Come finirà la storia del “trasferimento” dello “stallone morente”? Intanto, addirittura c’è chi critica…
a cura di iena senza sella (nè briglie)
Sono stati, come al solito, bravi, ma veramente bravi quelli del comune. In 48 ore hanno portato lo “stallone morente”, la nota opera del Messina, a piazza Galatea (prossimamente aperta nella sua nuova “green”-versione), in mezzo al verde e ben difesa da possibili “assalti”(di donne in crisi?), e il giorno dopo hanno tolto anche il basamento da piazza Vittorio Emanuele II.
Qui, non c’è più nulla, solo spazio (vedi foto), da usare? Magari per farci qualcosa? Chissà, sono aperte tutte le ipotesi, anche le più inverosimili, quali, ad esempio, di un “ritorno di fiamma” dei parcheggi. Ma non erano “di destra”, i parcheggi, s’intende? E se ci fosse dietro l’angolo qualche nuovo “imprenditore della Magna Grecia”, quel tipo di personaggio molto poco ignoto alle cronache catanesi?
Del resto, non molto tempo fa, l’assessore comunale Luigi Bosco aveva riaperto il discorso proprio sui parcheggi. In nome dell’occupazione. Cioè del lavoro, per non essere fraintesi.
http://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=3657
Mai dire mai, anche perchè le società civili riunite, a cominciare dal nuovo soggetto planato da qualche mese sul miserabile e finto scenario politico catanese, ovvero “CompariUniti”, hanno subito fatto sentire -forte e decisa- la propria voce. Vogliono sapere tutto, ma proprio tutto, su questa operazione…
Intanto, ecco le prese di posizione di due soggetti che hanno addirittura voluto dire la propria…
MEC: ROTATORIA DI PIAZZA GALATEA E’ UN OTTO VOLANTE.
Per la seconda estate consecutiva l’amministrazione comunale di Catania regala alla città un’opera controproducente, quest’anno è il caso di Piazza Galatea. “Sembra che il concetto di rotatoria rotonda sia in odio ai nostri amministratori che si stanno sbizzarrendo con progetti sempre più arditi. Questa volta, hanno realizzato un otto volante proprio nel bel mezzo di Viale Africa.”
A esprimere questa posizione è il MEC, guidato da Claudio Melchiorre.
Secondo il Movimento Elettori e Consumatori la nuova Piazza Galatea è pericolosa.
“I flussi di traffico veicolare sono costretti a una gimcana che non solo rallenta la velocità, il che potrebbe anche essere un bene, ma costringe a cambi di carreggiata talmente bruschi e sovrapposti che gli incidenti di lieve entità saranno frequentissimi, mentre quelli mortali resteranno molto probabili.”
Il Mec, che ha realizzato un sopralluogo con tecnici della sicurezza che hanno evidenziato anche varie anomalie nei percorsi pedonali, considerato che una rotatoria si realizza per eliminare i semafori degli incroci interessati. “L’area è densamente popolata e, per come è congegnata la piazza, il mare è definitivamente escluso dalla fruibilità del quartiere. Attraversare il Viale Africa, con quest’opera, sarà comunque molto pericoloso, considerato che nella corsia esterna la velocità reale degli autoveicoli sarà sostenuta.”
Il Mec paventa che la soluzione che adotterà l’amministrazione comunale sarà quella di istituire una nuova zona a 30 km orari di velocità massima, facendo di un pasticcio, una trappola mangiasoldi a favore del Comune.”In realtà – afferma Melchiorre – anche in questo caso l’amministrazione dovrà rimettere mano al progetto della piazza che così non va bene. Aumentando la quantità di soldi sprecati. Basti pensare che, secondo i nostri calcoli, con i soldi che si dovranno investire nuovamente per riaprire il traffico su Viale Africa senza impegnare la piazza, e i continui spostamenti di barriere, statue e arredi urbani, il Comune avrebbe potuto mettere in sicurezza almeno due scuole.”
“Questa amministrazione – hanno concluso i consumatori – sperpera i soldi pubblici per fare opere inutili se non dannose. Lo scorso anno c’è stato il capolavoro del Punto Gioeni, quest’anno la nuova Piazza Galatea che ribattezzeremo presto Otto volante. Rallentato.”
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“LO STALLONE MORENTE: DA SPARTITRAFFICO ALLA ROTATORIA. E IL CONCORSO D’IDEE DOVE E’ ANDATO A FINIRE?
Ma l’Amministrazione non doveva lanciare un concorso d’ idee, una sorta di referendum, per trovare il luogo piu’ idoneo alla nuova sistemazione del povero, e –scandaloso-, ‘stallone morente’ di Francesco Messina? Ma a quanto pare il concorso che doveva coinvolgere tutti i cittadini è stato sintetizzato all’osso ovvero all’idea di un solo cittadino che, certamente, varrà centomila idee!
Non si capisce, poi, perché da un’installazione al centro di un parcheggio chiamato impropriamente piazza (mi riferisco alla piazza chiamata Umberto) , ad un’altra al centro di una rotatoria quella di piazza Galatea (come arredo o, forse, mi chiedo, per sottrarlo alla visione ravvicinata vista la realistica e plateale esposizione degli organi di riproduzione dell’animale?) , altro spartitraffico, da dove, ovviamente, sarà quasi impossibile vedere l’opera da vicino nella sua interezza e nella sua intrinseca bellezza.. E’ più che improbabile che si potrà ammirare tale opera dalla propria auto anche in corsa con il rischio di tamponare; ma rispetto all’asfalto di piazza Umberto qui lo ‘Stallone’ sta su un prato,ciò non potrà che susciterà l’ immaginario collettivo che vedrà la possibilità per lo stallone di poter ‘pascolare’, ovviamente se riuscirà a sopravvivere in quanto, come dice il titolo dato dall’artista all’opera è ‘morente’.
Finisco col dire, e non perché l’Amministrazione debba ascoltare me rispetto ad altri, che nell’agosto scorso ho proposto (e non era la prima volta che denunciavo pubblicamente lo stato di degrado in cui versava l’opera, anche in quanto nel lontano 2002 fu il sottoscritto a denunciare alla stampa l’atto vandalico, anche questo rimasto impunito, delle cosiddette ‘mutande di lamiera’ che hanno lasciato tracce indelebili sulla scultura di bronzo costata centinaia di milioni di lire) di spostare lo Stallone in un luogo idoneo che vista la sua plasticità scultorea, anche in quanto non si tratta di una statua equestre imponente come quella installata a piazza Roma, realizzata per il luogo, merita di essere inserito in un museo,come il Castello Ursino (primo insediamento) , o all’interno di un chiostro di uno dei palazzi storici pubblici della città, come Palazzo Platamone, ma anche in una piazza del centro storico degna di questo nome, anche per salvaguardarne l’integrità e il futuro e per la dignità dell’opera d’arte. Ma essendo un eterno ottimista ancora io ci spero!
Alfio Lisi
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