Cronache siculopolitiche: Candido Munafò e la “sacra famiglia” dell’Italietta baronale


Pubblicato il 07 Luglio 2019

Marco carissimo,

sono stato tirato per i capelli questa settimana da una riflessione sul rapporto tra elitè e popolo che è stato ed è una grande tema di sociologia tornato di scottante attualità e che è stato ed è perennemente difficile, complesso e contrastato ma soprattutto irrisolvibile dilemma dell’impossibilità di una conciliazione e di un rapporto fiduciario. Il dominio in posizione sovrastante di un ceto ristretto oligarchico, autarchico e autoreferenziale sulla massa indistinta della gente esiste, permane e si dilata in tutte le comunità più o meno liberali ,più o meno fondate sul sistema democratico anche in presenza di regole di ricambio di chi comanda. I ceti dominanti cercano di perpetuare il loro potere in modo perpetuo senza venire al loro compito primario che resta quello di assicurare la continuità nella gestione del potere e, quindi, la distribuzione dei suoi benefici ad una classe ristretta di personalità del regime.

In qualche caso ci si apre ed entra a fare parte di questa classe chiusa e che oggi è in prevalenza alto borghese qualche componente delle masse popolari che merita di fare parte dei dominatori per obbedienza ai padroni, per fedeltà ai capi e per capacità al comando.

Ma c’è poi un livello di degenerazione di questo sistema che in una parola unifica e differenzia ulteriormente l’alterità e che ha trovato nella nostra povera patria una sintesi nel familismo immorale e nel corporativismo professionale che assume connotati da sistema feudale ben strutturato e consolidato a cui i regnanti tutti si inchinano deferenti e ossequiosi. In modo particolare non sono rimasto per niente stupito dalle reazioni quasi indifferente tranne il solito sarcasmo e l’ironia inveterata che la città del liotru ha riservato allo scandalo degli accademici proprio per la presenza anche nei gangli delle istituzioni della cultura di un modo borghese avido, meschino e chiuso che è stato eretto nel corso dei decenni da una classe dirigente/dominante che assecondava qualsiasi tendenza di potere che puntava a giustificare il nepotismo che praticava alacremente il favoritismo verso se stessa.

Un potere trasversale ha attraversato la città che ora scricchiola paurosamente perché qualcuno si è svegliato dal sonno e lo smarrimento penoso e silente a cui assistiamo è quasi una finzione teatrale o commedia martogliana in cui destri, sinistri, centristi sono profondamente legati da un patto di omertà e viltà che rassicurava e cementava sostenendo oggettivamente azioni illegali ,disprezzo della meritocrazia e arroganza comportamentale che da noi trovava un esaltante performance ed escalation senza precedenti in cui una parte degli accademici erano gli esponenti di punta del sistema che comprendeva tutti i livelli.

Che dire nulla capita a caso cosicché lo stillicidio di questi giorni con i colpevolisti e gli innocentisti è la naturale conseguenza di quello che avviene ogni qual volta si sturano i pozzi neri e fuoriescono miasmi insopportabili. Poi se vi saranno i processi vedremo se resteranno gli stessi protagonisti oppure se ne aggiungeranno altri è una cosa che come sempre non si deve scartare a priori ed è probabile che tutto questo clamore cadrà nel dimenticatoio di faldoni per riempire scaffali di archivi.

Fai bene a dire caro Marco, certamente non giustificando le malefatte, che se vi sarà una restaurazione allora rideremo o piangeremo e che se quello che è accaduto ieri accadrà anche domani allora la storia diventerà farsa e che dopo la tempesta ci sarà la quiete per tentare di ricominciare come prima. Non mi lascio sedurre da facili entusiasmi ma sono colto da una tristezza infinita cadendo subito in cupe delusioni perché historia magistra vitae mi(ci) ha insegnato che ogni tentativo di mutamento porta in sé i germi o i segni di revisionismo, di retrivo bisogno di affidarsi a nuovi spregiudicati manovratori del potere che sappiano condurre in porto fini, obiettivi destinati a riproporre lo stesso sistema precedente magari leggermente riveduto e corretto. Pensi che mi sono espresso in modo astruso? Pensi che sono stato troppo generico o che sono affetto da un insulso fumus persecutionis ?

Un’altra cosa mi preme dirti che per cambiare un sistema occorre una catarsi generale e per debellare il clientelismo o per annullare la raccomandazione o più semplicemente la segnalazione e tutto quello che comportano le pratiche deprecabili occorre una rivoluzione etica e morale che questa nostra povera patria non sa cosa sia non avendo vissuto mai una vera rivolta di popolo ma solo un risorgimento o una resistenza di pochi eletti. Prima della faziosità degli uomini di potere che tendono a sostenere ed aiutare i propri affiliati iscritti nelle logge bianche o nere ognuno di noi dovrebbe fare anche qualche bell’esame di coscienza per evitare sempre di essere utili idioti di chi opera male e in modo indegno. Il nostro maestro di regalpetra grande seguace della filosofia dei lumi disse: “Tutto quello che vogliamo combattere fuori di noi è dentro di noi; e dentro di noi bisogna prima cercarlo e combatterlo.“

Un saluto affettuoso. Tuo Candido.

 


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