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Cronache siculopolitiche: Candido Munafò e l’ “Italia della poltrona”

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Caro Marco,

la fabbrica dell’acciaio sta per chiudere e i proclami annunciati con toni entusiastici negli anni si sono rilevati superficiali, fasulli e falsi. In ultimo il partenopeo gongolava qualche mese fa che tutto era stato risolto e che i diecimila lavoratori erano in salvo e che il territorio sarebbe stata bonificato e tutelato dall’inquinamento. Adesso invece si scopre che è un grande bluff e quel colosso ha fatto l’indiano e dopo che ha comprato la struttura con precise clausole contrattuali si trova nell’impossibilità di gestirla e cosi da qui a poco potrebbero mandare a casa chi ci lavora. Certo sono settori in crisi ma in decenni hanno fatto incancrenire questo centro (anche quanti morti per tumori) e per lungo tempo con la solita logica del rinvio solo stati bravi a dire bugie compreso come per penultimo il nipote e figlio dei cineasti che si sente eccelso competente in economia e che mi pare sia solo un esibizionista dilettante che da bambino recitava e che da adulto continua a pensare di essere su un palcoscenico. Duole poi vedere le immagini drammatiche dell’allagamento nella città delle gondole e che oggi deve essere percorsa in barca che ancora una volta non può avere completata la sua opera faraonica che la difende dalle prevedibili inondazioni.

Eppure lì c’era un giro di mazzette pauroso ammesso dagli stessi protagonisti e sono stati coinvolti trasversalmente un po’ tutti ed in primis quel galant(uomo) destro che era un sovrano del nord est. Ecco due esempi dell’inutilità e del danno degli uomini di potere che si pompano davanti al video e poi si giustificano appena le cose non vanno bene o che scaricano su quelli di prima quel che succede. Che tristezza questa nazione che ormai non decolla anzi è sempre pronta ad atterrare in emergenza perpetua. Non c’è una cosa in cui possiamo essere orgogliosi nel nostro martoriato belpaese e gli stolidi regnanti si mantengono nelle stanze del palazzo in virtù della capacità invereconda di saper mentire e mistificare in modo efficace e puntuale. Così facendo saremo sempre imbrigliati nelle maglie della becera propaganda che serve quotidianamente ad ottunderci le menti e a manipolare il cervello.

Da questo vortice in cui siamo caduti non usciamo con questi uomini e donne dei sinistri destri stellari che si nutrono voracemente di prebende da dividere e che sopravvivono a tutte le tempeste. Quando penso alla deprimente condizione della trinacria laddove altri signorotti si riducono leggermente la pensione e neanche per sempre ma solo per qualche anno con i due comparucci mizzicacucé e l’ex pizzo più amato che si adoperano in un gioco delle parti soltanto per proseguire l’andazzo squallido e misero nella gestione del regno della sicania. Lui il sovrano della trinacria tuona contro i suoi perché il parlatoio non approva le sue proposte mentre sotto in piazza scendono gli agricoltori(specie i giovani) che non ricevono sussidi per un comparto assolutamente in crisi e la banca nazionale ci dice che la nostra isola arretra paurosamente in tutti i settori altro che diventare bellissima.

Non vedo da decenni nessuna prospettiva che dovrebbe fare volgere il nostro destino al meglio e anzi la situazione può solamente peggiorare con i debiti che abbiamo accumulato con buchi paurosi incolmabili e con l’indolenza inefficiente, l’incapacità reiterata di saper spendere bene i soldi che arrivano dall’ eurocrazia. Cosi c’è solo quell’eterna voglia di lottarsi, litigare e ricattarsi per i personaggetti del regno della sicania e se è il caso impallinarsi a vicenda senza pietà alcuna per conquistare solo comodi spazi dove stare senza fare nulla ma solo blaterare a getto continuo, senza nessun freno e oltremodo a volte in maniera sconclusionata con toni assai arroganti e presuntuosi.

Ora diviene sempre più protagonista la trasteverina biondina che parte all’attacco contro i tuoi colleghi cattivi che fanno inchieste proprio sull’uso della propaganda dei fratellini tricolore e naturalmente teme di perdere poltrone proprio ora che sta crescendo dopo la ormai prossima sparizione della compagine del cavalier caimano da cui giungerebbero i suffragi verso la sua compagine. Il mio desiderio (o sogno ) è quello che chi sta nelle stanze del palazzo usasse un lessico più concreto, applicabile e verosimile e non certamente mirabolanti espressioni che producano effetti sui sudditi in prevalenza ignoranti, disinformati e distratti.

Si fa presto a capire che tali frasi altisonanti sono solo fondate sull’inganno e se ci ragioniamo un po’ alla fine un senso compiuto non ce l’hanno. La nostra comunità dovrebbe essere vincolata da un contratto sociale di convivenza ma a me pare che siamo stretti ad un becero compromesso antropologico che ci vede in eterna competizione, conflitto e lotta senza che nessun limite ponga argine a questo primitivo modo di pensare ed agire. Ormai viviamo quasi perennemente in un microcosmo d’infelicità e insoddisfazione anche laddove c’è un benessere personale ed agiatezza.

Non facciamo altro tra di noi di narrarci le piccole e grandi crudeltà del vivere e in molti casi si cade nel dolore e nella sofferenza per poco anche se penso che soltanto nelle piccole cose ben fatte ritroviamo la pace e l’età dell’oro. Laicamente da illuminista convinto affermo che non siamo più dei buoni cristiani poiché non viviamo con buon umore e con allegria ma siamo soltanto mediocri agiografi di noi stessi che mendicano una vera umanità. La verità della cose è fulgida come il sole ma noi preferiamo essere presi in giro divenire i perenni epigoni delle illusioni perdute.

Ti abbraccio. Tuo Candido.

 

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Benanti

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