Cronache siculopolitiche: è tempo di Candido Munafò


Pubblicato il 18 Novembre 2018

Amico mio,

quanta tristezza nel mio cuore assistere all’avvilente spettacolo che si svolge nel teatrino du liotru tra le varie fazioni appartenenti ai podestà che si sono succeduti alla guida del Palazzo di città. Si scontrano dei narcisi patologici impertinenti arroganti deprimenti che tentano di occultare le rispettive colpe e anche il podestà della primavera “sfiorita” coerente sfuggente assente con il suo vissuto non si confronta con i suoi pari e lancia ironici sberleffi a chi lo critica. Cosi il podestà pugliese prende atto che la misura è colma e adesso deve dimostrare coraggio per fare rinascere la comunità con il compito improbo di non farsi tirare la giacca a destra e a manca dalla pletora dei questuanti.

Ahimè da oltre novanta giorni i comunali non percepiscono nessun euro! Purtroppo in tutto questo caos temo che la mistificazione manipolazione menzogna prevalgano come una miscela ammorbante che inquina l’aria che respiriamo. Le solite parole roboanti dei tromboni trombette trombini si odono a tutti i livelli mio caro Marco ed in modo particolare i “sinistri” come sempre fingono incredulità onestà verginità.

Mutando argomento mi stupisce che ancora oggi non hai dichiarato a quale categoria di giornalista appartieni, se sei un pennivendolo una puttana o semplicemente un infame sciacallo. Se non lo fai al più presto non sei abilitato a fare ironia satira macchiettismo sugli uomini del potere.

A proposito di giornalisti avrai saputo che il glorioso quotidiano fondato dal sardo che scrisse i quaderni dal carcere potrebbe essere diretto dal lenone agente dei vip che procurava escort al gaudente mitico caimano. Scoop subito smentito da chi di dovere ma ,invece, penso che con lui alla guida potrebbe esserci un rilancio notevole massiccio cospicuo di marchette. Spero tanto poi che i maestri del foro non si fermino a protestare altrimenti potrebbero essere prescritti dagli albi. L’uomo in buonafede è quasi più elegante pimpante aitante del conte, non si ferma ed ha promesso nonostante gli scheletri negli armadi dei polentoni alleati che nel giro di poco tempo intende sgominare il malaffare dalle Alpi alle piramidi dal Manzannare al Reno.

Finalmente è stata inviata la lettera agli eurocrati con il tono cortese gentile signorile scritta di pugno da un conte per diritto grillino. Spero ne converrai con me sull’antipatia antica verso i teutonici mentre come il maestro di Regalpietra adoro il popolo che vive nell’elegante metropoli con la magnifica torre di ferro.

Oggi siamo a questo stato di cose e noto che nella nostra martoriata penisola si aggirano dei fantasmi che meditano la riscossa rimonta rivalsa con il fratello del commissario più celebre della letteratura del grande scrittore girgentino. Il giglio magico si oppone a tutto ciò e medita vendette con le sconclusionate prese di posizione del bullo fiorentino. Saltando di pala in frasca ricordo con rimpianto quando invece nelle stanze fumose e affollate appassionate si discuteva animatamente del nostro destino e anche se chi comandava ci prendeva in giro almeno si avvertiva lo stesso l’emozione dell’utilità del perdere tempo a chiacchierare.

Tempi passati struggenti avvincenti vibranti quando c’erano gli ordini del giorno e si andava sempre fuori tema così ti sfogavi ti liberavi ti esaltavi.

Marco è vero sono un nostalgico pure dei movimenti di lettere e cartoline al monastero dei passi perduti delle sere passate a sognare di cambiare l’universo. Ma oggi a conti fatti alla fine della giostra non siamo riusciti neanche a cambiare noi stessi! Ora non te lo dico certamente per adularti e ho ammirato con commozione la foto in cui sei ritratto tra gli scranni(panza e presenza!) dove si sono seduti tanti uomini illustri della nostra amata città e debbo dirti che stavi meravigliosamente bene.

Coltivo quindi la speranza che anche tu possa rappresentarci un dì tra quei banchi come avvenne per il nostro scrittore tanto amato e che affermava con ottimismo che la memoria ha un futuro. Intanto qui si è fatto buio e il crepuscolo adombra la mia anima. Ti mando un caro abbraccio.

Tuo Candido.


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