Cronache siculopolitiche: Candido Munafò nella follia quotidiana


Pubblicato il 21 Aprile 2019

Marco,

quanti eventi tremendi orrende vicende fatti terribili avvengono in pochi attimi nell’universo che ci circonda mettendo a repentaglio un’umanità sempre più decadente poiché è asservita prevalentemente a logiche di guadagno di prepotenza di dominio che feriscono persone cose comunità. In questa settimana di meditazione spirituale per credenti (e non) mi sconvolge la news che persone non affrancate dal bisogno costrette ai limiti della sopravvivenza si fanno mutilare per avere qualche spicciolo da assicurazioni con la complicità schifosa di professionisti maleodoranti che si prestano a tali nefandezze.

Trovo raccapricciante che si utilizzi ogni mezzo più illecito a costo di ledere l’integrità del corpo sottoponendolo a fratture lesioni violenze che mortificano disumanizzano umiliano per creare uno squallido sistema di malaffare. La nostra coscienza morale sprofonda negli abissi più abietti anche in questa santasettimana dove assistiamo all’incredibile tragica ferita inferta ad un simbolo della civiltà occidentale qual è la cattedraledinostrasignora nella metropoli dei franchi che è senza dubbio alcuno monumento secolare dell’identità non solo di chi ha fede ma dell’intera umanità continentale. Mi ritorna tristemente alla mente quando l’esercito farneticante del califfo fortunatamente ormai sconfitto militarmente distruggeva per lurido fanatismo le opere d’arte delle civiltà passate per sancire il disprezzo con lo scempio immondo delle generazioni precedenti nel cupo tentativo di riportare la storia dell’uomo al medioevo cancellando desertificando demolendo.

A bruciare però oggi è la nostra convivenza le nostre convenzioni i segni visibili del nostro modo di vivere con le fiamme sempre più alte che sono la metafora di un mondo avviato al nichilismo al cretinismo all’ignoranza in cui la brutalità la fa da padrona al punto che siamo incapaci di proteggere le memorie del passato le nostre tradizioni i nostri beni pubblici.

Sempre nel campo della conservazione della memoria orale che ci riguarda più da vicino mi turba quel che sembra un insignificante fatto quale la radicale fine della radio che ha garantito dirette di tutti i tipi che rappresenta(va)no un archivio di informazioni unico di un patrimonio inestimabile di conoscenza informazione cronaca volto a narrare le vicende della nazione. Ricordo anche con grande nostalgia quando diedi il mio consenso tanti anni fa per il primo parlatoio eurocratico al maestro di Regalpetra che salì diversi scranni facendo tra l’altro per un periodo di tempo anche il rappresentante del popolo tuttavia rimanendo abbastanza deluso disilluso disincantato da queste esperienze in verità per lui assolutamente poco congeniali.

Se c’è una cosa che mi fa indignare è la chiusura la fine il deperimento delle voci libere di un emittente di una radio di un giornale che in tal modo si esplicitano come il tentativo mai sopito di tappare la bocca alla pluralità d’idee con il pericolo dell’affermazione del pensiero unico dei mistificanti totalizzanti altoparlanti del potere. Da noi poi al sud decine di giornalisti ammazzati perché scrivevano di fatti inconfessabili di verità scomode di inchieste scottanti contro i potenti dei regimi contro le collusioni con gli uomini feroci di casanostra contro i servizi al potere assai poco segreti.

Cosi non siamo tanto differenti dai regimi di democratura laddove tanti altri tuoi colleghi sono stati eliminati da killer prezzolati per ordini molto probabilmente giunti da tiranni perché lì informare l’opinione pubblica sulle verità occultate è ancora assai più pericoloso destabilizzante imbarazzante per i loschi traffici dei detentori delle leve di comando. Tutto si edifica su questa natura di falso rispetto dei diritti di libertà formale di apparente legalità di ipocrita perbenismo mentre poi se non si riesce con la censura con la denuncia con il controllo dei mezzi di informazione si continua con il braccio armato con le morti misteriose con le scomparse eccellenti.

Brucia anche questa nostra nazione colma zeppa di social star profeti predicanti uomini forti mentre in realtà avremmo solamente bisogno di tante persone perbene che sappiano svolgere con diligenza con prudenza con onestà il loro ruolo in ogni campo. Non saranno quindi i gialloverdi i destri i sinistri a salvare il nostro mondo mentre sarà più utile che ognuno di noi per la sua piccola parte spenga l’incendio di questa incontrollata furia iconoclasta di distruzione dei valori morali civile sociali che deturpano le radici delle libertà.

Moltissimi hanno paura della libertà temono di non saperla utilizzare superando questa fobia con la delega assegnata ad individui indegni che occupano i posti chiave condannandoci al peggio. Pungente come a tal proposito il maestro di Regalpetra quando disse “…in fondo nella vita , la più grande affermazione di libertà è quella di chi si crea una prigione …”.

Ti giunga il mio affettuoso saluto.

Candido.

 

 

 

 


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