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Cronache siculopolitiche: Candido Munafò e l’Italia di oggi
Pubblicato il 03 Novembre 2019
Marco,
anche la terra umbratile ha baciato con una sonora vittoria i destri che conquistano lo scettro e si rilanciano cosi verso l’ascesa al regno in attesa di celebrare la caduta di questo regime giallorosso che a loro avviso ha usurpato il loro diritto ad essere negli scranni più alti. Non ci sono dubbi che la rabbia e la sofferenza delle genti di fronte alla quasi assoluta capacità di offrire un futuro a questa nazione diviene ogni giorno più palpabile e in ogni luogo si registra delusione, disfattismo e disincanto.
Nonostante tutto ciò ancora oggi basta attaccarsi a qualcuno che grida presunte certezze con parole al vento di panacee risolutive e poi magari una volta che arriva al potere scappa e si dilegua perché non sa proprio che pesci pigliare poiché, come si dice dalle tue(nostre) parti, non sa fare “mancu a O cu bicchieri”.
Purtroppo non sono affatto fiducioso sul destino della patria e non mi accusare di pessimismo atavico o ancestrale poiché un tempo avevo invece tanti sogni e se leggi con attenzione gli scritti del maestro di Regalpetra ti accorgi immediatamente che già tanti anni fa da parte dell’insigne scrittore vi era una scarsa propensione a dare credito agli abitanti della nostra nazione anzi diceva come aggravante che quel che accade in sicania non è dissimile da quel che avviene ovunque e che la trinacria è la metafora della penisola.
Siamo davvero sottosviluppati e sappiamo bene il motivo che è culturale e morale essendo poi sempre alla ricerca di prebende che ci avvantaggino nella dura competizione della vita e in questa eterna gara verso il nulla che inizia sin dalla culla e prosegue ininterrotta all’ultimo respiro. Sono giunto ad una età in cui osservo con cupa rassegnazione questa ricerca del successo, della ricchezza e dell’affermazione personale in cui l’arrivismo e la scorrettezza sono regole comportamentali ferree.
Sin da ragazzo non ha avuto molte ambizioni tranne quelle di lottare per affermare i valori in cui credevo e per migliorare il mondo. Allora oggi mi chiedo da adulto una cosa assai banale e futile ovverosia se vale la pena logorarsi, combattere questa continua lotta per dominare le cose del nostro mondo. Eppure ho visto persone ammalarsi e morire perché non sono riusciti a farcela e provo un senso di disgusto quando penso a quanti ideali abbandoniamo e sacrifichiamo nel corso della nostra breve esistenza per inseguire una chimera difficile da raggiungere e che magari una volta posseduta ci appaga per pochi attimi fuggenti.
Oltre il lavoro che svolgo sempre con passione a me piace un tipo di vita che sembra sedentaria nel tempo che trascorre e ti descrivo per puro esempio quel che mi aggrada in modo soave. Amo infatti passeggiare, sorseggiare un caffè al bar, leggere i giornali al mattino, fare un pisolino il pomeriggio, scherzare e ridere con persone a cui vuoi bene e anche sconosciute, insomma piccole cose normali di gente normale. Invece vai un po’ in giro e ti accorgi con facilità per strada e nelle auto ci sono persone con il viso torvo, tirato e teso su quel che devono fare da lì a poco e mi sovviene sempre l’idea che nella loro mente albergano cattivi pensieri che preludono ad atti malefici per raggiungere i loro scopi.
In questo nostra realtà in cui non alberga più la gentilezza e la cortesia che sono modalità reputate come vintage,invece, la fanno da padroni i beoni che impongono in tutti gli ambiti della vita privata ritmi e decisioni con pervicace arroganza. Non se ne può più di costoro che sono assolutamente incontenibili e se commettono fatti colpevoli sperano sempre di farla franca. Ricordi bene “er cecato” che nelle città eterna seminava il terrore e faceva affari illeciti e chissà se ancora oggi ricatta tanta gente a cui ha sottratto documenti nelle cassette di sicurezza della banca nazionale.
Ma a tal proposito prima ancora che alle malefatte dei regnanti oggi penso a quella dei prelati che secondo un informato tuo collega stanno portando al baratro il soglio pontificio con scandali che ormai si susseguono a getto continuo. Si sapeva bene che tante offerte degli ingenui fedeli vanno a finire nelle tasche di chi dovrebbe distribuirle invece che ai poveri e agli indigenti o consentono turpi operazioni speculative.
Non mi stupisce tutto ciò credimi, caro Marco, l’abbiamo immaginato che l’ecclesia manteneva legami profondi e radicati con una finanza illecita e torbida sotto le ali di una curia affarista e profittatrice sin dai tempi antichi con tanti Don Michele che riciclavano e gestivano enormi ricchezze. Anche loro sono esseri umani che peccano di cupa ingordigia con vizi e stravizi che per secoli li hanno pervasi e che hanno tenuto insieme il potere temporale e quello spirituale in un intreccio demoniaco. Stiamo andando a ritroso nell’antropologia e siamo quasi all’era dell’ egosauro nuovo prototipo di umanità che non deve rispondere a nessuno e non deve dare conto mai delle proprie azioni.
Un caro abbraccio. Tuo Candido.
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