di Iena Asociale Marco Benanti&Ignazio De Luca
La “valanga” di Mafia Capitale precipita a valle, verso Mineo e i “cacicchi” locali fanno a gara a condannare, indignati, quel sistema di corruzione capitolina messo su -secondo gli investigatori- da Buzzi e Odevaine che ora rischia di travolgere tutti, destra e sinistra, anche qui, in terra di Sicilia, nel Calatino. Condanne contro quel sistema di malaffare e contro chi ha speculato sulla pelle degli immigrati del Cara di Mineo sono stati diffusi, simultaneamente, dai deputati Berretta, Albanella e Burtone che attraverso un comunicato (e un’interrogazione parlamentare) chiedono al ministro Alfano che faccia luce sulla “gestione dei Centri di accoglienza per i richiedenti asilo e più in generale alle attività connesse alla gestione dei flussi migratori, che come è noto negli ultimi anni hanno assunto proporzioni decisamente rilevanti”.
Il riferimento è al centro di accoglienza di Mineo su cui negli anni si sono concentrati gli appetiti bipartizan della politica locale: soldi, posti di lavoro, amici da sistemare. Forse i tre deputati piddini farebbero meglio a “interrogare” i sei dei nove sindaci (del Pd) dei comuni che gestiscono il “Consorzio dei comuni Terra d’Accoglienza” a cui sono passate le funzioni di soggetto attuatore del Cara di Mineo. Ma Vabbè.
Ai tre deputati catanesi fa immediatamente eco Enzo Napoli, segretario provinciale del Pd Catania che in una nota (guarda foto) chiede addirittura che la magistratura faccia chiarezza sulla gestione del centro di Mineo: “Anche la sola ipotesi che si possa speculare sul disagio e la disperazione di migliaia di persone -scrive Napoli cadendo “spataraniamente” dal pero – provoca indignazione e riprovazione. Per questo il PD etneo chiede alla magistratura di vagliare molto attentamente non solo la corrispondenza tra le somme impiegate ed i servizi effettivamente prodotti, ma anche i criteri adottati per la selezione e le assunzioni del personale impiegato. Per quanto ci riguarda, non siamo disposti a fare sconti a nessuno e saremo, anzi rigorosissimi con chiunque abbia approfittato in qualsiasi modo del dramma dell’immigrazione.”
Il sospetto (ma no!) è che qualcuno abbia tratto vantaggi da questo tipo di “solidarietà” anche da queste parti e anche (forse soprattutto) in zona Pd.
http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=4067
In attesa che la magistratura faccia chiarezza su “assunzioni e criteri di selezione”, come chiede Enzo Napoli, ricordiamo ciò che è già noto e cioè che tra i consulenti del Cara di Mineo vi sono, per esempio, Federica Quattrocchi, giovanissima fidanzata di Livio Gigliuto, consulente del sindaco di Catania Enzo Bianco. A 22 anni, (è iscritta all’università) la Quattrocchi dovrebbe occuparsi di valutare i requisiti degli immigrati che hanno compiuto traversate di centinaia di chilometri, sopravvissuti a guerre e persecuzioni, visto morire compagni, figli e fratelli, per poter ottenere lo status di “rifugiati” e quindi accedere alla “protezione internazionale”. Stesso gravoso compito dovrebbe avere anche un altro consulente del centro di accoglienza, il renzianissimo e poco più che ventenne Giulio Ciccia (guarda foto), enfant prodige del renzismo locale, amico (anzi “fratello” come si definisce su Facebook) del solito Livio Gigliuto, un sorta di “asso pigliatutto”.
E poi dicono che gli immigrati “rubano” il lavoro agli immigrati. Macché. Da queste parti contribuiscono ad abbattere il tasso di disoccupazione giovanile. Giovanile del Pd, si intende.
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