Cronache siculopolitiche, Candido Munafò: “tempo di avvoltoi” per la Sicilia


Pubblicato il 31 Marzo 2019

Caro Marco,

è lecito sperare in questi giorni che questa nostra povera patria nel futuro possa essere salvata dai ragazzini come è avvenuto nell’incredibile raro caso ormai ampiamente trattato dei due adolescenti che hanno contribuito a salvare un’intera scolaresca da una possibile strage. Persino il capitano si è dovuto arrendere questa volta non facendoci una bella figura poiché all’inizio ha bistrattato i due studenti stranieri con parole forti per la pretesa di ottenere quel che meritano mentre poi ha detto che per lui erano come figli. Che classe di regnanti è questa che continua a sboccare con espressioni che generalmente ascoltiamo soltanto al bar dello sport sotto casa quasi sempre dopo i venerdì sabato domenica lunedì dei calcianti.

Eppure penso che l’eccesso di pressione sul continuo commento alle vicende eventi situazioni sia alla radice del continuo stillicidio che udiamo quasi ogni giorno sulle prime pagine della carta stampata o nel mondo virtuale con il corollario di inevitabili sciocchezze in cui si fanno un mucchio di chiacchiere senza tanti fatti concreti.

Mentre giù la derelitta sicania si dibatte in mezzo a personaggi che affossano l’isola con i comportamenti davvero più disdicevoli con l’ininterrotta crescita del malaffare del crimine organizzato perpetrato reiterato mentre senza batter ciglio il repizzopiùamato è sempre impegnato a fare la cosa che sa fare meglio ovverosia il cerimoniere dando il via al giro ciclistico dell’isola scontrandosi tanto per non farci mancare nulla con il toniministro sul tema reale dello schifo della mancanza di strade ferrovie strutture che non si fanno da decenni per colpe globali distogliendo ancora una volta l’attenzione sulla chimera del pontesullostretto manifestando vittimismo anche con gli orientali capeggiati da ping(sic!) venuto in visita anche da noi per costruire la via della seta.

Ma un dubbio impellente ci assale stante la difficoltà a realizzare opere che è la più grave malattia nazionale che nell’isola da noi raggiunge un livello parossistico al punto che perdiamo tutti i fondi che ci mandano i truci eurocrati al punto che non sono certo che riusciremo a creare qualcosa neppure con i nipotidimao. Purtroppo l’esperienza ci insegna che siamo inconcludenti nel portare a compimento quello di cui abbiamo bisogno mancandoci nel modo più assoluto la diligenza la perizia la costanza che poi è aggravata dalla voracità di chi dovrebbe programmare realizzare adempiere. Poi hai saputo del povero pentastellato gigino il partenopeo che inanella amarezze su delusioni adesso anche con l’arresto del suo uomo capitolino che prima faceva capolino per divenire podestà a Roma ma ora invece si muove nelle patrie galere per l’attività più diffusa da noi che come sappiamo bene è il prendere soldi in cambio di favori.

La tentazione fa l’uomo ladro essendo il primo caso mentre i destri i sinistri hanno veramente un esercito di inquisiti che non basterebbe neanche un intero penitenziario essendo noto che in questo campo loro sono veramente un’eccellenza ! Nella città del liotru il tempo scorre incerto con l’inutilità che solo noi sappiamo offrire al mondo con l’indifferenza che sovrasta ogni pensiero positivo con una gestione della cose comunali che non conosce mutamenti di sorta. Questa nostra povera terra è stata saccheggiata con la complicità di chi ha divorato bocconi grossi di chi soltanto ha avuto solo le briciole però tutti insieme impegnati a rivendicare qualcosina per sé(pimiachic’è) dimenticando di essere comunità.

Credimi Marco non è un predicozzo fatto per pulirsi la coscienza ma ti domando in modo accorato chi è stato in questa nostra città che si è occupato dell’interesse generale del bene comune fammi un nome solo un nome nei tuoi prossimi resoconti per convincermi che ho torto! Sulla nostra povera isola volteggiano solo feroci avvoltoi pronti a lanciarsi sulle ultime prede rimaste. Pensavamo che un triste passato fosse stato messo da parte ma è stato tremendo di quel giovane malmenato da altri giovani in branco solamente perché di fede ideale diversa dai suoi aggressori.

Come è stata terribile la vicenda della violenza dei tre bulli alla giovane straniera in permanenza in città. Che miseria umana viltà infinita spregevole fatto da una gioventù bruciata che non ha nessun futuro qui da noi tranne quello di avanzare nell’età non sognando più nessun futuro plausibile per loro. Cosi alla fine i farisei trionfano a tutti i livelli in questa città che non decolla non si affranca non si emancipa da una dimensione di perenne ignavia abbandono emarginazione come hai ben scritto a proposito del furto del rame che ha tenuto al buio interi quartieri.

Ad illuminarci la mente come misera consolazione sono i motti del nostro maestro:“Tutto quello che vogliamo combattere fuori di noi è dentro di noi; e dentro di noi bisogna prima cercarlo e combatterlo.“

Ti saluto con affetto. Candido.


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