Riceviamo dall’avv. Rosario Pennisi, difensore dell’imprenditore, condannato in Cassazione, il 7 giugno scorso.
“La sentenza definitiva di condanna ad anni 5 di reclusione per associazione di tipo mafioso nei confronti dell’ing. Mariano Incarbone suscita amarezza e sconforto.
È un errore giudiziario, questa la mia convinzione. È vero che nei tre gradi di giudizio resta ferma l’affermazione di responsabilità ma, parimenti e significativamente, il Tribunale della Libertà aveva annullato l’ordinanza di custodia cautelare per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Materiale probatorio, pressoché identico, è stato valutato in maniera opposta.
Qualcosa non ha funzionato, forse mancanza di umana tensione, di ricerca analitica sul complesso versante della verità processuale.”
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