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Cronache “popolari” catanesi, Giacomo Rota (Cgil): “negli ambienti radical chic di questa città ci si rimpie la bocca di inclusione sociale”. Qualche “considerazione antipopolare” da ienesicule
Pubblicato il 03 Marzo 2015
di iena plebea marco benanti
Ogni tanto, anche a Catania, ci sono persone che dicono qualche verità, magari per sbaglio. E’ accaduto, stamane, durante la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa sul tema “Periferie al centro: partecipazione, rigenerazione e riqualificazione urbana”. Il segretario della Cgil di Catania Giacomo Rota ha dichiarato, all’interno di una dichiarazione televisiva, parlando della mancanza di lavoro, del pregiudizio che subisce Librino, altresì che: “… negli ambienti radical chic di questa città tanto ci si riempie la bocca sull’inclusione sociale, tanto si fanno passerelle, tanto poco poi si va al cuore dei problemi…” Sante Parole, SacroSante Parole!
Però, magari la prossima volta, Rota potrebbe chiedere “lumi” sul tema alla responsabile Cgil per Librino Sara Fagone, seduta accanto a lui. Certo, magari si potrebbe fare raccontare –Rota- la candidatura al consiglio comunale, due anni fa, sostenuta dall’ “area berrettiana”, con una campagna elettorale svolta anche attorno al circolo di Librino (vedi foto). Tutti “voti popolari”? O “radical chic”?
E ancora: a proposito di passerelle potrebbe chiedere “lumi” all’assessore comunale ai servizi sociali Angelo Villari (suo precedesssore alla Cgil), e domandare a lui come mai l’attuale sindaco Enzo Bianco abbia potuto avviare la sua campagna elettorale, nel gennaio del 2013, a Librino, in piazza dell’Elefante, annunciando un grande impegno per i quartieri popolari e poi come primo atto vero dell’amministrazione -sul quale l’amministrazione si è spesa con determinazione e passione- abbia potuto realizzare…l’abbattimento del ponte del Tondo Gioeni. Una grande conquista per la collettività, ce ne siamo accorti tutti. Una città “spaccata” in due e con un traffico impazzito in molte zone –per anni- senza soluzioni possibili.
Ci rivolgiamo a Rota conoscendo la sua disponibilità al dialogo, anche nel contrasto delle posizioni: almeno lui non si lancia in difese d’ufficio per sentiti e passionali motivi di pagnotta!
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