Cronache siculopolitiche: è l’ora di Candido Munafò

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Carissimo,

il temperamento errante errabondo eretico almeno sul piano mentale mi sospinge a solcare l’insondabile a percepire l’imponderabile a comprendere l’ignoto. Come si evidenzia facilmente la radice delle parole poc’anzi descritte sono le medesime ma ciò nonostante queste presunte(uose) doti nel circoscrivere(vivere) quotidiano si commettono lo stesso errori banali che sono in fondo frutto di una natura umana bonaria generosa accomodante. In qualche misura tutto nasce dalla formazione educazione evoluzione che sviluppiamo durante il nostro vissuto condizionati come siamo dall’ambiente esterno ma anche dalla sensibilità interiore che sortisce a volte brutti scherzi facendoci fare cose che ripensandoci bene dopo qualche tempo non avremmo mai fatto.

Cosicché anche i legami sentimentali sono soggetti alle cosiddette tempeste emotive che però non dovrebbero certamente costituire le giustificazioni per ridurre le pene agli orrendi assassini di donne come circostanze attenuanti alla violenza che inonda pervade invade il rapporto tra gli esseri umani. La fragilità delle relazioni amorose è un dato inoppugnabile che si vive in tutte le epoche poiché legarsi ad un’altra persona per sempre significa anche accettare di limitare la propria libertà a discapito dell’altra condizionando tutto alla presenza di una persona a cui devi prestare cura attenzione responsabilità.

A proposito di libertà commuove rattrista avvilisce di quel nostro giovane utopista idealista combattente che era cresciuto nel mitodiguernica cosicché va a morire in terra straniera per sostenere la battaglia di un popolo oppresso che aspirava disfarsi dei tiranni. In verità però la violenza di chi impugna le armi per sopprimere chi si odia è divenuto un atto dimostrativo di potenza vigliacca di lurida crudeltà di schifosa intolleranza da parte di coloro che si sentono superiori per razza religione etnia.

Sconvolge l’evento avvenuto nella padania con il sequestro dell’autobus di ragazzini non finito in tragedia per l’intervento proditorio delle guardie che per ironia della sorte sono state allertate da un adolescente originario dalla civiltà delle piramidi. In realtà il nostro mondo si regge sull’idea dominante della paura per imporre dall’alto così il sistema di oppressione più conveniente ai potenti di turno aprendo la strada ai satrapi ai despoti ai corrotti.

Turba la misteriosa morte della modella avvelenata che soggiace a quell’ipotesi teoria supposizione complottista che la verità delle miserie umane non deve essere mai disvelata costi quel che costi pena una fine lenta atroce feroce. La diffusione sempre più ampio dell’uso privato delle armi è il segno che significa dell’indisponibilità assoluta a qualsiasi confronto dialettico cancellando con l’eliminazione fisica il nemico l’antagonista l’altro evitando qualsiasi pericolo di contaminazione antropologica facendolo scomparire con la rabbia insensata cieca bieca. Cosi tutte le versioni della violenza fisica presuppongono l’obiettivo che la vittima non ha più diritto di usare la parola il linguaggio il verbo essendo un simbolo del disprezzo odioso.

Passa con grande consenso l’idea che per assicurarsi la sicurezza personale di sé dei propri beni non serve più l’ausilio del monopolio della forza del regno poiché è sufficiente avere un’arma a disposizione per garantirsi di non correre rischi. Poi non ci aiuta affatto il malessere nei palazzi dove si amministra la giustizia dove capita sovente che innocenti vengano condannati mentre colpevoli vengano assolti dove esiste una filiera aberrante che mortifica l’anima avvilisce la libertà.

Marco più volte stigmatizzi quel che avviene nei templi sacri del diritto segnalando come ancora oggi la giustizia è organizzata come un privilegio per ricchi mentre i poveri soccombono non potendo sostenere le spese previste. La libertà di pensare è un bene prezioso come il libero arbitrio che ci consente di destinare le nostre energie verso quel sano utilitarismo che ci conduce al benessere psicofisico.

Non dimenticarti mai che il tempo è la ricchezza più grande che possediamo tramite l’azione otteniamo quel che desideriamo illuminando l’esistenza che altrimenti sarebbe povera miserabile buia. Non smarriamoci in attività stupide futili banali come nell’ignavia nella pigrizia nella staticità. Per sdrammatizzare finisco con la metafora ironica del nostro mite maestro: “Un orologio che va male non segna mai l’ora esatta, un orologio fermo la segna due volte al giorno.” Abbi cura di te.

Un abbraccio. Candido.

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Benanti

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