Si è svolto in una sala gremita di pubblico al Palazzo della Cultura di Catania, il 15 aprile, il convegno “Grani antichi siciliani: ambiente e salute”. Organizzato da A.D.A.S. Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute Onlus, con il patrocinio della Regione Sicilia e del Comune di Catania, l’evento ha portato al centro dell’attenzione i temi della salute, del cibo, dell’ambiente e una straordinaria risorsa isolana da riscoprire: i grani antichi siciliani.
A moderare l’evento è stata la presidente e fondatrice di A.D.A.S. Onlus, Marisa Falcone, che a fine serata ha espresso una “sentita soddisfazione per l’ampia e costruttiva partecipazione, per un evento che ha messo al centro la salute, la tradizione e l’ambiente. L’Associazione, attiva in tutta Italia, con questo evento ha dato il via al progetto informativo ‘Buon cibo buona salute’ sulla corretta alimentazione basata sul consumo di cibi rigorosamente bio. Auspichiamo un tavolo tecnico regionale e ministeriale multidisciplinare e puntiamo alla collaborazione con le istituzioni e il mondo della scuola per veicolare questi importanti messaggi e mettere in piedi percorsi condivisi.
Mi piace ricordare, soprattutto, che questo convegno ha soltanto aperto un dibattito ed un dialogoproficui che non si concluderanno certamente oggi ma daranno spazio a sviluppi futuri e iniziative importanti su vari fronti”.
Ricco il parterre di relatori, provenienti dal mondo accademico, scientifico, istituzionale e associazionistico. Dopo i saluti istituzionali dell’assessore all’Armonia sociale e al welfare del Comune di Catania, Angelo Villari e quelli di Paolo Cantaro, direttore generale dell’ A.U. Policlinico – Vittorio Emanuele ha preso avvio il corpus dei lavori.
Gianfranco Venora (Stazione Consorziale Sperimentale di Granicoltura per la Sicilia Caltagirone) ha introdotto il tema de “I frumenti siciliani”, grazie ad un ampio patrimonio di studi e pubblicazioni che ha attinto dallo straordinario lavoro della Stazione: “I frumenti antichi siciliani sono stati conservati consentendo di preservare la nostra biodiversità, grazie ad un’opera incessante di catalogazione. Abbiamo arricchito costantemente i lavori, e questo ci ha anche
permesso di studiare tutte le varietà con un catalogo di oltre 250 grani e 50 leguminose siciliane. Bisogna conservare i semi per disporre di una base per progetti futuri di sistemi agricoli sostenibili. Oggi dobbiamo puntare alla diversificazione dei prodotti locali e alla riscoperta di quei sapori, degli aromi, dei profumi originali e delle proprietà benefiche dei nostri frumenti”.
Antonio Milici, medico neurologo e neuropsichiatra, nella sua relazione su “Epigenetica e grani antichi” ha puntato l’attenzione sul fattore salute: “C’è un legame strettissimo tra malattie del sistema nervoso e alimentazione. Questo incontro, centrato sulla salute, verte su un argomento molto attuale e l’epigenetica, che studia le mutazioni genetiche e la trasmissione di caratteri ereditari non attribuibili direttamente alla sequenza del DNA, trova in questo campo una notevole applicazione. I nostri grani antichi portano benessere, sono ricchi di antiinfiammatori e
antiossidanti, ed è ormai assodato che le infiammazioni sono alla base di molte malattie psichiatriche e neurologiche. Ricordo a tutti che il nostro sistema immunitario si trova principalmente nell’intestino. Il glutine è un veleno per noi, causa infiammazioni, sensibilità e celiachia. Per questo dobbiamo riscoprire il nostro patrimonio di grani antichi, sani e benefici”. Giuseppe Li Rosi (Presidente “Simenza cumpagnia siciliana sementi contadine”), da molti definito “il poeta del grano”, ha affrontato il tema “La nostra ‘Simenza’, Storia e ricchezza”: “L’Associazione Simenza è composta da agricoltori siciliani che vogliono studiare la bio-diversitá, tramite l’incontro e l’evoluzione e sfruttarla per una svolta decisiva nella nostra magnifica cultura della Terra. C’è uno spirito di connessione tra noi ed essa, l’Uomo partecipa alla creazione. E’ sempre più impellente la necessità di dire ‘no’ ai grani modificati in favore di quelli antichi siciliani.
Dobbiamo scegliere di mangiare prodotti sani. Parlate con i contadini, venite in campagna, spostiamo assieme le ‘balle’ che ci sono state raccontate fino ad oggi sull’agricoltura”. Dopo le relazioni si sono susseguiti gli interventi programmati a cura di Alfio Furnari (presidente AIAB) che ha sviluppato il focus su “Buona terra buon cibo buona salute.
L’agricoltura biologica sostenibile per la salute globale”, di Ambrogio Vario (Vice-Presidente Slow Food Sicilia) che ha parlato di “Tracciabilità partecipata nella filiera dei grani antichi”, di Franco Vescera (Coordinatore Expo Granicoltura, Grani Antichi e Panificazione) su “Tradizione, Valorizzazione, Innovazione: I grani di Sicilia sul palcoscenico dell’Expo di Milano” e di Salvatore Cacciola (Presidente de “La Rete delle Fattorie Sociali” Regione Sicilia) sul tema de “Il cibo sano, buono e siciliano: le esperienze di educazione alimentare nelle fattorie sociali”.
Le conclusioni sono state affidate a Paolo Guarnaccia, agronomo e docente di Agricoltura Biologica alla facoltà di Agraria.
Da questi contributi è emersa l’esigenza di sviluppare percorsi strutturati di agricoltura bio, di qualificare l’offerta per i consumatori, portare nelle scuole percorsi di educazione alimentare e cibi
bio nelle mense, combattere le mistificazioni culturali e le contraffazione dei prodotti per una spinta decisa verso la riappropriazione di un patrimonio inestimabile siciliano di grani e prodotti buoni,
salutari e dalla filiera controllata. Spazio, infine, ad un vivace dibattito con il pubblico e alla degustazione di prodotti siciliani bio a base di grani antichi accompagnati da olio extravergine, spremute di agrumi e vini.
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