Ienesicule: no, niente, non ha posti in segreteria, comunque continui…
Pagnotta: divento riformista quando c’è da rispondere agli ordini della segreteria. Ad esempio, quando la segreteria lascia intendere che l’amministrazione comunale è cosa nostra, beh, allora, io mi accomodo, insomma, mi adeguo. E comincio a diffamare chi non sta agli ordini sindacali. Bisogna sapere vivere, come le ho detto. Mica siamo tutti immaturi e figli di famiglia a vita. Io con lo stipendio sindacale mi sono passato quattro piaceri…
Ienesicule: vuole dire che ci vive?
Pagnotta: no, non proprio, o meglio sì, ma io dico così perché mi hanno detto che bisogna dire così..
Ienesicule: dopo il riformismo, quale altra categoria politica utilizza in queste sue scelte di vita?
Pagnotta: quella del giustizialismo. Veramente esaltante. Ogni persona libera, ogni avversario politico, finiva in qualche storia immorale o simil tale, o presunta tale. Oh, non poche volte non c’entrava proprio un cazzo. Ma, sa, la lotta politica è così, lo diceva anche Stalin. E anche quelli della Rete, li ricorda?
Ienesicule: ma lei sposa il giustizialismo o no?
Pagnotta: io non sposo nessuno, se non le mie convenienze. Un po’ come al supermercato. Quindi, sono giustizialista o lascio intendere di esserlo, ma subito, zac, mi butto da un’altra parte e divento chessò movimentista, no global, magari no global del Canalicchio, ma sempre no global. L’importante è non avere mai, ma dico mai, una posizione precisa e determinata. Perché altrimenti non posso tornare in tempo alla posizione che conviene. Insomma, le circostanze comandano, e io vado dietro loro. E allora sa che faccio?
Ienesicule: che fa?
Pagnotta: mi avvicino all’area grillina o simili. Certo, un po’ di giustizialismo c’è, eccome. Ma è di sinistra.
Ienesicule: come? Il giustizialismo è di sinistra?
Pagnotta: no, voglio dire, ma lo possiamo fare diventare così, se serve. Se non serve, no. Anche l’area grillina può diventare di sinistra o di destra, a seconda delle circostanze. Ovviamente, se conviene a me. E chi altri, sennò?
Ienesicule: interessante, ma lei quanti anni ha?
Pagnotta: sono giovane. Ma anche maturo. Ora, però, scusi, c’ho un problema…
Ienesicule: quale?
Pagnotta: devo preparmi alla prossima manifestazione.
Ienesicule: prepararmi in che senso?
Pagnotta: devo entrare nel ruolo, insomma, un po’ di simulazione. Del resto, tutta la mia vita è o quasi una simulazione. Allora, sto ripassando le frasette che fanno molto sinistra: battute contro Berlusconi, contro la Juventus, contro Maria De Filippi e il prosciutto di Parma, slogan contro Jovanotti, quest’ultimo con moderazione, perché è di sinistra.
Ienesicule: ma lei come campa?
Pagnotta: ci pensa mamma sindacato. Lei dovrebbe studiare di più, sembra proprio un reazionario, anche nelle domande che fa.
Ienesicule: perché ci sono domande di destra o di sinistra?
Pagnotta: no, ci sono domande che servono e domande che non servono. Insomma, la concretezza prima di tutto.
Ci pensi, pure lei, un saluto
Ienesicule: grazie della lezione di vita.
(satira)
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