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CRONACHE ROSSAZZURRE: UN PRESIDENTE DEL CONSIGLIO A CATANIA
Pubblicato il 30 Novembre 2014
Pubblichiamo riflessioni dopo la visita del premier
di Maurizio Caserta
Matteo Renzi a Catania in ossequio allo stile di Enzo Bianco va solo dove si prendono gli applausi. Non che la cosa non si capisca. Nessun artista, per esempio, andrebbe mai in un teatro dove é sicuro di ricevere dei fischi. Nessun imprenditore porterebbe la sua merce dove nessuno vuole comprarla. Ma un capo del governo, nazionale o locale, non é né un artista né un imprenditore. Piuttosto dovrebbe fare esattamente il contrario. Dovrebbe andare là dove ci sono i fischi. Perché li ci sono i problemi. Non che non serva andare là dove ci sono le esperienze di successo. É certamente opportuno metterle in evidenza per rafforzarle. Ma non può essere l’unica linea.
La presenza di un capo del governo nazionale in una comunità periferica non può avere solo finalità cerimoniali o di sostegno ai governi locali. Deve portare l’attenzione sui punti di forza ed i punti di debolezza dell’area. Soprattutto sui punti di debolezza, specialmente quando quei punti hanno assunto carattere di dramma. Il tentativo di iniettare fiducia nel corpo delle famiglie e delle imprese é una operazione complicata anche se molto utile. Mostrare solo il lato buono e plaudente può servire se porta l’attenzione sulle storie nascoste. Ma la riuscita dell’operazione dipende da quanto credibile é il sistema che inietta fiducia. Se l’operazione si spinge fino a trovare qualcosa di buono nell’aumento del tasso di disoccupazione, come ha sostenuto il Presidente del Consiglio, c’é evidentemente un difetto nella comunicazione che occorrerebbe correggere nel più breve tempo possibile.
Nei rituali delle visite dei politici nazionali al Sud c’é sempre una affermazione. Matteo Renzi a Catania non si é sottratto a questa tentazione. Secondo tale affermazione il paese non cresce se non cresce il Sud. Si tratta di una affermazione falsa che é noto essere falsa. La crescita é un fatto dinamico che può non avere nulla a che fare con le dimensioni del sistema economico. Può accadere che un sistema più piccolo, magari alleggerito da una sua parte anche consistente, cresca più velocemente di un sistema più grande. Se i politici siciliani e meridionali continuano a credere, e a far credere, a questa favola non fanno certo un buon servizio ai loro concittadini.
Ha fatto bene Matteo Renzi a sottolineare il ruolo delle start-up innovative. Sta li la soluzione. Ma non bastano pochi esempi di eccellenza da premiare nelle università. Si può essere innovativi anche nel piccolo commercio ambulante. Solo infittendo e ordinando il tessuto economico della città, fatto soprattutto di piccolissime imprese, si può costituire un ambiente sempre più attraente sia per le start-up che operano alla frontiera della tecnologia sia per quelle che semplicemente adottano innovazioni già sperimentate.
Catania é una realtà siciliana di primaria importanza. Deve rivendicare un ruolo di leader in alcuni settori produttivi e indicare la strada ai governi regionali. Finora l’intreccio con i governi regionali é passato solo dalla gestione delle poltrone. E dalla spartizione delle rendite. C’é uno spazio tutto da riempire che potrebbe vedere la città protagonista della dinamica economica e sociale dell’isola. Ma ci vuole un po’ di più di una visita, un po’ troppo protetta del Presidente del Consiglio.
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