“Cronache sicule, Paternò(Ct): dall’annacata delle varette, il sindaco Mangano rimane immobile”: arriva controreplica di Peter Parker!

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riceviamo e pubblichiamo:

viene da non crederci che ancora i parroci, il clero del XII vicariato, il comitato cittadino dei festeggiamenti, abbia ancora il coraggio di definire “false e lesive degli interessi morali e materiali della nostra città e dell’immagine della festa di S. Barbara che nel suo programma ufficiale, ogni anno, prevede iniziative di alto profilo morale e sociale che sono state offuscate da un fatto accaduto ai margini della festa, ma che ha dominato la scena coinvolgendo la festa stessa in situazioni totalmente estranee allo spirito dei festeggiamenti”.

Scusateci se impropriamente lo abbiamo chiamato comitato parrocchiale il luogo di cittadino, ma sempre quello è, compresa ed incontrovertibile, la presenza di alcuni dei “parrocchiali” proprio la sera della seduta del consiglio comunale, nella quale seduta altri e probabilmente non lui, il cd “parrocchiale” direttamente, hanno insultato e minacciato velatamente e anche no, i rappresentanti politici del civico consesso affinché approvassero il bilancio.

“Così si fa”, pare abbia scritto proprio il sindaco di Paternò alla fine della seduta, con un sms, ad uno dei “parrocchiali” non ancora identificato, soddisfatto dell’esito del voto favorevole per l’approvazione del bilancio. Evviva la democrazia.

Come pare che anche un assessore abbia mandato anche qualche messaggio al fine reclutare la folla per far pressione sul consiglio ai fini dell’approvazione dello strumento finanziario, con la scusa del finanziamento della festa della patrona con annesse “varette” a colpi di seimila euro cadauna, oltre ai benefits in denaro raccolti per le vie cittadine.

Se queste circostanze che ci hanno raccontato siano vere o meno saranno gli inquirenti a doversene fare carico, anche attingendo dai tabulati degli operatori telefonici relativi alla sera del 30 novembre scorso.

Come un mistero pare sia l’occultamento di alcune foto ufficiali che ritraggono il sindaco assieme con i “varettari” più famosi d’Italia, i quali si “annacavano” avanti l’abitazione di quelli che se sono “mafiosi o non mafiosi u sapemu sulu nuatri” (cit. Domenico Assinnata a Le Iene), comprensiva di salotto rosso posto sotto i portici della palazzina e messo proprio là precauzionalmente allo scopo di ricevere gli omaggi pubblici, con tanto di musica del Padrino, dei loro adepti inseriti nell’organizzazione dei festeggiamenti e pagati con i soldi pubblici tratti dal bilancio comunale approvato con poca serenità nella volontà del voto consiliare.

Poi ci diranno i parroci, il clero del XII vicariato, il comitato cittadino dei festeggiamenti, quali altri siano, se non quelli che abbiamo finora registrato e che sono sotto gli occhi di tutti, “gli interessi morali e materiali della nostra città”, se hanno altra lettura ce la dicano. Oppure gli interessi sono altri? E’ questa l’immagine che è stata data della città di Paternò e questo non è colpa né del Questore, né dei Carabinieri, né degli organi di informazione che hanno fatto solo il proprio dovere.

Certo, poi, che se fosse vera la frase che certi parroci hanno proferito addosso alle autorità e alle forze dell’ordine presenti alla processione, di avere con le loro azioni rovinato la festa, sarebbe gravissimo, pesante. Come anche affermare che se non ci fossero questi “varettari” la festa non riuscirebbe bene.

Bene quindi, secondo tale teoria dell’omertà di giudizio e dell’informazione, l’affermazione del comandante della Polizia Municipale di Paternò, secondo la quale non vi erano vigili urbani alla manifestazione dell’”annacata”, contrariamente a quanto affermato in televisione dal giovane dodicenne Assinnata, che con enorme ingenuità e inusitata genuinità data dall’età, attestava invece la loro presenza, come volesse dire: che c’è stato di male se anche le guardie che erano presenti non hanno detto e fatto nulla?

La macchina della polizia municipale era posteggiata lì da sola e incustodita, secondo il comandante La Spina. Una boutade incredibile anche per gli sciocchi.

Questo è quello che abbiamo raccolto e che ci è stato raccontato sottovoce. Se tutto ciò non sia vero o meno (noi che pensiamo male però ci crediamo) sarà compito di chi ne ha l’autorità verificarlo. Le prove testimoniali e documentali sono a portata di mano di chi ne ha la facoltà, il diritto e il dovere di andarle a raccogliere. Noi crediamo che questa storia non sia finita qui, a parte le Iene e le Iene Sicule.

Peter Parker.

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Redazione Iene Siciliane

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