Cronache portuali catanesi sotto gli archi della Marina: perché babbo Natale porta 36 mila euro e cocci al commissario Cosimo Indaco se l’incarico è a titolo gratuito?


Pubblicato il 20 Gennaio 2015

di Ignazio De Luca

Intorno alle 23: 00 di lunedì scorso, da “Piazza Umberto”, ho imboccato la via Musumeci, poi l’ area mercatale, i portici della “city”, piazza Stesicoro, via Etnea, via Umberto fino a ritornare alla piazza di partenza, Vittorio Emanuele.

La sensazione, netta, pregnante, invasiva mista a inquietudine, è stata quella di passeggiare in una città morta, il cui cadavere putrido emana un fetore insopportabile. Strade buie, sporche, deserte e silenziose, con sacche di disperata umanità che appena ti vede ha più paura di te che sei già in stato di allerta.

Quella che è stata la “Milano del sud”, oggi assomiglia sempre più ad una zona da ” day after”. Certo tante, troppe colpe abbiamo chi, per viltà(?) o forse per eroismo(?), non ha voluto o saputo o potuto scappare da questa Catania, ma siamo solo noi i responsabili ? Un degrado che sembra non avere fine e non toccare mai il fondo.

Una classe dirigente inetta, incapace e accattona per un verso e speculativa, affarista e di “rispetto”per l’altro, hanno il peso maggiore e la responsabilità più grande di questo disastro.

E mentre passeggiavo, solo coi miei pensieri di cui sopra, mi tornava in mente l’articolo di Luisa Santangelo, letto su “Meridionews”, sul caso del commissario del Porto Cosimo Indaco; il sindaco etneo è sponsor unico del ritorno dell’ex presidente, praticamente è Lui che lo rivuole commissario, quasi per fermare il tempo; era stato declamato, “urbi et orbe”, che Indaco avrebbe lavorato, come prescrive la legge 114/2014, gratuitamente per un anno.

Invece, giusto per Natale, si legge sul sito dell’autorità Portuale che il “carro” del ministro Madia ha “portato in dono” al commissario 36.213,54 euro, per il lavoro svolto dal 3 ottobre al 31 dicembre 2014. Alla faccia della gratuità dell’incarico!

Questa sorte di  “dono” natalizio, gli “scienziati” burocrati del porto (ah, stupidi noi di Ienesicule a credere che gli “scienziati” fossero solo a Palazzo degli Elefanti) lo materializzano interpretando, forse novelli emuli del professore Mortati, uno spicchio della circolare Madia che riportiamo in foto:

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I burocrati “scienziati” del Porto, veloci a liquidare al loro capo un indennità non dovuta (?), avrebbero fatto bene a leggerla tutta la circolare Madia, perché avrebbero dovuto tenere ben conto della parte di circolare che consente ai pensionati di assumere incarichi nella Pubblica Amministrazione, purché in possesso dei requisiti di accesso anagrafici.

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Ora assodato che il commissario Indaco già da più di qualche anno abbia superato la soglia dei 65 anni e assodato che l’autorità portuale non abbia insite caratteristiche tipiche dell’amministrazione Universitaria o Giudiziaria per le quali, in deroga, l’età pensionabile e ultra 70.
Appare di tutta evidenza che anche solo in base alla circolare Madia, i 36 mila e rotti di dono in soldi pubblici, vanno restituiti al più presto, con lo strumento dell’auto tutela, anche forse per alleggerire probabilmente la posizione in capo ai soggetti “scienziati” che hanno provveduto all’illegittima erogazione.

La liquidazione è anche censurabile sotto il profilo dell’opportunità. Dovrebbero saper gli “scienziati” emuli, che il commissario Indaco, ha intentato causa di lavoro per 700 mila euro, all’autorità portuale. Ha perso in due gradi di giudizio. In appello la soccombenza è di luglio 2014, in teoria e in diritto potrebbe ancora impugnare in Cassazione. Non è poco accorto, per gli emuli “scienziati”precipitarsi all’emissione di un mandato di 36 mila euro e cocci?

Non pensi, l’Autorità Portuale di intimidire lo scrivente e il direttore della testata, con la solita querela, per tentare di imbavagliarci, perché sarà inutile. Altre “frecce giuridiche” tireremo fuori dalla “faretra” del diritto amministrativo, per “sistemare”questo provvedimento che appare di “donazione”.

Per i novelli(ni)emuli ci sorge spontanea una domanda: quando una circolare avrebbe mai potuto modificare una legge?
 Di più la casistica della 114/2014, comincia a essere copiosa e con precedenti illustri.

Un parere dell’Avvocatura dello Stato, ha stabilito che le nomine a manager della Sanità, dei dottori Cantaro e Pellicanò, entrambi in pensione, sono illegittime perché il perfezionamento del contratto di lavoro con la firma, sarebbe posteriore all’entrata in vigore del divieto ai pensionati di assumere cariche pubbliche. All’opposto l’ufficio legislativo della Regione Siciliana che ritiene legittime le nomine, in quanto precedenti (un giorno) all’entrata in vigore del decreto legge 90 trasformato nella legge 114.

Per lo stesso motivo il decreto del Ministero che nomina il commissario Indaco è di ottobre 2014, la legge 114/2014, del 14 agosto, attraendo la sua vigenza sin da maggio 2014, data del decreto legge, che è ampiamente antecedente al decreto di nomina e dunque c’è un solo modo per Indaco di essere il capo del porto di Catania, quello sbandierato dal suo sponsor sindaco: A TITOLO GRATUITO.


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