Crocetta difende Montante, mette in guardia “dalle notizie che riporta la stampa” e sottolinea “l’impegno nella lotta alla mafia”.
Vicenda Montante: Bianco, “Nessuno emetta condanne, la magistratura esamini presto riscontri”
Mentre Addiopizzo Catania: auspica “che l’Agenzia vorrà prendere i più opportuni provvedimenti ...nella scelta di chi…deve gestire, senza ombre, beni e aziende confiscate alla criminalità organizzata”
Solamente il M5S, chiede che Montante lasci tutte le cariche, finché non si sia chiarita la sua posizione, ma si sa, quelli sono “estremisti”.
Non ci si meravigli di tutta questa solidarietà della “claque dell’Antimafia”, che deve sostenere, strumentalmente, i miti da essa creati, anche contro l’evidenza dei fatti.
Non ci riferiamo naturalmente alle dichiarazioni dei cinque collaboratori(?) di giustizia(?), tutte da verificare e riscontrare, dei quali ci impressiona, funereamente, Crocifisso Smorta, alle presunte frequentazioni pericolosamente mafiose di Montante , bensì alle irregolarità che Antonio Calogero Montante ha commesso, nella qualità di presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta.
Benanti e De Luca, “pazzi” per certi giornalisti arricchitisi sfornando pietosi e sconnessi quando non sgrammaticati comunicati stampa, su Iene Sicule, in solitudine esclusiva, con due articoli, uno del 16 settembre e l’altro del primo ottobre, hanno dimostrato che il presidente della Camera nissena Montante, agisce in violazione dello Statuto Camerale, utilizzando le risorse finanziarie degli associati, dimenticando forse i fini istituzionali perseguiti dallo Statuto.
Ora ci chiediamo, signor delegato alla legalità di Confindustria può dispensare patenti e protocolli di rettitudine, mentre da presidente Camerale tiene questo tipo di condotte, usando fondi camerali per finalità diverse da quelle previste nello Statuto?
Altro che componente della commissione dei beni sottratti alla mafia, uno che sottrae risorse agli associati che rappresenta; solo un ministro degli Interni, piccolo, piccolo quale Angiolino Alfano, poteva avere la genialata di indicarlo in quella “delicata” poltrona?
Angiolino, piccolo, Alfano, ministro degli Interni, come può non sapere che Montante sia “chiacchierato” dai pentiti;Angiolino, piccolo, Alfano, invece il 10 gennaio 2015 conferisce l’incarico, così, il 9 febbraio, 29 giorni dopo, la notizia di Repubblica, accennata ancor prima già il 25 gennaio da Centonove, risulta essere più che clamorosa.
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