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Cronache siculopolitiche: Candido Munafò ci fa guardare allo specchio
Pubblicato il 28 Luglio 2019
Marco carissimo,
ho sempre pensato che l’onestà personale e intellettuale siano virtù da porre a fondamento dell’agire umano sia nella vita associata che per il buon funzionamento della nostra comunità. Oggi più che mai ne abbiamo bisogno nel momento in cui è stata abbondantemente smarrita la bussola di orientamento su principi e valori saldi e nel nostro martoriato regno la corruzione e il malaffare sono accettati o tollerati di buon grado come mali necessari e inevitabili. In apparenza la gente si scandalizza dei fatti negativi che accadono ma è solo una prima reazione superficiale espressa per non sfigurare in pubblico mentre poi in privato si è accondiscendenti e comprensivi verso i malfattori.
Spesso, è anche solo un sentimento di invidia verso persone reputate furbi e intelligenti e, quindi, molti si indispettiscono di non potere fare questi atti profittandone magari con la speranza di non essere scoperti. Non giudicarmi cattivo, cinico e malevolo nei confronti dell’animo umano ma il vissuto ci offre mille prove di questo mio modo di pensare. Quando cade la crosta e si scopre il marcio inizia l’affannosa ricerca per giustificare o condannare ancor prima dei processi gli autori dei misfatti e se è un uomo del potere a cadere nella rete di coloro che praticano abusi e illeciti inizia il tedioso disco rotto dello scontro tra accusatori e innocentisti dell’accusato di turno che viene considerato alternativamente come vittima di un complotto oppure un colpevole senza appello.
Caro Marco, tutto questo accapigliarsi mi ha stufato e mi sembra che si continua a riproporre l’assenza nella nostra cultura del vivere civile del belpaese di una vera e moderna visione dell’etica della responsabilità individuale. Passa poi un po’ di tempo e poi tutto si stempera tutto viene rimosso cadendo nell’oblio in questo nostro mondo senza memoria alcuna. In questi giorni è morto l’uomo di legge a cui piaceva andare a cavallo e che doveva rivoltare insieme ad altri colleghi come un calzino la nazione oltre venticinque anni fa. Prima vi furono grandi applausi scroscianti e approvazione quasi incondizionata poi immediatamente dopo poco tempo mugugni e isolamento.
In quel frangente drammatico per tutti scoppiarono bombe e ci furono morti e dopo qualche anno tutto ritorno in perfetto equilibrio ,si stabilizzò senza che i vecchi interessi del potere che erano in gioco vennero mai lesi o intaccati anzi si rafforzarono con l’arrivo dei destri/sinistri/centri che facevano finta di contrapporsi. Mentre qui da te (noi) da sempre il silenzio e l’omertà domina incontrastata (tranne tu e chi ancora ?) e il silenzio è davvero un investimento prezioso d’oro e di carriera. Lo notiamo in tutti gli ambienti in special modo della borghesia arricchita (elitè ?) che non parla non sente non vede.
A tal punto che ormai questo nostro modo di non disturbare nessuno neanche chi commette illegalità è stato esportato ed ha allignato floridamente in tutta la penisola. In questo periodo feriale ricordo che tanti anni fa da te(noi) mentre tutti andavano in vacanza gli uomini di casanostra uccidevano spietatamente altri uomini che li combattevano e si frapponevano ai disegni criminali. In tale senso oggi provo un po’ di ribrezzo e un senso di rifiuto di assistere poi alle celebrazioni annuali dei morti uccisi quando qualcuno esce con le bandiere listate a lutto anche avendo appoggiato sopra e sottobanco con complicità e collusioni questi indegni personaggi che hanno distrutto tante cose buone che avevamo.
E’ la sagra della becera ipocrisia e falsità gratuita che mi fa francamente vomitare. Pensa un po’ questa volta è stato invitato a questi appuntamenti anche il napoletano gigi per cantare sorridente pezzi neomelodici cosi forse per rintuzzase quell’altro strimpellatore che esaltava la sua “nobile” famiglia. Per dirla con antonio il molisano ma che c’azzecca costui con queste ricorrenze ? Poi tutti a dire nei palazzi del potere e fuori che si rifanno giorno e notte ai valori in cui Giovanni e Paolo hanno creduto, lottato e sono morti mentre la triste realtà che tanti tantissimi ostentano di essere “anticasanostra” per ripulirsi la coscienza e che in fondo sono pochi coloro che intendendo scoprire le occulte verità che stanno dietro a queste terribili stragi quando si decise in alto il nuovo ordine che ancora oggi regge. Basta parate quindi se servono soltanto a non fare un passo in avanti se non si fa o si fa poco e nulla per scoprire qualche brandello di verità e ci accompagniamo ai soliti toni felpati o a quelle parole imbarazzate.
Ma tenerci desta c’è solo l’indomita Fiammetta che non si ferma e colpisce in modo risoluto per scoprire gli ineffabili registi della morte del padre in quello scenario di fuoco e di fiamme in cui erano presenti tanti uomini con magliette dai colori diversi che osservano e rovistavano sottraendo l’agenda rossa tra le lamiere e i brandelli dei corpi.
Ancora oggi nessuno sa chi erano e ancora oggi dai palazzi di chi conta nessuno intende alzare il velo su questo orrendo verminaio. Si gioca sporco e tanto qualcuno pensa che passa il tempo che cancella ogni cosa non lasciando tracce ma la storia non si scrive solo nelle aule dei maestri del foro. La scrivono meglio uomini di intelligenza acuta con ironia e lungimiranza, uomini che sappiano osservare le cose oltre le misere apparenze, che sappiano restituire la dignità ai fatti e non solo agli uomini morti con la consapevolezza di svolgere un servizio per il futuro. Quanto valevano allora gli scrittori Andrea e Luciano recentemente scomparsi che sfottevano con distacco i criminali incalliti che si sentivano super uomini, dominatori dell’umanità e che invece erano, sono e saranno sempre misere serpi dedite alla prevaricazione, sopraffazione e alla violenza.
Ho saputo di innumerevoli inchieste in cui le guardie hanno scoperchiato grossi giri di droghe che sbarcano con traffici gestiti per lucrosi guadagni e che falcidiano anche la nostra gioventù. Consentimi di finire con un esempio irridente e sarcastico del maestro di Regalpetra: “Direi che il dato più probante e preoccupante della corruzione italiana non tanto risieda nel fatto che si rubi nella cosa pubblica e nella privata, quanto nel fatto che si rubi senza l’intelligenza del fare e che persone di assoluta mediocrità si trovino al vertice di pubbliche e private imprese. In queste persone la mediocrità si accompagna ad un elemento maniacale, di follia, che nel favore della fortuna non appare se non per qualche innocuo segno, ma che alle prime difficoltà comincia a manifestarsi e a crescere fino a travolgerli.”
Un caro saluto. Tuo Candido.
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