Cronache siculopolitiche: Candido Munafò nel maggio siculo-italiano

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Carissimo,

questo maggio piovoso non lo ricordavo da lungo tempo cosicché questo maltempo insistente ha reso le nostre giornate uggiose umide con precipitazioni a dirotto che mortificano questa primavera. Qui dove abito nelle valli cisalpine la vita si esplica in modo assai differente rispetto alla nostra adorata trinacria laddove laggiù il tempo scorre con lenta dolcezza con meno frenesie con mite indolenza.

Dunque, dopo il lavoro, mi sono rintanato nel più piccolo nido a riflettere pensare scrivere su tutto quel che gira attorno all’esistenza che mi coinvolge. Preferisco come ben sai i nostri tempi levantini a questa efficienza notoria della padania del nord che mi ottenebra la psiche che mi sottrae energie che mi aliena nel fisico. Ora è tempo di fioriture naturali anche amorose lo noto passeggiando per le stradine del borgo in cui mi muovo tra i giovani adolescenti tra gli intrighi adulterini tra i legami occulti.

Mi accorgo che l’amore proibito nascosto invisibile è assai gettonato poiché provoca emozioni inconfessabili peraltro deplorevoli sicuramente ingannevoli in chi lo pratica al limite persino di una sorta di perversione della mente. Non ho mai compreso il fatto che non si vivano i sentimenti amorosi alla luce del sole anche se mi rendo conto che prevalgono spesso convenienze paure abitudini forse pruriginose che uomini donne ragazzi perseguono al punto che è meglio non abbandonare il certo per l’incerto il coniuge per l’amante. Quante lacerazioni dell’anima che sussistono nella quotidianità di professionisti intellettuali operai oppure persone facoltose umili normali che vegetano tra palpiti speranze desideri nella ricerca del piacere con la consapevolezza che si può crescere maturare migliorare accendendo nuovi amori si possa rinascere mentre poi invece i conflitti dei vissuti sentimentali pesano sulle nuove storia determinando conflitti equivoci discussioni.

Ma dopo poco tempo tutto si impoverisce inaridisce rinsecchisce quell’entusiasmo che dovrebbe sempre accompagnarci. Ecco, caro Marco, che subentra in questa riflessione subitanea spontanea incipiente di oggi per introdurre un riflessione di stampo leggero sulla mia esperienza sentimentale che è stata segnata da modeste disastrose inappaganti performance cosi che adesso vivo da single atomizzato isolato appartato che sopravvive anche restando estraneo ai legami d’amore ma certamente non praticando la clandestinità desiderando la luce non il buio.

Eppure, con solerzia vado in cerca sin dai tredici anni la donna che sia ideale giusta esaltante che non mi trascuri che sappia ridere dei miei difetti che li protegga da sguardi indiscreti da giudizi malevoli da biechi disprezzi.

+Vedi mio carissimo amico secondo una legge naturale che le persone entrano escono permangono nella nostra vita come succede sovente permettendosi molte volte di farci del male ma poche volte di farci del bene. Quindi in età matura nutro sempre più l’affetto verso i conoscenti che mi consenta di appartarmi senza subire situazioni che tradiscono feriscono umiliano.

D’altronde, non ho mai sopportato quel becero maschilismo come di converso il cinismo femminile che sono facce di una stessa medaglia che non vale nulla che è un disvalore che è mortificazione. Da ragazzi ricorderai eravamo mossi da una seta d’amore d’assoluto di perfezione che ci lasciava stupiti perché doveva sconfiggere la normalità il grigiore l’inerzia della quotidianità. Sull’amore non mi sono mai più piaciuti i camaleonti che mutano i sentimenti a secondo delle circostanze dilaniando l’anima che dovrebbe invece alimentarsi di ricchezza morale di luce etica di sentimenti puri.

Viviamo purtroppo a lungo tra noia dolore vittime quali siamo del desiderio inesauribile infinito incontrollato. Allora sarebbe bene non avere eccessiva volontà ridurre al minimo l’agire per evitare il dolore o la noia che anche un candido come me prova quasi ogni mattina in modo da evitare che il desiderio si dispieghi in modo temerario al punto che in conseguenza di ciò la sofferenza diviene inevitabile. Ecco in amore è cosi da un lato si sale vette sublimi seguiti poi da crolli improvvisi che eclissano la fantasia la levità la novità che ci riportano al tedio.

A tal proposito è stata la solita settimana di scontri supernoiosi con matteoselfini che produce decreti regi cretini con gigipartenopeo in risalita con il podestà pugliese sempre più in mezzo ai guai senza danè con il (ex)pizzo più amato che si dedica ai(alle mostre) cavalli in attesa di essere scalciato con parole al vento che corrono da un capo all’altro destando poche speranze ma molte incertezze.

Non detestarmi, caro Marco, se affermo che il resto che ci accade intorno a noi è pura noia di tutte queste miserie morali che preferirei non sentire vedere subire! Ci siamo davvero tutti incattiviti non so se riusciamo ad essere buoni soltanto tra le quattro mura domestiche per giunta quando viviamo da soli. Osservo sgomento in ogni angolo tanta schiumosa rabbia che esplode in qualsiasi confronto delle arene agorà angiporti di questo exbelpaese ormai ridotto ai minimi termini ormai sfigurato per pazienza fiducia sicurezza smarrendo che l’imperfezione è la chiave della creatività che ci migliora.

Per una volta perdonami il mio flemmatico distacco dalle vicende che ci assalgono poiché la stanchezza mi assale per la primavera che non arriva ma anche la rabbia per le verità che non si conoscono . Non arriva neanche la verità che mi tormenta da ventisette anni su chi ha avuto interesse ad ammazzare Giovanni oltre agli uomini di casa nostra per una strage che già il suo amico Paolo ucciso poco dopo predisse in un sogno ad occhi aperti scherzandoci tragicamente: “Giovanni, ho preparato il discorso da tenere in chiesa dopo la tua morte… “Ci sono tante teste di minchia: teste di minchia che sognano di svuotare il Mediterraneo con un secchiello… quelle che sognano di sciogliere i ghiacciai del Polo con un fiammifero… ma oggi signori e signore davanti a voi, in questa bara di mogano costosissima, c’è il più testa di minchia di tutti… Uno che aveva sognato niente di meno di sconfiggere la mafia applicando la legge”.

Ti abbraccio. Tuo Candido.

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Benanti

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