Cronache siculopolitiche: Candido Munafò simbolo della speranza-disillusione


Pubblicato il 19 Maggio 2019

Marco,

è davvero sorprendente come cercano di abbindolarci prenderci in giro raggirarci questi nostri cari regnanti simulando litigi a ripetizione per raccattare qualche consenso qua e là per poi fare la voce grossa al momento opportuno intimorendo tutto il popolo in modo da occupare più spazi di potere da distribuire naturalmente agli amici fedeli.

Non mi convincono sino in fondo i conflitti di questi giorni con il capitano verde di rabbia in ritirata di fronte agli assalti del giallo partenopeo indignato perché si manifestano in tutta evidenza la difficoltà ad andare avanti nel percorso difficoltoso che prima o poi si presenterà richiedendo sacrifici alla patria in modo da fare quadrare conti pena sanzioni pesanti dagli eurocrati chiunque vinca questa prossima competizione.

Aspettiamoci il peggio poiché i padani del regno non intendono tagliare nessuna spesa privilegiata segnalata dagli amici di gigino anzi vogliono il trasferimento di competenza per spandere spendere nelle aree della nazione controllate da loro.

Il contratto letto approvato sottoscritto tra poco forse diverrà carta straccia tranne che stiamo assistendo ad una grande sceneggiata che ha per scopo solo quello di non perdere sostenitori in tutta la penisola nella data del ventiseimaggio che è un momento fatidico ma non decisivo per comprendere se i due attori continueranno a (recitare ) stare insieme oppure procederanno ad una (scontata?) traumatica separazione(giudiziale o consensuale?).

Nessuno da noi qui in padania ha nostalgia per i vecchi regnanti tromboni trombati tronfi però si chiede a questi neofiti di non usare toni forti grida altisonanti inutili litigi che danneggiano soltanto le nostre tasche di risparmiatori di chi cerca lavoro di chi vive di stenti. Adesso, si procede al taglio del numero dei parlatori delle due camere alte del regno che è una riforma più che necessaria come peraltro altre di tagli tagli tagli necessari per operare una bonifica di spese inutili di sostegno ai clientes portatori di interessi avidi esigenti insistenti. Tutti minacciano azioni legali carta bollata contenziosi amministrativi in questo (ex)belpaese appena qualcuno si permette di togliere centoeuri a chi ne guadagna centomila da pensionato da papavero da direttore poiché, caro Marco, ognuno ha solo amor proprio non tenendo alla salvezza di una barca che ormai rischia di affondare sprofondare fallire. Mi sconcerta come le corporazioni riescano a resistere a qualsiasi decreto a qualsiasi decisione a qualsiasi atto che possa pregiudicare la categoria a cui si appartiene.

Non sono meravigliato di tutto ciò perché conosco un tantino l’animo umano che è affetto da egoismo incontenibile che non conosce la carità che non sa cos’è essere solidali che non pratica l’aiuto al prossimo. Ecco perché deperiamo lentamente anche dalle nostre (dalle tue) parti dove hai visto che l’industrioso ha avuto quattordicianni di condanna per avere creato quel sistema che montava che si infiltrava che dominava in sicania con l’apporto attivo di potenti che lui stesso sosteneva per convenienza che a sua volta lo portavano su un palmo di mano con un piccolo esercito di compagini al seguito al grido di siamocontrocasanostra mentre poi in realtà si affondava comodamente plasticamente placidamente nel fango dell’illegalità organizzata.

Gli aforismi saggi del maestro sono come sempre molto esplicativi su come siamo “Sarò un moralista – e dunque un qualunquista: ma mi pare che i particolari guai del nostro paese nascano tutti da una inveterata e continua doppiezza, da un vasto e inesauribile giuoco della doppia verità che partendo dall’alto soltanto si arresta là dove la verità non può permettersi il lusso di essere doppia – ed è una, inequivocabile: quella della povertà e del dolore. E se non si torna a chieder alle persone il conto preciso di quello che sono, di quello che Fanno, di come vivono; se non si torna a giudicare un’azione per quello che è, senza far caso se è fatta con la mano sinistra (che sa quello che fa la destra) o con la mano destra (che sa quello che fa la sinistra), temo che nessuna riforma o rivolgimento varrà a cavare il classico ragno dal classico buco: immagine del tutto pertinente alla situazione, e anzi da moltiplicare: tanti buchi, tanti ragni”.

Poi per noi poveri isolani c’è di peggio secondo le frasi del caro maestro di Regalpetra “Sì, ci credo. Nella ragione, nella libertà e nella giustizia che sono, insieme, ragione (ma guai a separarle). Credo si possa realizzare, anche se non perfettamente, un mondo di libertà e di giustizia. Ma la storia siciliana è tutta una storia di sconfitte della ragione, sconfitte degli uomini ragionevoli. Anche la mia storia è una storia di sconfitte. O, più dimessamente, di delusioni.” Speriamo di non cadere definitivamente in questo sconforto finale vissuto dal grande girgentino.

Ti abbraccio. Tuo Candido.


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