Al Leonardo Da Vinci, i rossazzurri piegano il Gela per 88-67 foto di Romano Lazzara. ALFA BASKET CATANIA 88 GELA BASKET 67 Alfa: Valastro, Gatta 12, Drigo 6, Torrisi 5, D’Aquino, Budrys 14, D’Augusta Perna, Patanè 14, Pappalardo 4, Janjusevic, Barbakadze 8, Abramo 25. All. Zečević. Gela: Musikic ne, V. Bernardo 3, Stanic 10, Julakidze, […]
CRONACHE ROSSAZZURRE…D’UN TEMPO “BUIO”: QUANDO LA COMMISSIONE DI COLLAUDO DISPOSE LA PERIZIA PER UNA SCUOLA ALL’IMPRESA RENDO CHE LA COSTRUIVA! MA PER FORTUNA CERTE COSE NON SUCCEDONO PIU’!
Pubblicato il 20 Agosto 2014
Un tempo, nella “Prima Repubblica”, sotto l’Etna accadevano cose che veramente destavano indignazione. Come quanto ora riportiamo, da un testo sul “sistema democristiano a Catania” del sociologo Mario Caciagli.
Ma per fortuna è roba del passato, certe modalità operative non si vedono più…E la legalità trionfa, sempre! E la società civile applaude, vero bravi borghesi?
a cura di iena con la testa al passato marco benanti
“…in base alla legge 641 sulla edilizia scolastica per il quinquiennio 1967-71 viene finanziata la costruzione dell’Istituto Gemmellaro, spesa prevista un miliardo e settecento milioni; la Provincia è ente concessionario dello Stato per la costruzione, vincitrice per l’appalto è l’impresa Rendo. La Provincia fa una perizia geognostica sulla consistenza del terreno accertandone la possibilità di resistenza alla costruzione dell’edificio, ma viene clamorosamente smentita dalla stessa impresa Rendo la quale sostiene che la consistenza dei terreni non è affatto quella accertata dai tecnici della Provincia, ma notevolmente minore.
La Commissione di collaudo dispone quindi una nuova perizia, e la affida alla stessa impresa Rendo(!).
Prima ancora però che questa perizia sia completata, l’impresa, autorizzata dai funzionari della Provincia, nell’agosto del 1971 dà inizio ai lavori. Così, nel luglio, non solo le fondamenta sono costruite, ma il palazzo è costruito sino al terzo piano.
Comunque sia, sulla base della perizia compiuta dalla impresa Rendo, la stessa impresa chiede non solo il miliardo e settecento milioni già pattuito, ma una nuova somma di crica 700 milioni, quelli cioè spesi in più in base alla variante del progetto….”
(“Democrazia Cristiana e Potere nel Mezzogiorno”, Mario Caciagli, pag 484)
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