Politica

Cronache siculopolitiche: Candido Munafò e i miserabili protagonisti di questo tempo per nani

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Marco,

mi amareggiano le peripezie della città del liotru ormai sfregiata da numerose pendenze giudiziarie che ne riscrivono le vicende negativamente e rappresentano una narrazione di una realtà quasi senza nessuna speranza. Quel che appare, quel che sembra, quel che si staglia ai nostri occhi è un mondo desolante in prevalenza di imbrogli, intrighi, malaffare e abusi commessi da una casta di mandarini già di per sé agiata che è priva di moralità pubblica e che per puro cinismo, spregiudicatezza e prepotenza si appropria della cosa pubblica manovrando interessi, risorse, posti a proprio piacimento come se fosse una proprietà privata senza che nessuno abbia mai esercitato un controllo efficace o abbia frenato questo dominio.

Hai riportato delle vecchie dichiarazione dell’indimenticabile e raffinato Titta uomo di diritto colto e preparato che denunciò sprechi e malversazioni come un profeta inascoltato. Eppure a distanza di molti anni i fatti gli hanno dato perfettamente ragione! Coloro che non conoscono cose e persone di questa terra in cui siamo nati e cresciuti non può dubitare che ci sono anche coloro (per la verità pochi eletti ) che hanno lottato per il bene comune. Per esempio ho ascoltato l’intervista di un illustre chirurgo di valore nazionale ormai anziano che ha sconfessato, che ha denunciato, che ha osteggiato l’arroganza del potere in campo medico e che oggi si è batte contro la pratica delle liste d’attesa nella sanità che è un dramma per gli utenti/malati essendo un tema che tocca la carne viva della gente comune o come si dice oggi del popolo.

Facciamo finta che non esistono più i bisogni degli emarginati, anzi c’è stato quel ragazzotto di “ex belle speranze” che aveva dichiarato di avere abolito per decreto la povertà, mentre notiamo con rabbia ogni giorno come i nostri ospedali siano spesso ridotti a lazzaretti con pronto soccorso, con reparti e con servizi in cui spesso arrivano anche malintenzionati capaci di tutto. Mi sono stancato alquanto di trattare con te di cose poco liete e di fermarmi ad osservare un contesto così degradato in cui la fanno da padroni solo coloro che detengono in qualsiasi modo il potere economico o della polis, dimenticando che ci sono obblighi di solidarietà e doveri etici che non possono essere mai dimenticati in nessun modo. Da qualche tempo al palazzodicittà del liotru ci sono guardie che controllano i conti e ricercano i colpevoli del disastro finanziario.

Chissà se riusciranno in questa ardua impresa ma, comunque, già qualche testa è caduta per fatti gravi cosi che si attendono risvolti clamorosi mentre si spera con tanto ardore che chi ha sbagliato paghi per le proprie colpe e che una volta tanto prevalga il principio della responsabilità individuale sconosciuto ai più in questa patria sfiduciata. Pensa che la perfetta metafora di quel che avviene è il fuoco lungo la nostra spiaggia che ha prodotto ansia e sgomento! Mi riprometto di discorrere con te di questi fatti di “persona personalmente” a quattr’occhi davanti ad una pizza fumante per capire meglio dalla tua viva voce l’origine del baratro.

Mi rincresce constatare che i regnanti per risolvere i problemi impiegano anni mentre per polemizzare tra loro sono bravissimi poiché ritengono che così facendo prendono applausi e consensi dalle rispettive tifoserie. In questo campo eccelle il capitano che non passa giorno che entra in rotta di collisione con chiunque si metta contro i suoi voleri. Si batte contro tutti coloro che non rispettano i suoi diktat e ci ritroviamo così (ahinoi) anche a rimpiangere quasi quasi anche il truce caimano che almeno ogni tanto raccontava qualche barzelletta che naturalmente non faceva ridere nessuno tranne i suoi lacchè di turno.

Usando una metafora marinara navighiamo a vista con il reconte nocchiero che nonostante la sua prudenza deve giornalmente sedare le intemperanze sconclusionate di chiunque la mattina si alzi ed è in vena per spifferare qualche bella sciocchezza da fare girare cosi per gioco. Nel frattempo si viene a sapere dell’amore dei padani per la terra del despota della democratura exkgb che aiuterebbe il capitano a risolvere i problemi di cassa dei verdi che sono al verde. Poi seguo con apprensione le vicende dei sacerdoti del diritto che si ritrovano ancora più screditati con la figura di un presunto psicopatico del consiglio che organizzava corsi (sado-masochisti?) per preparare allieve all’ascesa nelle carriere giudicanti. Che penose scoperte, che degrado incipiente e che squallore evidente caro Marco!

Ma a tale proposito mi sovviene alla memoria i racconti sentiti di accademici che si prendono la briga non solo di bocciare allievi ad esami di materie, cosa peraltro legittima quando si è impreparati, ma anche di esprimersi in modo non consono con alterigia o sarcasmo o con frasi del tipo “…non mi faccia perdere tempo…” oppure “ …il nostro corso di studio non è certamente (squalificato !?) come quell’altro…” e chissà quante altre perle vergognose. Allora mi viene da dire con tanta umiltà a costoro perché non vi date una calmata ? C’è bisogno di umiliare, sbeffeggiare e avvilire chi non riesce a superare un esame neanche dopo venti volt ? E’ cosi che si pratica la selezione nei corsi di studio?

Marco, perdonami sono un fiume in piena a volte incontenibile, ipercritico e antipatico ma mi bolle il sangue e mi indignano i piccoli e i grandi soprusi che ci circondano e ci soffocano come un cappio al collo. Una bella notizia infine ho appreso che finalmente la casa dove ha vissuto il nostro maestro di Regalpetra è stata riaperta. Lui che era un intellettuale a tutto tondo che non nascondeva quel che vedeva e che si autodefiniva in tal modo quando gli chiedevano “…Le fa piacere passare per uno scrittore impegnato? Certo, io mi sento “impegnato”: ma con me stesso e con gli altri “me stessi”.

I due più grandi scrittori impegnati che io conosco sono André Gide e Georges Bernanos, ed essi lo furono veramente, fino in fondo. Tuttavia, il primo, che si sentiva comunista, scrisse la verità sull’Unione Sovietica, e il secondo, che era cattolico, scrisse contro il mondo cattolico che esaltava la crociata di Franco. Ben vengano dunque gli intellettuali impegnati, ma purché si battano sempre contro il Principe, contro i Poteri, contro le Chiese, anche se si tratta di quelle in cui credono. …”

Ti abbraccio con affetto.

Tuo Candido.

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Benanti

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